Molto tempo prima che Marco Polo la definisse l’isola di queste dimensioni più bella del mondo, lo Sri Lanka aveva fatto la sua comparsa nella letteratura greca, egizia e indiana, dove era conosciuto rispettivamente con i nomi di Taprobane, Serendib e Lanka. L’aurea di mistero che circonda l’isola coinvolge i sensi fin dall’arrivo, con la sua densa aria calda, la vegetazione lussureggiante, la sinuosità dell’alfabeto singalese, le bandiere di preghiera multicolori e il caleidoscopio di sari, frutti, gioielli e spezie esposti nei mercati. Pur essendo un’isola piccola, lo Sri Lanka offre una gamma di attrattive davvero straordinaria: spiagge orlate di palme, coste battute da venti imperdibili per i surfisti, suggestive danze come quelle di Kandy, processioni di elefanti e favolosi templi da visitare nei giorni di poya, ovvero di “luna piena”.
I primi abitanti dello Sri Lanka furono i Vedda, una popolazione aborigena di origine munda. La religione buddista fu introdotta sull’isola verso la metà del III secolo a.C., contemporaneamente allo sviluppo delle prime città di Anuradhapura e Polonnaruwa. Nel XVI secolo i portoghesi furono i primi europei a mettere piede nello Sri Lanka, successivamente colonizzato dagli olandesi nel XVII secolo. Nel 1796 l’intera isola fu ceduta al Regno Unito, che mantenne il controllo sul territorio fino al 1948, quando Ceylon si dichiarò indipendente. Negli ultimi 60 anni la stabilità politica del paese è stata minata più volte, prima dall’assassinio del primo ministro Solomon Bandaranaike, e poi dalle violenze compiute verso la metà degli anni ‘80 in seguito ad un attacco a soldati singalesi da parte delle Tigri per la Liberazione del Tamil Eelam.
La capitale è Colombo, un centro abitato da più di due milioni di persone affacciato sulla costa sud-occidentale dell’isola. Il centro più grande e popoloso del paese è un crogiuolo di colori e culture, fuse in un suggestivo centro storico nel quale convivono palazzi dai tratti moderne ed antichi templi. Nonostante le critiche che gli vengono mosse da più parti, secondo le quali la città sarebbe priva di attrattive e non varrebbe la pena soffermarvisi, Colombo è una destinazione ideale per una visita di un paio di giorni, durante i quali visitare Pettah, facendosi largo a gomitate tra le bancarelle di strada, sostare nel tranquillo Viharamahadevi Park, dopo un viaggio sui tuk tuk che sfrecciano nel dedalo delle stradine, passeggiare al tramonto a Galle Face Green e ammirare il Tempio di Gangaramaya.
Una volta abbandonata Colombo, non ci si può esimere da una visita alla costa occidentale. Questo tratto di litorale ha una duplice personalità. Nel nord, la vecchia città balneare di Negombo è ancora frequentata da viaggiatori in cerca di una spiaggia nei pressi dell’aeroporto, ma avventurandosi più a settentrione si entra in una zona scarsamente popolata, fatta di piantagioni di cocco e villaggi di pescatori. Oltre all’antica città di Puttalam ed al suo mercato si estende il Wilpattu National Park, un bel parco popolato di elefanti e leopardi che, dopo anni di guerra, sta riacquistando il suo ruolo di importante attrattiva turistica. Procedendo da Colombo verso sud, la capitale sembra proseguire all’infinito, ma dopo una quarantina di chilometri il traffico diminuisce e si iniziano a vedere i tratti del bel litorale orlato indifferentemente di scogli o sabbia, con modeste guesthouse alternate ai più costosi resort. Alcuni viaggiatori purificano il proprio corpo nei centri ayurvedici, altri approfittano dell’idilliaco ambiente balneare per purificare l’anima. Questa regione è stata colpita duramente dallo tsunami, specialmente le basse aree al di là di Ambalangoda, ma si sta dando molto da fare per riprendersi e accoglie con calore i visitatori. La placida Hikkaduwa era il principale centro dei viaggiatori indipendenti del paese ed ancora oggi vanta un’atmosfera gradevolmente rilassante.
La parte meridionale del paese è una delle parti più belle ed avvincenti del territorio dello Sri Lanka. L’antica città portuale di Galle, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, gode ormai di fama internazionale quale una delle testimonianze meglio conservate del colonialismo in Asia. Lungo le vie del seicentesco Fort si affacciano vecchi edifici non restaurati che mostrano chiare influenze olandesi, portoghesi, inglesi e musulmane. Proseguendo lungo la costa, dietro un promontorio roccioso, Unawatuna si è lasciata alle spalle le devastazioni dello tsunami ed è tornata ad essere l’idilliaca località balneare che sognano molti viaggiatori. Sparse tra le città costiere ed i villaggi situati tra Unawatuna e Tangalla s’incontrano guesthouse spartane, costruite proprio di fronte agli splendidi break di Midigama, e pittoreschi resort a conduzione familiare con calette private. La popolare località balneare di Tangalla, con le sue lunghe distese di sabbia bianca, è stata travolta dalla furia del maremoto ed ora è in fase di ricostruzione. Nell’angolo più remoto dell’isola, le pianure dello Yala National Park ospitano leopardi, elefanti, scimmie ed altre specie animali. Man mano che si procede verso est, tratti di costa spettacolari si alternano ad un entroterra di un verde rigoglioso e vi sono molti siti importanti per la cultura locale, come i templi di Kataragama.
La Hill Country, situata nella parte centro-meridionale dell’isola, gode di una fresca ed eterna primavera, lontano dall’afa delle regioni costiere e dal caldo torrido delle pianure centrali e settentrionali. Tutto è verde e lussureggiante e gran parte del territorio è ricoperto dal brillante tappeto delle piantagioni di tè. Sebbene la cultura singalese sia nata nel nord del paese, in seguito al declino delle dinastie di Polonnaruwa agli inizi del XIII secolo il potere si spostò a sud-ovest, a Kotte e nella Hill Country. Il regno di Kandy resistette all’occupazione europea per più di 300 anni dopo che le regioni costiere si erano arrese, per cui la città di Kandy può essere considerata il cuore culturale e spirituale dello Sri Lanka.
A nord della Hill Country, una delle parti più aride del paese, si trova il cuore dell’antica civiltà singalese, chiamata all’epoca del suo massimo splendore Rajarata, Terra dei Re. Per 1.500 anni, nel corso dei quali si susseguirono dinastie, guerre, invasioni e missioni religiose in Asia, furono costruite dighe sempre più grandi e sistemi d’irrigazione sempre più ambiziosi, che fecero prosperare due grandi città: Anuradhapura e Polonnaruwa, oltre a molti altri splendidi centri della cultura buddhista della regione. Da molti anni il governo singalese e l’UNESCO lavorano congiuntamente per restaurare i siti antichi di quest’area. Il progetto denominato Cultural Triangle ruota attorno alle antiche capitali Kandy, Anuradhapura e Polonnaruwa, divenute il fulcro di un intenso turismo locale ed internazionale. Kandy è un buon punto di partenza per visitare le antiche città, poi potete risalire la costa orientale passando per Ampara oppure procedere verso l’entroterra lungo le belle strade della rete d’irrigazione di Mahaweli.