Purtroppo l’Afghanistan è noto al resto del mondo soprattutto per le vicissitudine politiche, ma spingendosi oltre le immagini messe in onda dai telegiornali si potranno scoprire aspetti entusiasmanti di un paese da sempre crocevia di culture e popoli. Abitato da quasi 32.000.000 di persone, l’Afghanistan confina con l’Iran ad ovest, con il Pakistan a sud-est, con il Turkmenistan, l’Uzbekistan e il Tagikistan a nord, e con la Cina tramite la sua estremità orientale: il corridoio del Vacan. A partire dal 2004, dopo la caduta del regime talebano, lo stato ha un nuovo ordinamento ed una nuova costituzione, ma la stabilità politica è tuttora minata da gravi episodi di sangue, la maggior parte dei quali riguardano la capitale Kabul.
La montuosa regione dell’odierno Afghanistan vanta una storia ricca, nobile, costellata di grandi popolazioni che hanno fatto la storia del continente asiatico e non solo. Kabul, in passato nota come “la crocevia dell’Asia centrale”, si trova in una posizione strategica, dalla quale sono transitati persiani, greci, arabi, mongoli, turchi, britannici e sovietici, senza contare il recente avvento degli Stati Uniti. Attualmente il paese vive una fase di calma apparente, dato che il governo del presidente in carica Hamid Karzai è fortemente osteggiato dai talebani insediatisi nella parte sud-orientale del paese, nei pressi del confine con il Pakistan, anche se il sentimento popolare è quello di voler lasciarsi alle spalle una volta per tutte le difficoltà politiche e sociali che hanno afflitto il paese negli ultimi decenni.
La capitale e la città più grande e popolosa dell’Afghanistan è Kabul, metropoli di oltre 3.500.000 abitanti situata nella parte centro-orientale del paese, collegata al confine con il Tagikistan da un tunnel scavato sotto le montagne dell’Hindu Kush. Nonostante i danni arrecati dalla guerra, la parte più antica della capitale è ancora molto suggestiva, in grado di coinvolgere tutti i sensi del visitatore che si trovi a passeggiare per le strette vie imbandite di mercanzie e per i tanti bazar dislocati a macchia di leopardo. Numerosi sono i luoghi di interesse culturale, tra i quali ricordiamo alcune importanti moschee, tra le quali la Mosche Shah Do Shamshera, il mausoleo di Nadir Shah, la tomba di Timur Shah, il Minar-i-Istiqlal, ovvero il “Faro dell’Indipendenza”, e la tomba di Babur, circondata dagli omonimi giardini. Da non perdere anche il Museo di Kabul, il museo nazionale dell’Afghanistan, ospitato all’interno di un edificio a due piani costruito nel 1922 nella parte sud-occidentale della città, presso il quale si avrà modo di conoscere in maniera esaustiva la storia di questo sfortunato paese.
Una destinazione turistica interessante è Kandahar, metropoli di quasi 500.000 abitanti situata nella parte centro-meridionale dell’Afghanistan, all’interno dell’omonima provincia. Antica capitale dello stato durante la dominazione della dinastia Durrani, Kandahar è tuttora il capoluogo culturale dell’etnia Pashtun, che va particolarmente fiera soprattutto della Mosche del Mantello Sacro, all’interno della quale è custodito il mantello di Maometto, una reliquia di inestimabile valore per la religione islamica. Da non perdere la tomba di Ahmad Shah Durrani, situata nel cuore del centro, che ospita numerosi oggetti personali del carismatico sovrano settecentesco, ed il Santuario di Baba Wali, che si trova alla periferia della città lungo la Arghandab Valley, contraddistinto da cinque cupole azzurre che proiettano la propria ombra sulle terrazze delimitate dagli alberi di melograno.
Di grande spessore storico-culturale è Herat, un tempo tranquilla oasi di pace per i viandanti nel deserto ed oggi capoluogo dell’omonima provincia situata tra i monti dell’Afghanistan centrale e il deserto del Karakum. Anche se i recenti trascorsi di guerra hanno danneggiato il suo patrimonio architettonico, Herat vanta una cittadella antica costellata di edifici di inestimabile valore culturale, alcuni dei quali furono originariamente costruiti addirittura da Alessandro Magno. L’attrattiva principale della città è la Masjid-al-Jami, ovvero la “Moschea del Venerdì”, che si staglia contro il cielo azzurro nella piazza principale del centro. Costruita una prima volta nel XIII secolo sotto la dinastia dei Ghoridi, la moschea fu riprogettata sul finire del XIV secolo, periodo a cui risalgono le incantevoli decorazioni in ceramica smaltata in diverse sfumature blu che hanno reso celebre l’edificio. Sempre a Herat si possono visitare il mausoleo della Regina Gawarshad, un capolavoro di epoca timuride decorato con mosaici colorati, e la madrassa di Gawarshad, la scuola coranica antistante al mausoleo.
Al di fuori delle città principali, sono da vedere innanzitutto i due siti inseriti dall’UNESCO tra i patrimoni mondiali dell’umanità: il minareto ed i resti archeologici di Jam, tutelati a partire dal 2002, ed i resti archeologici della Valle di Bamiyan, sotto controllo dal 2003. A causa della precaria stabilità politica dell’Afghanistan, entrambi i siti sono annoverati nella lista di quelli in pericolo, anche se attualmente il loro stato di conservazione è complessivamente buono. Il Minareto di Jam, alto 65 metri, è una meraviglia architettonica risalente al XII secolo, quando venne costruito nella profonda vallata di un fiume che scorre tra impervie montagne nell’odierna provincia di Ghur. La qualità delle sue decorazioni non è seconda a nessun altro edificio del paese, con l’elaborata copertura in mattoni che presenta una meravigliosa iscrizione in piastrelle blu in sommità. Altrettanto sensazionali sono i resti archeologici della Valle di Bamiyan, lungo la quale si può fare una panoramica dello sviluppo artistico e religioso del paese dal I al XIII secolo. Il complesso archeologico, tristemente famoso anche per lo scempio compiuto dai talebani nel 2001 nei confronti delle due statue di Buddha in piedi, comprende santuari e monasteri buddhisti, ma anche edifici costruiti durante il periodo islamico.
Una delle avventure più affascinanti che si possono compiere in Afghanistan è la scalata all’Hindu Kush, la catena montuosa propaggine del Pamir, dell’Himalaya e del Karakorum, la cui vetta più alta tocca i 7.690 metri di altitudine. Particolarmente scenografico dal punto di vista paesaggistico è il Bololo Canyon, dove due scoscese e brulle pareti di roccia dai riflessi ramati delimitano uno stretto canale percorso da un torrente cinto da due sottili strisce di verde. Alle pendici della catena dell’Hindu Kush sorge la spettacolare cittadina di Ghazni, famosa soprattutto per la tomba di Abdul Razzak e per il suo enorme bazar, ma anche per la presenza del Palazzo di Masud e di un’antica statua di Buddha.
Il clima è tipicamente continentale, contraddistinto da inverni rigidi e piovosi e da estati torride. Il mese più freddo dell’anno è gennaio, durante il quale la media delle temperature si ferma a -1 grado, mentre in luglio sale fino a 23 gradi, con massime che in certe zone del paese superano abbondantemente i 30. I giorni di pioggia all’anno sono non più di una trentina, la maggior parte dei quali si concentra nel corso della stagione invernale, quando si verificano anche abbondanti nevicate a quote relativamente basse. I mesi migliori per partire alla volta dell’Afghanistan sono aprile, maggio e ottobre, accomunati da temperature gradevoli e da precipitazioni pressoché assenti.
Gli aeroporti più importanti del paese sono quelli di Kabul, collegata agli scali nazionali e al resto del mondo dal Khwaja Rawash Airport (KBL), dal Kunduz Airport (UND) e soprattutto dal Kandahar International Airport (KDH), raggiungibile tra gli altri da Dubai, Francoforte e Istanbul. La rete ferroviaria nazionale è piuttosto limitata e non consente spostamenti veloci, mentre strade ed autostrade versano spesso in cattive condizioni, così da complicare e non poco gli spostamenti all’interno dei confini nazionali. In molti casi in modo migliore per muoversi in Afghanistan è prenotare il posto su uno dei tanti autobus che ogni giorno si inerpicano su e giù per le montagne, mettendo in conto che per compiere tratte anche brevi potrebbero occorrere diverse ore.
Il passaporto è necessario per entrare in Afghanistan e deve avere una validità resisua di almeno 3 mesi al momento dell’ingresso. Per modifiche riguardanti la validità residua ci si può informare presso gli Uffici diplomatici afgani in Italia o alla propria agenzia di viaggi. Il visto, anch’esso necessario per l’ingresso nel Paese, deve essere richiesto presso l’Ambasciata afgana a Roma. Vi sono restrizioni doganali per l’esportazione di tappeti e pietre preziose, che prevedono anche il pagamento di imposte.
Per chi decidesse di visitare il paese sappiate che permane un elevato e permanente rischio di attentati e rapimenti ai danni di cittadini stranieri in tutto il territorio nazionale.