Situato a cavallo tra l’Europa e l’Asia, l’Azerbaigian, o Azerbaijan, è una terra affascinante e ricca di contraddizioni. Pur vantando una storia costellata di grandi imperi, infatti, il paese è attualmente una giovane nazione in cerca di una propria identità, dato che quella precedente è andata totalmente perduta durante gli anni di dominazione sovietica. Per visitare l’Azerbaigian occorrono creatività ed immaginazione, dal momento che non è mai esistita una vera e propria industria turistica in un paese prevalentemente rurale in cui l’unica grande città è la cosmopolita capitale Baku, affacciata sul Mar Caspio e circondata da un territorio semidesertico dove a non mancare è unicamente il petrolio.
Fino al XX secolo, ed in parte ancora oggi, il nome Azerbaigian veniva utilizzato in senso ampio per identificare l’area etnicamente omogenea intorno a Tabriz e Ardabil, in Iran. Nell’arco degli ultimi 2.000 anni il paese ha cambiato non solo nome e regnanti, ma anche religione, lingua e persino gruppo etnico dominante, con persiani, arabi, turchi e russi che succedendosi al governo della regione la hanno arricchita con qualcosa di personale. Negli ultimi anni, dopo aver dichiarato l’indipendenza dalla Russia il 30 agosto 1991, l’Azerbaigian sta lottando per cercare di mettersi al pari delle più sviluppate nazioni uscite dal blocco sovietico, improntando la rinascita sul rilancio dell’economia che può giovarsi dei benefici indotti dai tanti giacimenti petroliferi presenti sul territorio nazionale.
Baku, la capitale dell’Azerbaijan, è la città più grande e multietnica del Caucaso. Poche metropoli al mondo stanno cambiando così in fretta, e in nessun’altra parte della regione caucasica Oriente e Occidente si fondono in modo più spettacolare ed allo stesso tempo caotico. Automobili secolari sono parcheggiate accanto a fiammanti Mercedes davanti a moderni palazzi di pietra, luccicanti grattacieli in vetro e cadenti palazzoni costruiti in epoca sovietica, mentre le vie pedonali alberate dell’elegante centro cittadino sono fiancheggiate da sale da tè e pub animati fino a tarda ora. Lo status di patrimonio mondiale dell’umanità conferitole dall’UNESCO non basta però a rallentare la trasformazione dell’affascinante città vecchia, cinta dalle folkloristicamente decorate mura medievali, che sta progressivamente trasformandosi in una specie di “city” finanziaria. Tra le cose da vedere spiccano la Torre della Vergine, la principale icona architettonica dello skyline cittadino, il Palazzo degli Shirvanshah, che risale al XV secolo ed è stato accuratamente restaurato nel 2003, ed il Sahidler Xiyabani, il monumento commemorativo costruito in memoria di quanti furono uccisi a Baku dall’Armata Rossa nel 1990.
La terza città dell’Azerbaijan per dimensioni e numero di abitanti è Sumqayit, situata poco distante da Baku. Un tempo rinomata località di villeggiatura grazie alla sua estesa spiaggia, Sumqayit fu trasformata in un vero e proprio incubo industriale quando, conclusasi la seconda guerra mondiale, buona parte dell’industria chimica sovietica vi fu trasferita in massa. Percorrendo la strada che da Baku va verso nord-ovest sono fin troppo visibili le inquietanti ciminiere e le tubature arrugginite che circondano la città, inserita dalla rivista Time tra le città con il più elevato inquinamento ambientale del mondo.
Scendendo nella parte centrale del paese si arriva a Ganja, la seconda città dello stato per numero di abitanti con i suoi 300.000 abitanti, che, nonostante una certa grandiosità sovietica, rappresenta sostanzialmente una tappa intermedia per i turisti diretti verso Xanlar e Goy Gol. La cosa di cui Ganja va più orgogliosa è di aver dato i natali al poeta Nizami Gangevi (1141-1209), dato che già a partire dall’inizio del XIII secolo una serie di terremoti, le ripetute invasioni da parte dei mongoli e più recentemente la dominazione sovietica ne hanno compromesso l’aspetto esteriore rendendola nettamente inferiore a Baku sotto quasi tutti i campi.
Addormentata tra verdeggianti montagne ricoperte di splendide foreste, Sheki è uno degli insediamenti più suggestivi dell’Azerbaijan nord-occidentale. Potendo vantare una ricca storia alle spalle ed alcune interessanti attrattive, la città è una delle poche a potersi fregiare di una sorta di turismo organizzato, con qualche sparuto gruppo di escursionisti e villeggianti in vacanza che si aggirano con tanto di guida per il centro testimoniando il potenziale di questa località. Tra le cose da vedere spiccano le imponenti mura perimetrali della Fortezza di Nukha, fatta costruire da Haci Celebi, e soprattutto il Palazzo del Khan, un edificio di due piani ultimato nel 1762 immerso in uno sfolgorante giardino di rose dove non si può fare a meno di rimirare due enormi platani che si dice abbiano ormai 500 anni.
Tra le mete più affascinanti dell’Azerbaijan spicca Xinaliq, un leggendario villaggio di montagna che non raggiunge i mille abitanti, ma che, con le sue case in pietra fuori dal tempo e spesso avvolte da una fitta coltre di nubi, è in grado di regalare emozioni anche al più scettico dei visitatori. Quando poi le nubi si dissolvono, ci si accorge di stare sulla cima di una montagna da cui si ammirano panorami mozzafiato a 360 gradi sulla catena del Caucaso. Oltre ai magnifici paesaggi, e ad un piccolo museo, Xinaliq offre ai turisti la possibilità di compiere escursioni a piedi fino all’atesgah, una piccola sorgente di gas naturale che brucia perennemente. Attualmente è in fase di studio la creazione di un Parco Nazionale del Sahdag che, se realizzato, comprenderebbe tutta l’area che va da Laza a Xinaliq, conferendo ulteriore prestigio ad una destinazione a cui di certo non manca fascino.
La stragrande maggioranza dei panorami più spettacolari del paese la sia ammira tra le montagne coperte di neve del Caucaso o tra le colline immerse in lussureggianti foreste che si ergono ai suoi piedi. Molto bella è la regione che si estende oltre Quba, dove si incontrano gli incantevoli boschi del Parco Nazionale di Alti Agac, delimitato dalle cosiddette Candycane Mountains, ovvero le “Montagne Bastoncino di Zucchero”, le cui alture vividamente striate di rosa e bianco sono disseminate di piccoli fossili dalla forma conica. Un elemento distintivo del paesaggio della zona è la sagoma del Besbarmaq Dag, il “Monte delle Cinque Dita”, che svetta su una pianura dall’alto dei suoi 520 metri di altezza. Questo picco dall’aria vagamente mistica è composto da una manciata di spuntoni rocciosi ai quali deve il proprio nome e rappresenta una destinazione allettante per gli amanti dell’arrampicata che, una volta in cima, vedranno ripagati i loro sforzi con la spettacolare vista sul Mar Caspio. Non lontano da Quba merita una visita anche il rudere di Qala Alti, una delle fortificazioni antiche meglio conservate del paese, che deve la propria costruzione all’esigenza difensiva dei persiani sasadini.
Per concludere la visita all’Azerbaijan non resta che passare in rassegna la sua estremità meridionale, la fascia costiera, che rappresenta il verde granaio dello stato. In questa regione le piantagioni di tè ricoprono ogni metro di campagna e gli alberi sono carichi di agrumi, mentre spingendosi qualche chilometro nell’entroterra si scorgono bucoliche montagne coperte di boschi che offrono terreno fertile agli appassionati di escursioni. Un buon punto di partenza per visitare i Monti Talysh è la piccola Masalli, mentre l’insediamento più grande della zona è Lenkoran, che conta 80.000 abitanti e presenta un curatissimo parco pubblico. Non lontano dalla città c’è invece il Parco Nazionale di Hirkan, istituito nel 2004 per tutelare il territorio ed i suoi splendidi boschi, mentre più a sud si estendono le spiagge di Astara, tra le meglio gestite del paese.
Il periodo migliore per visitare Baku e le altre zone pianeggianti dell’Azerbaijan è quello che coincide con la fine della primavera, ed in particolar modo con i mesi compresi tra aprile e giugno, quando il cielo è quasi sempre terso e la natura indossa il suo abito più bello. Anche ottobre è un buon mese per partire, dato che le giornate sono ancora calde e solo di notte le temperature si fanno frizzanti, con valori anche inferiori ai 10 gradi. Con l’arrivo dell’estate, che in pianura ed in particolar modo a Baku è accompagnata da un caldo umido e afoso, si apre la stagione del trekking in montagna, che fa segnare il proprio picco in luglio, quando tuttavia potrebbe essere necessario portarsi dietro qualche indumento pesante per la notte. L’inverno è mite sulle coste del Mar Caspio, ma molto freddo nell’entroterra, dove la colonnina di mercurio può precipitare anche fino a -20 gradi e la neve può paralizzare strade e città.
Il centro nazionale dei trasporti è ovviamente Baku, servita dall’Heydar Eliyev International Airport, lo scalo aereo più trafficato del Caucaso, con voli da e per numerose destinazioni europee, russe e asiatiche. Una volta a terra, per muoversi entro i confini nazionali si potrà disporre di autobus a lunga percorrenza, che tuttavia devono confrontarsi con una rete stradale non proprio impeccabile, e di qualche treno, anche se le linee ferroviarie tuttora operative non sono molte. Da Baku partono inoltre traghetti che attraversano il Mar Caspio raggiungendo Turkmenbashi, in Turkmenistan, e Aktau, in Kazakistan.