Eritrea, guida di viaggio allo stato del Corno d'Africa

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Condividi Lorenzo Lovato

Interessante e ricca di fascino nonostante i numerosi sanguinosi conflitti che l’hanno falcidiata nell’ultimo secolo, l’Eritrea è una terra tutta da scoprire, in grado di regalare emozioni inattese grazie ad un territorio avvincente sotto il profilo paesaggistico, sul quale sono visibili varie testimonianze artistiche del passato multiculturale della regione. Il paesaggio eritreo, sebbene sia considerato arido e desolato, vanta grande fascino ed un’attrazione molto particolare, con i monti Sahel, nel nord, l’apocalittica Dancalia, una regione desertica che si protende verso sud, e gli oltre mille chilometri di litorale sabbioso, al largo del quale si scorge l’Arcipelago di Dahlak. Tra le risorse principali dell’Eritrea c’è anche e soprattutto il suo popolo, vigoroso e fiero della propria storia, non disposto ad essere assoggettato da nessuno, ma amichevole ed ospitale nei confronti dei viaggiatori.

I primi abitanti dell’Eritrea furono probabilmente lontani parenti dei Pigmei dell’Africa centrale, in seguito ai quali si insediarono popoli nilotici, camitici e semitici migrati dall’Africa e dall’Arabia. Intorno al I secolo d.C. iniziò l’espansione del potente impero di Aksum, parallelamente al quale si assistette alla penetrazione del cristianesimo, che nel IV secolo era ormai diventata la religione di stato, con il re Ezana che fece addirittura coniare monete recanti la croce di Cristo. Successivamente fu l’Islam ad insediarsi prepotentemente a partire dalle isole Dahlak, dove erano soliti sbarcare mercanti arabi, mentre nel XVI secolo si assistette alla venuta dei turchi, che inglobarono l’Eritrea all’impero ottomano. Nella seconda metà del XIX secolo l’Italia avanzò le proprie mire espansioniste sulla regione anche se, nel 1896, con la battaglia di Adua, l’esercito italiano subì una clamorosa sconfitta da parte della milizia locale, preludio del definitivo abbandono del sogno coloniale chiusosi al termine della seconda guerra mondiale.

Il clima ottimale, l’interessante tessuto urbano consolidato e gli ampi viali sicuri e puliti rendono Asmara una delle capitali più piacevoli del continente africano. Sorta ad oltre 2.350 metri di altitudine lungo il bordo orientale dell’acrocoro etiopico, Asmara è la città più grande e popolosa dell’Eritrea, nonché il suo principale centro culturale, presso il quale convivono aspetti per certi versi molto “italiani”, come i taxi Cinquecento, l’architettura art déco o il cappuccino del mattino, con altri prettamente africani e arabi. A testimonianza dell’eterogeneità sociale che la contraddistingue, la città ospita 28 moschee e un animato mercato islamico, 12 chiese copte, una sinagoga ed un’imponente cattedrale cattolica. Tra le cose da visitare ci sono i tanti edifici che si affacciano su Liberation Avenue, come il vecchio palazzo del governatore, il teatro dell’opera, la cattedrale con l’annessa torre campanaria in stile gotico, ma anche e soprattutto il centro storico, la zona più “arabeggiante” di Asmara.

Nei dintorni della capitale c’è Filfil, dove sopravvive uno degli ultimi tratti di foresta tropicale dell’Eritrea; questo è uno dei luoghi migliori del paese per vedere uccelli e mammiferi, oltre a decine di specie vegetali sempreverdi, particolarmente affascinanti tra ottobre e febbraio, dopo la violenta stagione delle piogge. Non lontano da Asmara c’è anche il monastero di Debre Bizen, fondato nel 1368 da Abuna Philippos vicino a Nefasit, ad oltre 2.400 metri di quota. Il complesso ospita una biblioteca dove sono custoditi più di mille manoscritti, ma anche svariate reliquie religiose, tra cui corone, abiti talari e incensieri. Quando il cielo è terso, dal monastero si gode un panorama sensazionale, con la vista che spazia fino alle isole Dahlak nel Mar Rosso.

Nella parte settentrionale del paese, non molto distante da Asmara, c’è Keren, una città dove si tiene un pittoresco mercato, crocevia di religioni, gruppi etnici e lingue diverse da tempo immemorabile. Pur essendo uno dei centri più belli dell’Eritrea, Keren ha mantenuto il suo aspetto di cittadina e proprio in questo risiede gran parte del suo fascino. Tra le attrattive principali spiccano il cimitero di guerra britannico, dove sono sepolti 440 soldati del Commonwealth, il santuario di St. Maryam Dearit e soprattutto il Tigu, il forte egiziano del XIX secolo che domina la città da nord-est. Molto bella è anche Nakfa, un minuscolo villaggio sperduto tra le montagne distante 220 chilometri da Asmara dove vedere la moschea, uno dei pochi edifici sopravvissuto ai recenti bombardamenti etiopici, il Den Den, un’inconfondibile montagna con due vette, e la cosiddetta città sotterranea, ovvero quella parte di città fatta costruire al di sotto del livello del suolo e accuratamente mimetizzata per sfuggire all’occhio degli aeroplani etiopici.

100 chilometri ad est di Asmara sorge Massaua (Massawa), una città profondamente diversa dalla capitale sotto tutti i punti di vista. L’atmosfera di Massaua è infatti tipicamente araba, soprattutto per via degli antichi legami instaurati con l’Arabia, dall’altra parte del Mar Rosso, senza contare che il centro è stato quasi raso al suolo durante la lotta di liberazione, con i bombardamenti a tappeto dell’esercito etiopico che rasero al suolo il 90% degli edifici. Terminata la visita alle attrattive del centro cittadino, ci si potrà rilassare al mare, o magari ci si potrà dedicare a qualche attività come ad esempio le immersioni subacquee, la pesca, lo snorkeling e lo sci d’acqua. Al largo della costa eritrea ci sono circa 350 isole, 209 delle quali formano l’arcipelago delle Dahlak. Prevalentemente spoglie e aride, le isole sono molto basse sul livello del mare, senza contare che buona parte di esse sono interdette al turismo per via della totale assenza di strutture. Le più visitate sono Green Island, Dahlak Kebir, la più grande, Dissei, Seil, Madote, Dur Gaam, Dur Ghella, Harat, Dohul e Enteara.

Nell’ovest le attrazioni di rilievo non sono molte e distano parecchio l’una dall’altra. Una cittadina interessante è Agordat, il capoluogo della provincia di Barka, un centro di neanche 15.000 abitanti dall’atmosfera irresistibilmente araba in cui vedere il vecchio palazzo del governatore, la moschea ed il pittoresco mercato. Poco distante c’è Barentu, il cuore del territorio dei Cunama, uno dei più affascinanti gruppi etnici dell’Eritrea, mentre altri 120 chilometri ad ovest, a soli 45 chilometri dal confine sudanese, si incontra Teseney, un insediamento di circa 30.000 abitanti dall’atmosfera intrigante, diversa da qualunque altra città dell’Eritrea. Crocevia tra due paesi, Teseney è da sempre luogo di incontro, stazione commerciale e luogo di contrabbando per numerosi gruppi etnici, sia sudanesi che eritrei.

Le condizioni climatiche dell’Eritrea sono profondamente influenzate dalla morfologia del territorio. La bassa regione orientale è nettamente la zona più torrida, con le temperature che oscillano tra 30 e 39 gradi da giugno ad agosto, e tra 25 e 32 tra ottobre e maggio, senza contare l’alto tasso di umidità; lungo la costa le precipitazioni non superano i 200 mm annui e si concentrano prevalentemente tra dicembre e febbraio. Nella Dancalia non piove quasi mai e le massime possono raggiungere i 50 gradi, mentre nella zona degli altipiani la temperatura media annua è di 18 gradi. Maggio è il mese più caldo, con temperature diurne che possono toccare i 30 gradi, dicembre, gennaio e febbraio sono invece quelli più freddi, con le minime che scendono fin sotto lo zero dando luogo ad un’escursione termica tra giorno e notte anche di 20 gradi. Nelle province occidentali i valori vanno da 30 a 41 gradi in estate, e da 13 a 25 gradi in inverno.

L’unico aeroporto internazionale del paese è situato 6 chilometri a sud-ovest di Asmara, da cui partono frequenti mezzi pubblici diretti allo scalo. Varcare i confini nazionali via terra è impossibile provenendo dall’Etiopia, dato che i trasporti sono sospesi a causa delle tensioni tra i due paesi, difficile dal Sudan e molto più semplice da Gibuti, con il quale l’Eritrea ha normalizzato i rapporti. I porti principali del paese sono quello di Massaua e quello di Assab, anche se le navi per passeggeri che vi fanno scalo sono davvero poche. Gli spostamenti all’interno dello stato possono avvenire in autobus, tramite le diverse linee di mezzi a lunga percorrenza che mettono in comunicazione tutte le principali località del paese, o noleggiando un’automobile, mentre i trasporti ferroviari lungo l’unica linee preesistente, la vecchia Asmara-Massaua, sono stati sospesi alcuni anni fa.

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