Annoverato tra i paesi più poveri e arretrati del mondo, il Burundi è un piccolo stato di neanche 9.000.000 di abitanti situato nella parte centrale del continente africano, confinante a nord con il Rwanda, ad ovest con la Repubblica Democratica del Congo, a sud e ad est con la Tanzania. Pur essendo senza sbocchi sul mare, il Burundi si trova nella cosiddetta regione dei Grandi Laghi ed è punteggiato da vasti specchi d’acqua che hanno consentito lo sviluppo di diverse città, tra cui l’attuale capitale Bujumbura, una metropoli di 320.000 abitanti che si affaccia sul Lago Tanganica all’estremità centro-occidentale del paese. Anche se negli ultimi anni la situazione socio-politica ha fatto registrare enormi passi avanti, il Burundi è tutt’ora una nazione tormentata da tumulti figli della sanguinosa guerra civile che, sul finire dello scorso secolo, ha scosso l’intero territorio nazionale; di conseguenza, prima di partire occorre informarsi approfonditamente sulla situazione presso le agenzie di viaggio o contattando la competente Ambasciata d’Italia a Kampala, in Uganda.
Le prime notizie storiche sulla regione corrispondente all’odierno Burundi risalgono alla fine del XVII, e più precisamente al 1680, anno di pubblicazione dell’opera scritta di Ntare Rushatsi, il primo re del Burundi ed il capostipite della dinastia Baganwa. Nel 1884 il Burundi fu invaso dai tedeschi che, accorpandolo al Rwanda, lo dichiararono protettorato dell’Africa Orientale Tedesca. Nel corso della prima guerra mondiale il paese fu occupato dai belgi, che a loro volta lo ribattezzarono Ruanda-Urundi affidandolo al controllo della Società delle Nazioni, il cui operato finì col creare ampie divergenze sociali a causa della drastica semplificazione razziale che avvantaggiò la minoranza dei Batutsi nei confronti della parte maggioritaria della popolazione, i Bahutu ed i Batwa. L’indipendenza dal Belgio, ratificata l’1 luglio 1962, ha aperto una fase di grande instabilità politica caratterizzata dal susseguirsi di diversi governi monopartitici, quasi sempre segnati da drammatici fatti di sangue perpetrati nei confronti della parte più debole della popolazione.
L’unica città con più di 100.000 abitanti del Burundi è la capitale, Bujumbura, una metropoli situata a quasi 800 metri di altitudine lungo le sponde del Lago Tanganica. Oltre ad essere la sede dell’amministrazione nazionale, l’insediamento rappresenta il principale polo economico e industriale del paese. Dal punto di vista turistico, Bujumbura non ha molto da offrire; le uniche attrattive sono infatti la cattedrale, una struttura imponente e massiccia terminata l’11 giugno 1959 sede del vicariato apostolico di Usumbura, ed il Museo Geologico di Bujumbura, presso il quale è possibile ammirare il grazioso parco dei rettili. In occasione delle feste e delle manifestazioni, essenzialmente religiose, che si ripetono annualmente in Burundi, la capitale da il meglio di sé, vestendosi a festa con folkloristici rituali, alcuni dei quali affondano le radici nell’affascinante passato della città.
Ben più conosciuta è la pietra di Livingstone e Stanley, un monumento che si trova non lontano da Mugere, 12 chilometri a sud del centro cittadino di Bujumbura. Questa roccia dovrebbe indicare il punto esatto in cui Henry Morton Stanley incontrò David Livingstone, rispettivamente il secondo ed il primo europeo a mettere piede in Burundi, il 25 novembre 1871, 14 giorni dopo il loro primo storico incontro a Ujiji, in Tanzania; anche se vi sono forti dubbi sulla storicità dell’accaduto, probabilmente avvenuto proprio in Tanzania e non in Burundi, la pietra vuole ergersi a monumento evocativo di un fatto passato alla storia per la celebre frase “Il Dottor Livingstone, suppongo?”, con cui si dice che Stanley abbia salutato l’altro esploratore dato per disperso da molti giorni.
Tra gli aspetti più affascinanti del Burundi spicca quella naturalistico, valorizzato da un territorio morfologicamente eterogeneo in cui si incontrano grandi laghi e picchi montuosi di una certa altezza, tra cui la vetta del monte Karonje, che tocca i 2.685 metri di quota. L’emblema paesaggistico del paese è il Parc National de la Rusizi, ovvero il “Parco Nazionale Rusizi”, l’oasi ecologica più facilmente accessibile e più pittoresca dello stato, caratterizzata da un ambiente paludoso che ha creato le condizioni ideali per il proliferare di ippopotami, sitatunga, una specie di antilope acquatica, e tantissime varietà di uccelli.
Nonostante non abbia nemmeno un chilometro di litorale marino, il Burundi vanta qualche località dedita al turismo balneare grazie alla presenza del vasto Lago Tanganica. Tra le più conosciute c’è Saga Beach che, seppur non paragonabile ai paradisi tropicali del vicino Kenya, è una spiaggia ricoperta di fine sabbia bianca delimitata da palme che si spingono fin quasi all’acqua. Un tempo nota come Plage des Cocotiers, ovvero “Spiaggia delle Noci di Cocco”, Saga Beach ospita un buon numero di alberghi e ristoranti, oltre che un ottimo lounge bar proprio sulla spiaggia ideale per sorseggiare una bibita fresca all’ombra delle palme. Anche per via della sua vicinanza a Bujumbura, che dista all’incirca 5 chilometri in direzione sud-est, nei weekend la cittadina è spesso presa d’assalto dagli abitanti della capitale.
Il clima è sub-tropicale umido, contraddistinto da temperature elevate per tutti i dodici mesi dell’anno e da un alto tasso di umidità molto alto soprattutto tra novembre e aprile, il periodo in cui si verifica la stagione delle piogge ed in cui cadono quasi tutti i 1.000 mm di pioggia che bagnano in media lo stato nel corso di un anno. Il mese dalla temperatura più alta è settembre, durante il quale si registrano valori medi che oscillano intorno ai 24 gradi, mentre quello meno caldo è marzo, quando i valori si fermano a 21/22 gradi a seconda della zona, dell’altitudine e della conformazione morfologica del territorio. In linea generale, il periodo migliore per visitare il Burundi è quello compreso tra giugno e agosto, quando le temperature sono piuttosto elevate, ma le precipitazioni pressoché assenti.
A causa dei problemi legati alla sicurezza non sono molte le compagnie aeree che volano sull’unico importante aeroporto del Burundi: l’Aeroporto Internazionale di Bujumbura, situato 11 chilometri fuori dal centro e comunque collegato a Parigi, Bruxelles, Addis Abeba, Nairobi e Kigali, in Rwanda. Una volta a terra, i mezzi di trasporto migliori sono i minibus gestiti dalla Yahoo Express, tenendo presente che ci sono bus a lunga percorrenza che consentono di valicare il confine e dirigersi a Butare, in Rwanda, ma anche che può essere pericoloso spostarsi al di fuori delle città per via dei frequenti agguati organizzati dai ribelli. Un viaggio pittoresco e relativamente sicuro è quello in traghetto da Bujumbura a Kigoma, in Tanzania.