Irlanda, viaggio nell'isola: cosa vedere e cosa sapere

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Condividi Lorenzo Lovato

Canta una vecchia ballata: “Vedo nel sogno le azzurre colline di Antrim - le alte colline di Antrim, le valli, i ruscelli - con il sole e con la nebbia, nella gioia e nel dolore - la dolce visione mi tormenta ovunque vado”. Il folclore irlandese vanta migliaia di canzoni che raccontano l'amore profondo e la nostalgia per quest'isola silenziosa. Gli irlandesi che la lasciano in lacrime per andare a cercar lavoro in America continuano sempre a sognarla così: colline azzurre, prati verdi, cieli stupendi, verdi anch'essi in certi momenti dell'alba e del tramonto, quando la luce è più tenera.

Ma non tutta l'Irlanda è così idilliaca. Vi sono anche terreni acquitrinosi, torbiere sterminate, valli solitarie, montagne nere, paurosi anfiteatri di roccia grigia dove l'uomo sembra non esser mai penetrato. Eppure anche questi aspetti selvaggi, proprio perché generano un contrasto inaspettato con i boschi di rododendri, le distese di erica e i golfi tahitiani hanno il loro fascino. Se è vero che la natura condiziona il carattere di un popolo, ogni irlandese, in piccolo, è il ritratto fedele della sua isola. Può essere cupo e taciturno quando nel cielo si rincorrono le nuvole nere gonfie di pioggia; esplosivo e chiacchierone appena splende il sole e il tramonto tinge tutto di rosso, giallo e viola; imprevedibile, ostinato fino alla rissa, se deve difendere un'idea in cui crede.

L'irlandese non ha in comune con i vicini inglesi quel senso di distaccata superiorità derivante da una lunga storia di supremazie, anzi. Profondamente cattolico, con certe punte di fanatismo, e abituato per secoli a lottare per l'indipendenza e la libertà, oggi è pronto ad amare come un fratello chiunque sbarchi a Dublino, a commuoversi con chiunque riconosca la bellezza della sua isola, a parlare per ore con chiunque accetti la sua conversazione. Il tempo non ha importanza. La formula irish time, “tempo irlandese”, significa che un minuto può durare anche un giorno, anche una settimana, purché la compagnia sia piacevole.

Perciò, quando altrove la vita prende un ritmo impossibile, frenetico e allucinante, un viaggio in Irlanda può essere un'esperienza indimenticabile alla ricerca - non è retorica - di un paradiso perduto, in un mondo dove un puledro di tre anni che vince una gara è più importante di qualsiasi altra cosa, dove il passaggio dei salmoni sotto il ponte di Galway fa dimenticare tutto il resto, dove il silenzio è ancora un bene prezioso, dove si crede alle fate, ai loro doni e ai loro dispetti (per non disturbarle non bisogna cogliere i fiori che crescono nei campi).

Ma quale Irlanda vedere? Per un viaggio ideale si dovrebbe partire da Dublino e puntare verso Cork attraverso Kilkenny e Cashel, sostare poi a Glengarriff, o a Parknasilla o a Killarney, andare infine verso il nord, da Limerick a Galway, da Sligo a DonegaI e tornare a Dublino traversando l'isola. La capitale, chiamata Baile Átha Cliath in gaelico, ovvero “città del guado del graticcio”, differisce dal resto dell’isola per via dei suoi scenari urbanizzati, del suo immenso porto e del suo elegante patrimonio georgiano. Dublino è la città dei grandi maestri della letteratura anglosassone, da Oscar Wilde a Jonathan Swift, passando per George Bernard Shaw e James Joyce, che la guardava impietosamente in “Dubliners”, ma anche la città dei pub e della musica, alla quale non si può che dedicare almeno due o tre giorni. Partendo a piedi dalle rive del Liffey si comincerà a respirare l’incredibile atmosfera che permea il centro, animato da fiumi di birra e da un flusso costante di persone. Anche per questo, la cosmopolita Dublino è riconosciuta come una delle capitali più turistiche d’Europa, facile da visitare, grazie alle dimensioni non eccessive, e estremamente ospitale.

A sud della capitale si estende la contea di Wicklow, in larga parte coperta dal Wicklow Mountains National Park, un grande parco nazionale caratterizzato dalla presenza di torbiere e foreste di montagna. Qui vivono quasi tutte le specie di mammiferi irlandesi, dai cervi alla volpi, ma anche l’avifauna è seconda a quella di pochi altri parchi in Irlanda potendo contare su falchi pellegrini, poiane, gheppi, marlin e sparvieri. Un paio di graziose cittadine da vedere nei dintorni del parco sono Glencree, una verde borgata sviluppatasi sulle pendici delle montagne a est di Enniskerry, e Roundwood, considerato l’insediamento più “alto” d’Irlanda coi suoi 238 metri di altitudine.

Proseguendo a sud-ovest, dopo aver oltrepassato la contea di Carlow, si entra in quella di Kilkenny, cittadina di 25.000 abitanti rinomata per le architetture medievali che le sono valse il soprannome di Marble City (Città di Marmo). La sua attrattiva principale è il Kilkenny Castle, il maniero sorto sulle rive del River Nore nel lontano 1192, ma anche la Rothe House, magnifico esempio di casa borghese irlandese del XVI secolo, la St Canice’s Cathedral e la Black Abbey non si possono non vedere. Nei dintorni del centro spiccano gli abitati di Graiguenamanagh, conosciuta per un antico ponte di pietra a sei archi sul Barrow, e Castlecomer. Infine, sempre sulla strada per Cork, è d’obbligo una sosta a Cashel, villaggio di poche migliaia di abitanti conosciuto a livello nazionale per il suo patrimonio architettonico dominato dalla spettacolare Rock of Cashel (Rocca di Cashel).

La città più importante del sud dell’Irlanda è Cork, secondo insediamento del paese dopo Dublino per dimensioni e numero di abitanti. La cosa più interessante da vedere è la città stessa, da scoprire passeggiando per le chiassose strade del centro. In particolare, le attrattive da visitare sono: la St Finbarre’s Cathedral, la cattedrale protestante; la Crawford Municipal Art Gallery, la galleria civica che ospita i lavori di numerosi artisti locali; la Lewis Glucksman Gallery, inaugurata nel 2004 con tre vaste aree espositive; ed il Cork Public Museum, allestito in una graziosa casa georgiana del Fitzgerald Park. Non lontano dal centro di Cork si può vedere il Fota Wildlife Park, un grande zoo all’aperto dove gli animali vagano liberi senza gabbie o recinzioni.

Cominciando a risalire la costa occidentale si entra nella contea di Kerry, caratterizzata da coste frastagliate, distese di campi verdeggianti, montagne e paludi nebbiose che ricalcano a meraviglia lo stereotipo del paesaggio gaelico. La visita alla regione non può che partire da Killarney e dal suo magnifico parco nazionale, per poi proseguire con la Dingle Peninsula e la vasta Iveragh Peninsula, attraversata dal cosiddetto Ring of Kerry, un circuito stradale che consente di apprezzare scorci davvero fantastici. Particolarmente interessanti sono poi le isole che si stagliano al largo della costa, dalle Blasket Islands, a nord, alle Skelling Islands, più a sud.

Risalendo a nord in direzione di Galway si incontrano le contee di Limerick e Tipperary. La prima ha una storia recente non particolarmente felice fatta di arretratezza economica, disoccupazione e emigrazione incontrollata, tanto che intere generazioni sono fuggite dalla contea e dall’omonimo capoluogo non appena possibile. Tuttavia, la città di Limerick merita di essere visitata per le sue vestigia architettoniche e per l’Hunt Museum, all’interno del quale è esposta una collezione di circa 2.000 opere tra cui la Antrim Cross del IX secolo, uno schizzo di Pablo Picasso e un cavallo di bronzo secondo alcuni frutto del genio di Leonardo da Vinci. La contea di Tipperary, invece, regala scorci paesaggistici davvero stupendi fatti di vallate, pascoli e colline.

Un centinaio di chilometri a nord di Limerick sorge Galway, capoluogo dell’omonima contea. In città l’atmosfera è tipicamente irlandese, con una miriade di chiassosi pub inondati di musica e stracolmi di gente che ogni giorno servono centinaia di pinte di birra ad avventori abituali e turisti di passaggio. Guardando il mare aperto si scorgono le Aran Islands, larghe strisce di terra battute dal vento sulle quali sono arroccati piccoli villaggi di pescatori che non vedono l’ora di accogliere qualche turista. A nord di Galway, invece, si protende la Connemara Peninsula, intorno alla quale sono sparse decine di isolette popolate da diverse specie di uccelli. La zona è un vero e proprio paradiso per gli appassionati di trekking, che avranno modo di misurarsi con tracciati più o meno difficili che partono dalle cime delle colline punteggiate di laghi e scendono alle rocce del litorale atlantico.

Il cosiddetto Northern gateway (Crocevia del nord) è Sligo, città di 20.000 abitanti situata in una posizione strategica tra la contea di Donegal, a nord, e il resto del paese. Sligo è anche una località turistica molto apprezzata in quanto riassume scenari molto diversi tra loro e consente di partire alla scoperta del monte Benbulben, ideale per lunghe passeggiate a ridosso del mare. Come detto, a nord di Sligo l’EIRE si conclude con la contea di Donegal, il cui capoluogo è Lifford. La regione è contraddistinta dalla presenza di splendidi fiordi rocciosi costellati di scogli e isole più e meno grandi che consentono di scattare fotografie davvero suggestive.

La gastronomia irlandese non è certo per palati delicati: prendere o lasciare. Già dalla prima colazione, il full irish breakfast, si capisce a cosa si va incontro: bacon, uova fritte, salsicce, black pudding (sanguinaccio nero), champignon e per i più coraggiosi anche un sorso di whiskey; gli estremi per tornare immediatamente a letto ci sono tutti. A pranzo la maggior parte dei ristoranti è chiusa, così che in molti si saziano in un pub con una minestra di verdure servita con l’immancabile brown bread o con un piatto di salmone affumicato. La cena, invece, è il pasto più importante della giornata e va santificata con abbondanti pietanze a base di carne, come ad esempio l’Irish stew (stufato di capra o agnello), o pesce, soprattutto salmone, crostacei e frutti di mare, rigorosamente innaffiate da un bel boccale di Guinness.

A prescindere dalla stagione, partendo per l’Irlanda sappiate che state andando incontro alla pioggia: non c’è mese dell’anno risparmiato dalle precipitazioni, generalmente di debole intensità e alternate a sprazzi di sole. In compenso le temperature sono miti, mai troppo fredde d’inverno, né troppo calde d’estate grazie all’influsso della Corrente del Golfo. In gennaio è raro registrare valori preceduti dal segno meno, mentre tra luglio e agosto solo nei pomeriggi più caldi si superano i 23/24 gradi. L’estate è la stagione migliore per visitare l’Irlanda che, oltre a presentare un clima nel complesso gradevole, è animata da una miriade di feste e manifestazioni.

Come arrivare? Il Dublin International Airport (Aerfort Bhaile Átha Cliath in gaelico irlandese) è il maggior aeroporto del paese, seguito dagli scali di Shannon, Cork, Knock e Belfast (Aldergrove). Molti di questi aeroporti sono serviti da compagnie aeree low cost, in primis Ryanair, e tutti sono perfettamente collegati ai rispettivi centri urbani dai mezzi pubblici. La rete ferroviaria irlandese è discreta e consente di muoversi comodamente tra le città maggiori, ma anche gli autobus a lunga percorrenza sono particolarmente efficienti e offrono l’opportunità di sconfinare in Gran Bretagna grazie ai traghetti in partenza dai porti di Dublino, Rosslare, Larne e Ferryport. Tuttavia, per muoversi in completa autonomia non c’è niente di meglio che noleggiare un’auto, tenendo presente che a differenza dell’Inghilterra in Irlanda si guida a sinistra.

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