La Costa d' Avorio, il paese del miracolo economico che si affaccia sull' Atlantico proprio dove il continente nero si piega nel Golfo di Guinea, ha i grattacieli come New York, la laguna come Venezia, i boulevard come Parigi, e la sua capitale, Abidjan, è la metropoli più europea del1'Africa. Ma un proverbio dei Mandingo, una delle tre famiglie linguistiche della Costa d'A vorio, dice che «lo straniero ha gli occhi grandi, però vede poco».
Il turismo internazionale ha scoperto Abidjan, il villaggio del Club Mediterranée e non va oltre. Si ferma lì. E Abidjan, come sentenziano i vecchi saggi, è una città nata per errore, cresciuta nell'errore, che oggi sconta i propri errori. Mentre il villaggio del club francese e gli altri organizzati dalle aziende turistiche hanno addomesticato la natura fin quasi a prostituirla.
La magia della Costa d'Avorio fiorisce e si esprime lontano dalle città e dalla civiltà moderna. Fiorisce sulle spiagge deserte. Tra le palme delle rive. Nella foresta, una muraglia ininterrotta di liane, di alberi giganteschi. Nelle lagune, che somigliano a quella di Abidjan, ma non hanno avuto la sciagura di far da specchio ai grattacieli.
Il parco nazionale di Tai è il polmone verde della Costa D'Avorio, ricco com'è di vegetazione lussureggiante di una vera e propria foresta pluviale. Il parco prende il nome della città di Tai situata ad ovest di Abidjan, a circa 6 ore di strada.
Da visitare con attenzione è anche la regione di Man, dal nome dell'omonima cittadina, degna di nota unicamente per il valido mercato giornaliero. Nei dintorni sono da segnalare La Cascade, un salto d'acqua spettacolare, il monte Tonkui dal panorama sconfinato, e la montagna Dent de Man dalla forma caratteristica. Ma tutti i villaggi come quelli di Dananè, Biankouma, Sipitou e Gouèssèsso offrono la cultura e magia di un fiero popolo africano, tra maschere caratteristiche e danzatori yacuba.
La Costa d'Avorio, chiamata così dai primi navigatori europei meravigliati per il gran numero di elefanti incontrati alloro sbarco, è un susseguirsi di laghi e lagune, paludi, fiumi, rapide. È la Polinesia dell' Africana. Un Eden sconosciuto a chi rimale nella torre dell'Hotel Ivoire della capitale, affascinato dal suo laghetto artificiale dalla pista di ghiaccio, addirittura, e dal «complesso indigeno» che suona e canta per la clientela seduta ai tavoli del buffet all'aperto.
Nota per il turista: il paese, specialmente nel nord, è sempre a rischio guerra civile, data la fragile tregua tra i ribelli e il Governo.