L’Iraq rappresenta una di quelle nazioni il cui andamento storico ha incontrato turbolenze sociali, politiche ed economiche tali da riflettersi di rimando su quella ch’è oggi l’attualità del Paese. La sua ubicazione nella mappa del mondo coincide con la posizione occupata migliaia di anni fa dalla cosiddetta Mezzaluna fertile, l’antica Mesopotamia, ovvero la “terra dei fiumi” attraversata dal Tigri e dall’Eufrate, la culla di molte civiltà poi scomparse. Iraq deriva da Eraq, che si traduce con “terre basse” e confina nell’ambito del Medio Oriente con Giordania, Turchia, Arabia Saudita, Iran e Kuwait, Stato con cui condivide un’opulenta capacità petrolifera ch’è in vero il fulcro dell’economia nazionale. Il petrolio è sempre stato croce e delizia per la popolazione, vessata in tempi moderni dal regime autoritario del dittatore Saddam Hussein, unica voce politica per 25 anni prima della fragorosa caduta avvenuta nel 2003 a seguito delle due Guerre del Golfo culminanti con la dissoluzione del dispotismo baathista resa possibile dall’intervento di Stati Uniti e Gran Bretagna.
Storia antica dell'Iraq
Ben prima del bellicoso XX secolo e l’inizio del XXI, questo era un territorio glorioso e lussureggiante, calcato da fieri popoli che scoprirono e avviarono la fondamentale pratica agricola, primi fra tutti i Sumeri, che si stanziarono a Eridu per due millenni precedentemente all’avvento degli Accadi (2300 a.C.) e poi dei Gutei. Al 2200 a.C. risale la fondazione di Babilonia, la mitica città della “confusione delle lingue” (la biblica Babele), conquistata dai Persiani successivamente sconfitti dai Macedoni invincibili di Alessandro Magno. Una linea cronologica semplificata riporta in sintesi il subentro dei Romani di Diocleziano, dei califfati arabi e il feroce assedio di Baghdad da parte del temibile esercito mongolo, che vi penetrò dopo 12 giorni devastandola per buona parte.Vennero gli Ottomani e la Prima Guerra Mondiale, in conclusione della quale si gettarono le basi per la fondazione del Regno dell’Iraq, data 1921. Da questo momento si susseguirono schermaglie, ribaltamenti di stato, golpe, scotimenti politici e guerre civili, dittature e relative debacle.
Iraq e sicurezza
Pur molto provato da una storia onerosa e drammatica, l’Iraq rimane una meta di sicuro fascino turistico, non certo indenne da rischi che minano l’incolumità degli avventori ma pur sempre una terra ancora capace di sedurre e attrarre. La situazione attuale è ancora fluida, specialmente nel nord della nazione, ed anche il rischio di possibili attentanti nelle grandi città rimane ancora elevato. Consigliamo si seguire i consigli del sito di Viaggiare SicuriA prevalenza araba con minoranza curda, l’Iraq è così ripartito anche in ambito religioso, con i musulmani (sunniti in prevalenza ma anche sciiti) a farlo da padroni e qualche nucleo minoritario di fede cattolica. Lingue ufficiali sono arabo e curdo, senza considerare le centinaia di dialetti parlati nei diversi hinterland.
Cosa vedere in Iraq
Ma cosa si trova realmente davanti il turismo occidentale in visita? Assicuriamo uno spettacolo semplicemente gargantuesco, nel quale ogni sorta di attrattiva giganteggia scolpendosi nella memoria. Largo gente, innanzitutto c’è Baghdad, la storica capitale dominata da imponenti strutture sacre come il Santuario Khadhimiya e la Moschea di Abu Hanifa in Adhamiya. Il tessuto cittadino si compone dei caratteristici quartieri come Karrada e Al-Mansour, e dei popolari mercati Shorja e Rame, oltre ai parchi e all’esteso Zoo nazionale, i curiosi locali specializzati in tè arabo, kebab e spezie e le arterie cittadine come Al-Mutanabi, Abu Nawas (la strada degli eucalipti) e Al-Rasheed. Del vecchio regime resta il Palazzo di Saddam Hussein, danneggiato durante l’ultima guerra ma ancora in grado di concedere qualche sfarzoso sprazzo di lustro. A 80 km a sud della capitale c’è Al Hillah, dove giacciono i resti sorprendenti della vetusta Babilonia, ottava meraviglia del mondo con i suoi identificativi giardini pensili.Bisogna allontanarsi un po’, più o meno 350 km, per entrare a Erbil e ammirare il suo punto più alto, ovvero la Cittadella, fascinoso Patrimonio dell’Umanità UNESCO la cui superficie complessiva misura 110.000 mq. All’interno sorgono la Grande Moschea, il Museo del Tessuto Curdo e, inglobati in esso, il Museo della Civilizzazione, il Museo del Patrimonio Siriaco, la Minaret Gallery e la Shanidar Gallery. Sorprese architettoniche sono costituite dal Minareto Mudhafaria, dalla Moschea Jalil Khayat e dalla Cattedrale di San Giuseppe. Da frequentare per qualche ora il Mercato di Langa con le sue bancarelle delle pulci. La cittadina è ricca di centri commerciali e ristoranti tipici.
A sud ovest di Baghdad ma a 100 km s’erge l’urbanesimo di Kerbela, che richiede attenzione per la presenza magnifica del Santuario di Al-Husayn, spiccante sullo skyline cittadino. Dopo la capitale e Bassora, la città più popolata dell’Iraq è Mosul, purtroppo anch’essa interessata da guerra e stragi che l’hanno depauperata di molte valenti opere architettoniche. Per somma fortuna è sopravvissuto l’ex Minareto pendente Hadba. Una delle città più venerate dell’Islam è Najaf, meta di pellegrinaggio seconda solo a La Mecca e Medina e il cui cuore pulsante è la Moschea dell'Imām ʿAlī, vicino alla quale si estende il Wādī al-Salām, probabilmente il più vasto cimitero esistente al mondo.
Samarra vanta due eccezionali opere monumentali, il gigantesco Malwiya, minareto a forma di spirale eretto nell’era del Califfato abbaside, e il Santuario Askari con la Moschea d’Oro la cui cupola è composta da 72.000 pezzi d’oro. Gli appassionati di manieri si dirigano a Zakho, dove sorge il Castello di Qubad Pascha dall’inusuale forma esagonale. Visitare Nassiriya non è cosa facile al giorno d’oggi, ma se ci riuscite recatevi alle rovine delle città di Ur e Larsa, poi passate da una delle tante drogherie della città per fare incetta di favolose spezie.
A Kufa splende di luce propria la Grande Moschea, risale al VII secolo ed è stata fra le prime a essere edificata al mondo: posta su un’area di 11.000 mq, accoglie nove santuari e quattro minareti. È fra i pochi edifici ad avere un trattamento speciale, venendo regolarmente restaurata e continuamente impreziosita di ricchezze, oro, argento e rubini di vario tipo, marmi e piastrelle greche che si mantengono fresche anche nei picchi estivi, quando la temperatura all’interno sfiora i 40 gradi. Altra meta di pellegrinaggio è Lalish e i pellegrini vi si recano per visitare la Tomba dello sceicco Adi, riconoscibile per i peculiari tetti conici.
Naturalisticamente, l’Iraq alterna pianori desertici a promontori selvatici e spuntoni di roccia sovrastanti l’orizzonte. Alcuni villaggi e paesi sfruttano come possono l’andamento orografico, ponendosi come mete da osservare da lontano per visionarne e studiarne la particolare ubicazione. Vale dunque la pena fare un salto ad Amadiya, posta in cima a una montagna craterica, Rawandiz per le sue gole che ricordano i canyon statunitensi, e Aqrah, cittadina sparsa in un territorio contraddistinto da zone selvagge e aree rocciose.