La Repubblica d’Abkhazia (Abcasia) si trova incastonata tra le sponde orientali del Mar Nero e le alte vette del Caucaso; il paese, non riconosciuto ufficialmente a livello internazionale – se non da pochissimi stati, tra cui la Russia – è de facto indipendente dagli anni Novanta, a seguito della terribile guerra con la Georgia, di cui faceva parte fino ad allora.
Nonostante i 3/4 del suo territorio siano montuosi e caratterizzati da un clima estremamente rigido, la zona costiera possiede un clima umido e subtropicale, il che rende questo piccolo paese decisamente particolare viste le sue ridotte dimensioni.
Il territorio è abitato fin dall’antichità (si parla addirittura di insediamenti risalenti a 35000 anni fa, nel Paleolitico), mentre le prime città furono fondate in riva al mare attorno all’VIII secolo a.C. dai Greci, prima che qui giungessero i Romani guidati dall’Imperatore Augusto. L’Abkhazia vanta una ricca e gloriosa storia, segnata anche dalla presenza, nel Basso Medioevo, di una colonia genovese di mercanti che qui stabilirono una base per i propri commerci sul Mar Nero.
Dopo che la regione fu annessa alla Russia nel 1810, un numero sempre maggiore di immigrati giunse dalle altre parti dell’Impero, principalmente armeni, georgiani e russi, nonché da greci in fuga dalle persecuzioni ottomane.
Nel 1921 il territorio fu dichiarato una Repubblica Socialista Sovietica, ma tale status si mantenne per soli dieci anni, quando fu presa la decisione di trasformare l’Abkhazia in una regione autonoma della Repubblica Socialista della Georgia; l’insegnamento della lingua georgiana fu introdotto obbligatoriamente nelle classi ed anche i nomi geografici locali furono sostituiti da toponimi georgiani.
Viste ignorate le proprie rivendicazioni di maggiore autonomia, il Consiglio Supremo della Regione decise di rimettere in vigore la Costituzione del 1925 sul proprio territorio; ciò scatenò immediatamente la guerra da parte della Georgia, che ebbe inizio nell’agosto del 1992. Circa un anno dopo, passando per lo sterminio di buona parte della popolazione locale e la distruzione del patrimonio storico e culturale perpetrato dall’esercito georgiano, l’Abkhazia fu finalmente liberata dagli invasori e nel 1994 poté infine ratificare una nuova Costituzione.
Oggi il turismo è nuovamente in aumento nel paese dopo gli anni difficili della guerra e della ricostruzione, ed è costituito principalmente da visitatori russi che scelgono la costa come luogo di villeggiatura estiva. La capitale Sukhumi si trova in una magnifica posizione in una baia dominata da alte vette, anche se purtroppo i danneggiamenti della guerra sono tuttora visibili nelle sue strade. Tra le principali attrazioni di questa cittadina si segnala il Forte che sorge sul lungomare, nonché il Museo Statale che ospita interessanti reperti archeologici della regione.
Spostandosi di qualche chilometro sulla costa in direzione nord, oltre a godere di un suggestivo panorama, si può raggiungere il Monastero di Novy Afon, fondato sul finire dell’Ottocento da alcuni monaci russi; come spesso accadde in epoca sovietica, la struttura fu utilizzata per altri fini “sociali”, trasformandosi in casa delle vacanze per operai. La maggior parte del flusso turistico di Novy Afon è tuttavia attirato dalle sensazionali grotte che vantano una capacità di tre milioni di metri cubi dislocati come un labirinto nel ventre della terra; il sito è aperto ai turisti dal 1975 ed il percorso al suo interno è di circa due chilometri, ad una temperatura media di 11°C.
La località di Gagra, invece, è la meta turistica per eccellenza dell’Abkhazia; la sua spiaggia è protetta alle spalle da montagne ricoperte di fitta vegetazione, e lo stesso centro cittadino vanta un discreto fascino. Nei pressi della città si trova anche la Basilica di Tsandrysph (risalente al VI secolo d.C., ma ricostruita più volte), considerata la più alta espressione architettonica nazionale; oltre alla straordinaria qualità dei materiali usati per la sua costruzione e decorazione, la prova dell’eccellente abilità degli architetti che la progettarono è data dall’impressionante acustica al suo interno.
Nella località di Bzyb (Bzipi), non lontano da Gagra, si possono visitare i resti della fortezza e della chiesa costruiti tra il IX ed il X secolo sulla collina rocciosa all’ingresso di una gola scavata dal fiume Bzyb; dal villaggio diparte anche una strada diretta verso nord che conduce al Lago Ritsa, circondato da un suggestivo paesaggio alpino a quasi mille metri di quota. La temperatura dell’acqua raggiunge in estate anche i 20°C, mentre in inverno, pur attestandosi su temperature rigide, non ghiaccia mai; il lago è oggi una delle mete turistiche più frequentate dell’intero paese.
A quanti desiderassero recarsi in Abkhazia si ricorda che prima di mettersi in viaggio occorre inoltrare formale richiesta per il visto, telefonando al Ministero degli Affari Esteri locale e spiegando la propria situazione in inglese, od eventualmente compilando l’apposito modulo on-line sul sito ufficiale del governo. Una volta entrati nel paese, bisogna presentarsi al già citato Ministero per ritirare il visto pagando la relativa tassa; si rammenta che tale documento è fondamentale per potere poi uscire dall’Abkhazia.
Non esistendo aeroporti internazionali sul suolo abkhazo, l’unica maniera di raggiungere la neonata Repubblica è di affidarsi ad un autobus, un taxi o una marshrutka in servizio lungo il confine.