L’India, il cui nome ufficiale è Repubblica dell’India, è uno sterminato stato di circa 1.150.000.000 persone situato nella parte meridionale dell’Asia, confinante con l’Oceano Indiano a sud, con il Mar Arabico e con il Pakistan a ovest, con il Golfo del Bengala, il Bangladesh e la Birmania a est, con la Cina, il Nepal ed il Bhutan a nord. Già dal numero dei paesi e dei mari che condividono i propri confini con l’India si intuiscono le dimensioni dell’immensa repubblica che, con 3.287.590 km², rappresenta il settimo paese per estensione geografica al mondo ed il secondo, dopo la Cina, per numero di abitanti.
Dal punto di vista geografico l’India, che si trova a nord dell’equatore, comprende centinaia di morfologie e di situazioni ambientali differenti, estremamente variegate, così che da nord a sud, da est ad ovest, si concentrano catene montuose di indicibile altezza, deserti infiniti, verdeggianti pianure, brulle ed aride steppe, contribuendo a generare un mix che è alla base del fascino esercitato da questo straordinario paese. Oltre alle differenze climatiche e geografiche, l’India è per antonomasia uno dei paesi socialmente più instabili al mondo, con la maggior parte della popolazione costretta a fare la fame o comunque a vivere in condizioni disagiate, ed una ristretta minoranza di nobili che ostentano sfacciatamente la propria ricchezza. Ed è così che il paese dei paradossi è diventato la dodicesima più grande economia al mondo in termini nominali, la quarta calcolando il potere d’acquisto. Le recenti riforme hanno generato un boom economico senza eguali al mondo, superiore addirittura a quello cinese, non riuscendo comunque a garantire condizioni minime di vivibilità alla maggior parte degli abitanti.
La storia della penisola indiana è un lungo ed intricato percorso attraverso centinaia di migliaia di anni, tanto che le più antiche testimonianze di vita umana sono datate addirittura all’età della pietra, ovvero 3/4 milioni di anni fa, mentre i primi insediamenti permanenti comparvero “solo” 9.000 anni or sono, sviluppandosi poi nel corso di altri 4.000 anni nell’evoluta Civiltà della valle dell’Indo, assoluta dominatrice della regione intorno al 3.000 a.C. Con l’avvicinarsi all’anno 0 d.C. il paese andò progressivamente frammentandosi sotto forma di numerosi piccoli regni e di repubbliche chiamate Mahajanapadas. Un primo tentativo di riunificare il continente sotto un solo sovrano venne compiuto dall’Impero Maurya di Chandragupta Maurya, anche se l’apogeo politico e sociale venne raggiunto sotto la dominazione dell’imperatore Asoka. A cavallo tra il IX ed il XI secolo, le invasioni di tribù provenienti dal Medio Oriente fecero si che la parte settentrionale dell’India finisse per cadere sotto il dominio di sultanati e regni islamici, che repressero duramente la religione induista. La vera svolta avvenne però nel XVI secolo al momento dei primi sbarchi di coloni francesi, olandesi, portoghesi e soprattutto inglesi, che in breve tempo finirono per assoggettare quasi tutta la penisola ed i suoi abitanti. Nel 1856 tutta l’India era controllata dalla Compagnia Inglese delle Indie Orientali, contro la quale gli abitanti si ribellarono appena un anno dopo, nel 1857, scatenando la Prima guerra di indipendenza indiana, indipendenza che in realtà sarebbe arrivata solo un secolo dopo, il 15 agosto 1947, grazie anche agli sforzi profusi da due grandi personaggi come Mahatma Gandhi e Jawaharlal Nehru.
La capitale è Nuova Delhi, o New Delhi, un centro di poco meno di 300.000 abitanti inserito all’interno dell’immensa conurbazione urbana di Delhi, una megalopoli capace di ospitare 13.700.000 persone. La confusione che attanaglia Delhi può anche suscitare un vero e proprio shock nel visitatore che vi giunge per la prima volta. Ma non permettete alle prime impressioni di far passare in secondo piano gli aspetti positivi di questa autentica metropoli multidimensionale e non perdetevi i suoi gioielli: monumenti antichi affascinanti, splendidi musei, un vivace panorama artistico ed alcuni tra i più deliziosi ristoranti del subcontinente. Delhi offre inoltre una vivace mescolanza etnico-culturale; una volta in città, si sentiranno parlare un guazzabuglio di dialetti e lingue diverse, tra cui soprattutto l’hindi, l’inglese, il punjabi e l’urdu. Per quanto riguarda la struttura urbana poi, Delhi racchiude due mondi completamente diversi tra loro: il “vecchio” ed il “nuovo”, ciascuno dei quali rappresenta un’esperienza a sé stante deliziosamente peculiare. La vasta New Delhi fu costruita come capitale dell’India dell’Impero britannico dagli inglesi; la rumorosa e turbolente Old Delhi ha svolto invece la funzione di capitale dell’India islamica. I visitatori potranno facilmente immergersi in entrambe, dedicando mezza giornata alla visita del Red Fort, della Jama Masjid e dei bazar dall’atmosfera orientaleggiante di Old Delhi, e l’altra metà a riprendersi davanti ad un ottimo cappuccino o ai freschi cocktail in uno de bar o dei caffè trendy di New Delhi. Per coloro che avessero messo in preventivo solo una breve visita, Delhi offre ottime opportunità per lo shopping dell’ultimo minuto, grazie alla confluenza nella capitale di prodotti artigianali provenienti da tutta l’India.
La città più popolosa è Mumbai, chiamata fino al 1995 Bombay, che con i suoi 13.660.000 abitanti è la capitale dello stato del Maharashtra. Eccitante e carismatica, Mumbai è un misto di degrado, sovraffollamento e irreprensibile vitalità che riassume in sé il passato, il presente ed il futuro dell’India. Come i disinvolti, coloratissimi e folli fil in hindi che sforna a getto continuo, è una città che a vederla sembra avere ben poco senso, ma che comunque è sinonimo di divertimento garantito. Il centro è il motore economico del paese, ospitando le sedi delle più importanti industrie del paese, ma ciò nonostante la periferia è ricoperta dalle più grandi bidonville dell’Asia. E’ una metropoli multiculturale dove tutti partecipano alla vita quotidiana e si godono il fitto calendario di feste e manifestazioni, ma dove al tempo stesso la religione divide dando origine a posizioni politiche ambigue e talvolta violente. Pur sapendo di vivere nella capitale delle contraddizioni, i suoi abitanti sono rilassati e vivaci al contempo. Come turisti potete trascorrere una giornata tranquilla a guardare una partita di cricket improvvisata su un maidan, un “prato pubblico”, o ad ammirare i maestosi palazzi coloniali art dèco e poi ritrovarvi l’indomani immersi nel caos dei bazar cittadini o dei locali dove la sera si balla accanto alle stelline o aspiranti tali di Bollywood. Chi non si allontana dalla zona turistica di Colaba o si trattiene in città giusto il tempo di cercare un mezzo di trasporto con cui proseguire il viaggio vedrà solo una minima parte di ciò che Mumbai ha da offrire. Se invece trascorrete qualche giorno a passeggiare nei suoi diversi quartieri scoprirete che Mumbai saprà conquistarvi come nessun’altra metropoli indiana.
Se l’India del Sud è, come sostengono alcuni, un paese a sé stante, allora Chennai, spesso ancora chiamata Madras, ne è la capitale indiscussa. Fatta eccezione per il periodo in cui le piogge monsoniche si abbattono sulla città, la temperatura in ogni periodo dell’anno è sempre molto elevata e l’aria opprimente e inquinata come nella maggior parte del subcontinente indiano. Chennai non possiede l’atmosfera prospera e cosmopolita di Mumbai o il retaggio storico di Delhi, bensì è una città pratica abitata da gente che lavora, un agglomerato di quartieri che si espande in modo esponenziale. Dal punto di vista culturale, Chennai esercita da sempre un forte richiamo sui migliori intellettuali, artisti ed artigiani della regione; inoltre si distingue per il numero ed il livello delle sue scuole e per una lunga tradizione giornalistica ed editoriale. Quello che nacque 500 anni fa come un gruppo di villaggi sparsi su un vasto territorio oggi è la quarta città dell’India per dimensioni nonché una delle principali vie d’accesso al paese per le merci ed i viaggiatori provenienti dall’estero. Chennai è un centro molto conservatore, tanto che il lungi è il capo d’abbigliamento più diffuso, il consumo degli alcolici assi scarso e gli idli (ravioli di riso) il piatto più richiesto a colazione. Ma la città è anche una potenza economica e riveste un ruolo di primo piano nell’industria cinematografica che produce film in lingua tamil. Dal momento che possiede soltanto pochi luoghi di interesse turistico, Chennai si visita abbastanza velocemente. Tuttavia trascorrere un paio di giorni a gironzolare in uno studio cinematografico, a curiosare nei mercati di George Town o di Theagaraya Nagar e a passeggiare lungo Marina Beach al tramonto sarà un’esperienza gratificante che consentirà di capire il tipo di vita che si conduce nell’India del Sud.
Kolkata, Calcutta, come si chiamava in passato, è la seconda città dell’India in ordine di grandezza ed evoca immagini di sofferenza umana a quasi tutti gli occidentali. Ma ai bengalesi questa visione unilaterale della loro vivace capitale dà decisamente fastidio. In ambito locale, infatti, Kolkata è considerata il centro culturale ed intellettuale del paese. Molti grandi eroi indiani del XIX e del XX secolo erano originari del luogo, tra cui il filosofo e guru Ramakrishna, il poeta vincitore del premio Nobel Rabindranath Tagore ed il celebre regista Satyajit Ray. Ci sono decine di spazi dove vanno in scena spettacoli di danze bengalesi, poesia, arte, musica, cinema e teatro, valorizzando così l’ipotesi che descrive Calcutta come la capitale culturale dell’India. Nonostante la povertà sia comunque sempre sotto gli occhi, l’elegante bel mondo bengalese continua a frequentare i sontuosi club all’inglese, le corse di cavalli al Calcutta Racetrack e a giocare rilassanti partite di golf in alcuni dei migliori campi del continente. In quanto ex capitale dell’India inglese, Kolkata conserva una gran quantità di edifici coloniali, parecchi dei quali sono semidiroccati e costituiscono un soggetto fotografico ideale. In città ci sono ancora molti quartieri poveri, ma si stanno sviluppando anche dinamici sobborghi moderni, una serie di centri commerciali dotati di aria condizionata ed alcuni tra i migliori ristoranti dell’India. Più accogliente delle altre città megalopoli indiane, Kolkata è una città più da vivere che da visitare. Evitate però di venire tra maggio e settembre, a meno che non siate pronti a stare sotto l’acqua dal mattino alla sera.
Se da un lato la bellezza delle più grandi città è innegabile, dall’altro l’India presenta un territorio rurale meraviglioso, quanto mai variegato, capace di ospitare una flora ed una fauna caratterizzati da un’accentuata biodiversità. La copertura forestale del territorio è estremamente variegata e va dalle foreste pluviali tropicali delle Isole Andamane, della regione nord-orientale e dei Ghati Occidentali, alle conifere che ricoprono le pendici dell’Himalaya. Tra queste due estremità si estendono le foreste decidue delle regioni umide dell’India orientale, le steppe delle zone più secche dominate dal tek ed i boschi del Deccan centrale e della pianura gangetica occidentale dove spadroneggia l’Acacia nilotica. Moltissime sono le specie animali, molte delle quali purtroppo a rischio estinzione. Tra le più conosciute a livello mondiale spiccano la tigre del Bengala, il Leone asiatico e il grifone del Bengala.
La gastronomia è tra le più succulente del continente asiatico, anche se, quantomeno all’inizio, occorrerà un po’ di coraggio nell’assaggiare alcune pietanze tipiche tanto buone al sapore quanto poco invitanti alla vista. Buona parte dei piatti prevedono un massiccio utilizzo di erbe e spezie, come il Garam masala, una mistura di spezie abbastanza piccante. Alla base della cucina indiana stanno comunque il riso ed il frumento, prodotti semplici e di basso costo. Un buonissimo dolce tipico preparato con lo yogurt è lo Shrikhand.
Quasi tutte le festività celebrate in India sono di carattere religioso e quindi, vista la grande frammentarietà dei culti all’interno dello stato, variabili a seconda della porzione di territorio presa in considerazione. Tra le principali ricorrenze legate al culto divino vi sono Onam, Thai Pongal, Natale, Holi, Vijayadasami, Durga Puja, Eid ul-Fitr, Diwali, Bakr-Id, Buddha Jayanti e Vaisakhi. Le festività nazionali di carattere sociale e politico ufficialmente riconosciute sono tre, ma molte altre si celebrano in maniera differente in ogni singolo stato.
I climi presenti nel territorio indiano sono moltissimi. Si passa dal desertico ad ovest, al glaciale ed alpino a nord, dal tropicale umido al tropicale secco delle zone sud-occidentali e delle isole, dal subtropicale all’arido. Tra le variabili maggiormente influenti nella determinazione delle specificità climatiche spicca la conformazione morfologica del terreno; a nord, presenta le grandi alture dell’Himalaya e dell’Hindu Kush, fondamentali per proteggere l’India dalle discese di aria gelida dall’Asia centrale; nella parte centrale del paese, il Deserto di Thar svolge la fondamentale funzione di assorbire l’umidità dei venti carichi del monsone estivo che spirano verso sud. In generale, perciò, non esiste un periodo migliore di un altro per visitare l’India, potenzialmente ideale ad ogni stagione in relazione alla tipologia di vacanza da effettuare ed alle zone che si abbia intenzione visitare.
Per raggiungere l’India si avranno a disposizione sei aeroporti internazionali: l’Indira Gandhi International Airport di Delhi; il Chennai International Airport; il Lokpriya Gopinath Bordoloi International Airport di Guwahati; il Sahar International Airport di Mumbai; il Netaji Subhash Chandra Bose International Airport di Calcutta; ed il Trivandrum International Airport di Thiruvananthapuram. I trasporti pubblici indiani versano in condizioni di grande arretratezza e solo raramente possono costituire un valido aiuto per muoversi in città. La rete ferroviaria nazionale, la Indian Railways, pur palesando ancora gravi lacune è la più estesa al mondo e la quarta in termini di utilizzo, con più di sei miliardi di viaggiatori all’anno. Per i prossimi anni sono in già in progetto decine di infrastrutture e di servizi correlati al settore dei trasporti che dovrebbero ulteriormente lanciare il paese in ambito internazionale.