Il Turkmenistan è uno dei paesi asiatici meno visitati in assoluto dai turisti, e ciò è davvero un peccato se si pensa alle bellezze di questa terra ed alla calorosa accoglienza del suo popolo nei confronti degli stranieri. Il territorio è abitato fin dalla Preistoria, ed in particolare nella zona del Kopet Dag sono stati rinvenuti segni di insediamenti agricoli risalenti all'Età del Bronzo. Da sempre terra di conquista, qui anche Alessandro Magno fondò una città, e successivamente i turchi selgiuchidi si appropriarono di alcune postazioni tattiche lungo la Via della Seta, prima che i mongoli di Gengis Khan portassero la morte e la distruzione.
Gli antenati dei turkmeni moderni probabilmente erano tribù nomadi dedite all'allevamento di cavalli che, data la loro natura errante, non intralciarono minimamente l'avvicendarsi di conquiste ed imperi sulla terra turkmena. Nel XIX secolo i russi giunti sin qui per civilizzare la regione incontrarono una durissima resistenza da parte delle tribù, che fu infine domata solo con il massiccio intervento dell'esercito zarista; successivamente, e solo due anni dopo la vittoria della rivoluzione bolscevica, anche la capitale Ashgabat fu conquistata dai sovietici. La guerriglia contro i russi durò tuttavia fino al 1936, per contrastare le direttive dell'autorità centrale che voleva rendere stanziali le tribù nomadi per far sì che queste si dedicassero all'agricoltura nei terreni collettivizzati; ciò decretò l'emigrazione di oltre un milione di turkmeni e la conseguente immigrazione di contadini russi che portarono con sé il proprio bagaglio di conoscenze di tecniche agricole, che di fatto cambiarono il volto al paese. Con il crollo del regime sovietico, il Turkmenistan dichiarò la propria indipendenza nel 1991 e l'allora Segretario Generale del Partito Comunista Niyazov mantenne il potere, diventando così il primo presidente della neonata Repubblica; il suo regime durò fino al 2006, anno della sua morte, e fu caratterizzato da un ossessivo culto della personalità, ancora oggi visibile nelle assurde statue in oro che lo ritraggono in tutto il paese.
Iniziando il proprio viaggio dalla capitale Ashgabat, si potrebbe considerare l'ipotesi di dedicarle al massimo un paio di giorni visitando alcuni dei suoi musei ed il grandioso Bazar di Tolkuchka, prima di spostarsi verso est in direzione dei siti archeologici di Merv e Gonur. Il primo in particolare è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco nel 1999 e, prima che i discendenti di Gengis Khan lo radessero al suolo, era uno dei principali centri islamici del mondo. Oggi rimangono solo alcuni tratti della cinta muraria della città, alcune fondamenta e molti frammenti di ceramica, ma è senza dubbio un luogo imperdibile per qualsiasi viaggiatore. Non lontano da Merv, gli scavi di Gonur rivelano la presenza di un'antichissima città abbandonata nella lontana Età del Bronzo e anche in questo caso vale sicuramente la pena sobbarcarsi il viaggio in fuoristrada per ammirare i templi del fuoco, il Palazzo Reale o la necropoli.
Prima di spostarsi nella zona settentrionale del paese, ci si può spingere fino alla sua estremità orientale per un'escursione alla Riserva Naturale di Kugitang; il suo nome, di origine persiana, significa “montagne quasi invalicabili”. La spettacolarità di questo luogo è data, oltre che dalle alte vette, anche dai canyon, dalle foreste e dal suggestivo Altopiano del Dinosauro; qui si sono conservate intatte e ben visibili numerose impronte di dinosauri vissuti oltre 155 milioni di anni fa. Se non bastasse questo spettacolo della natura, si segnalano all'interno delle riserva le Grotte di Karlyuk e la Grotta di Kyrk Gyz, dentro alla quale si trova anche una tomba anonima.
Attraversando il Deserto del Karakum per portarsi nella regione settentrionale, si passa dal villaggio di Darvaza, fatto demolire nel 2004 dall'ex presidente Niyazov in quanto non di suo gradimento... tuttavia, non lontano da qui la vera attrazione è rappresentata dai Crateri gassosi di Darvaza, crateri artificiali sorti in seguito ad esperimenti sovietici durante gli anni Cinquanta. Procedendo verso l'estremo nord, si giunge a Konye-Urgench -al confine con l'Uzbekistan- un tempo centro di grande importanza del mondo islamico distrutta più volte nel corso della storia dagli invasori stranieri; oggi è una località di quindicimila abitanti, che presenta comunque preziose testimonianze del suo glorioso passato; i suoi monumenti e mausolei sono infatti riconosciuti come Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco.
L'ultima parte del viaggio potrebbe essere quella che riguarda la zona occidentale del paese: rimanendo in tema di città antiche, la regione del Dekhistan è un luogo affascinante, e la sua capitale Misrian, al momento del massimo splendore, non era da meno delle già citate Merv e Konye-Urgench; per giungere qui occorre necessariamente essere provvisti di un mezzo proprio, vista l'assenza di mezzi pubblici. Per chi volesse dedicarsi invece ad attività di tipo naturalistico, la Gola di Yangykala è un ottimo sito per effettuare escursioni; le variopinte striature dei fianchi del canyon sperduto nel deserto offrono uno spettacolo suggestivo e la possibilità di accamparsi con la tenda nell'altopiano che lo sovrasta è qualcosa di impagabile.
Gli amanti delle camminate, infine, non vorranno perdere l'opportunità di un trekking tra le montagne che circondano Nokhur, sulla via del ritorno verso Ashgabat; il villaggio, da sempre isolato dal resto del mondo, è ancora oggi quanto di più autentico si possa trovare in Turkmenistan e le sue tradizioni sono rimaste intatte nei secoli, compresa la lingua parlata e l'abitudine di sposarsi solo all'interno della tribù. Non lontano da Nokhur, il lago sotterraneo di Kow Ata potrebbe essere l'ultima meta del viaggio, anche se un po' cara: raggiungibile attraverso una grotta ai piedi della montagna che scende per 65 metri all'interno della Terra, il tiepido lago cristallino che si presenterà alla vista attende soltanto di essere goduto.
Il Saparmurat Turkmenbaschi Airpot è l'unico aeroporto internazionale del paese, collegato alle principali località asiatiche da voli giornalieri nonché ad alcune importanti città europee come Francoforte, Londra e Mosca. Chi desiderasse entrare in Turkmenistan via terra ricordi che i varchi di frontiera sono aperti tutti i giorni dalle 9 alle 18; non esistendo collegamenti internazionali in autobus o treno da/per i paesi confinanti, occorre affidarsi ai taxi collettivi, marshrutka e semplici taxi per raggiungere le località di confine. In alternativa, per chi arrivasse dall'Azerbaigian, si segnala la possibilità di entrare nel paese in nave attraverso il Mar Caspio.