Il Kazakistan è il nono paese al mondo per dimensioni, ma è popolato da appena sedici milioni di abitanti. Negli ultimi anni, dopo il crollo dell'ex Unione Sovietica, si sta velocemente sviluppando e modernizzando, ma presenta ancora un certo fascino d'altri tempi, soprattutto nella zona meridionale. Abitato storicamente da pastori nomadi, che vivevano nelle infinite steppe e si spostavano per tutta la zona eurasiatica a seconda delle proprie necessità, fino al XX secolo non ebbe confini ben definiti, anche se nel XV secolo quello che forse può essere definito come il primo popolo kazako si impossessò del territorio.
In quanto terra libera, fu occupata nell'antichità da numerose popolazioni, tra cui i saci (o sciti), gli unni, diverse etnie turche, i samanidi ed i karakhanidi. Attorno al 1200 il territorio faceva parte del grande impero di Gengis Khan, e fu suddiviso tra i suoi discendenti alla sua morte; nei secoli successivi gli uzbeki si impossessarono di questa terra e fino al Settecento il khanato dei kazaki si presentava quindi come una confederazione di popoli nomadi, periodicamente invasa da tribù provenienti da est. Fu proprio nel XVIII secolo che i kazaki, chiedendo protezione agli zar russi contro i nomadi orientali, firmarono di fatto la propria condanna permettendo ai russi, poco alla volta, di annettere il territorio e sottomettere le popolazioni locali. Rivolte e sommosse non bastarono a fermare l'avanzata dei russi e fu così che già durante la Prima Guerra mondiale i kazaki servirono da manodopera nelle retrovie del fronte.
Successivamente, con l'avvento dei bolscevichi al potere, il partito nazionalista locale si schierò con essi; con l'abolizione del nomadismo stabilita dai sovietici tra il 1929 ed il 1930, una grave catastrofe si stava per abbattere sul popolo seminomade più grande del mondo: costretti ad abbandonare il proprio stile di vita per diventare coltivatori stanziali, i kazazki presero la decisione di uccidere le proprie mandrie piuttosto che consegnarle allo stato. Il fatto di non conoscere così bene l'agricoltura per assicurarsi la sopravvivenza, decretò la morte per fame e malattie di ulteriori migliaia di persone. Nei decenni seguenti, tra campi di lavoro e test nucleari sovietici, il Kazakistan visse uno dei momenti più bui della propria storia, ma con la dissoluzione dell'URSS e la proclamazione d'indipendenza, con le elezioni libere del 1994 Nazarbaev prese il potere -che conserva ancora oggi- dando una svolta decisiva, con l'apertura al libero mercato, alle sorti del paese. Oggi, pur non godendo di una grossa libertà di stampa e con una certa impronta di vecchio stampo sovietico riguardo alla possibilità di opposizione alle scelte del governo rilevata dagli osservatori internazionali, il paese gode di un buono stato di salute economico e di immense risorse energetiche naturali che gli assicurano un prospero futuro.
Chi decidesse di recarsi in questa terra alla scoperta del Kazakistan, dovrebbe tenere conto delle sue grandi dimensioni al momento di pianificare il viaggio. Con un mese a disposizione, si potrà visitare per intero il territorio, mentre con qualche settimana in meno si dovranno necessariamente fare delle scelte.
Ipotizzando di iniziare il viaggio da Almaty, principale città del paese nonché ex capitale, si potrebbero trascorrere un paio di giorni nella ricca metropoli; qui non bisognerebbe perdersi il grande Parco Panfilov con la sua Cattedrale Zenkov o ancora il Museo Centrale di Stato, che ripercorre l'intera storia del paese, senza dimenticare di prendere la funivia per Kok-Tobe, una collina situata a sud della città dalla quale si gode di un ottimo panorama.
A quanti decidano di spostarsi verso sud si raccomanda una visita a Shymkent, città di mezzo milione di abitanti estremamente vivace; i suoi mercati in particolare, tra cui il Bazar Ortalyk (o Verkhny) ed il Bazar Samal, sono molto interessanti e pittoreschi. Più che per le attrazioni che può offrire, la città va goduta nelle sue strade e nei suoi ristoranti per l'atmosfera che vi si respira.
Chi ama la natura può prendere in considerazione l'ipotesi di dirigersi ad est di Shymkent verso la Riserva Naturale di Aksu-Zhabagly, ai confini con l'Uzbekistan ed il Kirghizistan, all'estremità occidentale della catena del Talassky Alatau; la sua altitudine varia dai 1200 metri delle valli agli oltre 4200 metri del Pik Sayram. Qui, tra una flora ed una fauna molto variegata ed un paesaggio mozzafiato, si possono effettuare trekking ed escursioni, visitare i villaggi, avvistare animali o semplicemente godersi la straordinaria pace della natura.
Sempre nella zona meridionale del paese, la splendida Turkistan ospita l'importante sito di pellegrinaggio musulmano del Mausoleo di Yasaui; l'intera struttura è il complesso architettonico principale del Kazakistan e fu costruita nel XIV secolo in onore del primo grande santo turco Kozha Akhmed Yasaui.
Nella zona sud-orientale del paese, gli appassionati di trekking non vorranno perdere l'opportunità di scalare le vette del Tian Shan, con un'altitudine compresa tra i 5000 e gli oltre 7000 metri. Per effettuare al meglio tali imprese, alcune agenzie per il turismo montano ad Almaty organizzano trekking della durata variabile da una a tre settimane con prezzi dai mille euro in su.
Sempre in tema di montagne, nella zona orientale del paese, si possono effettuare escursioni sui monti nei dintorni di Ust-Kamenogorsk e nelle riserve naturali nelle vicinanze di Ridder, o ancora nella Valle di Naryn e nel Parco Nazionale di Katon-Karagay, fino agli incontaminati Monti Altai nel nord-est, al confine con la Russia; come si può vedere, le possibilità non mancano. In alternativa, nella zona centrale del Kazakistan si può optare per escursioni nelle sconfinate steppe prendendo come base di partenza la città di Karaganda.
Dopo aver visitato la moderna e futuristica nuova capitale Astana con i sui bizzarri edifici nel nord del paese, ci si può spostare nella zona occidentale sul Mar Caspio o sul Lago d'Aral; ad Aktau, località ex-sovietica tra il deserto ed il Mar Caspio lontano da tutto e da tutti, si può soggiornare come base d'appoggio per visitare nei suoi dintorni le necropoli di Koshar Ata, le formazioni rocciose del deserto o le moschee sotterranee della regione del Mangistau, la più suggestiva delle quali è probabilmente quella di Shakpak-Ata, datata X secolo.
Il Kazakistan è raggiungibile in aereo tramite gli aeroporti internazionali di Astana ed Almaty, ben collegati all'Europa (Mosca, Francoforte, Amsterdam e Praga) ed al resto del mondo; chi intendesse invece entrare nel paese via terra a bordo di un mezzo proprio può farlo semplicemente stipulando un'assicurazione a breve termine alla frontiera. I collegamenti con i paesi confinanti (Russia, Cina, Kirghizistan, Uzbekistan, Turkmenistan) avvengono principalmente in autobus, in treno o anche in fuoristrada, nelle zone più impervie e remote. Vista l'estensione del confine, il consiglio che si può dare è quello di informarsi in loco circa le condizioni, i mezzi e le destinazioni raggiungibili a seconda delle proprie esigenze, ricordando inoltre di informarsi preventivamente circa i visti necessari per uscire dal Kazakistan verso altre nazioni, fermo restando l'obbligo del visto per i cittadini italiani all'ingresso nel paese, facendo attenzione a non perder la carta di soggiorno che deve essere riconsegnata al momento della partenza.