Viaggio in Palestina, cosa visitare tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania

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Condividi Gianluca Galanti

È piuttosto complicato parlare della Palestina da un punto di vista turistico, non certamente per la mancanza di luoghi da visitare o esperienze da provare, quanto per il fatto che da quasi settant'anni (anche di più, in realtà), la situazione di questa terra è completamente fuori controllo.

Le decisioni prese dalla comunità internazionale (ONU e Gran Bretagna in primis) al termine della Seconda guerra mondiale, che invitavano gli ebrei di tutto il mondo a trasferirsi in questo territorio e prevedevano la nascita di uno stato ebraico a fianco di uno arabo nel territorio palestinese, furono la definitiva scintilla che preludeva allo scoppio di guerre e disordini in una regione storicamente instabile.

Non ci dilungheremo in trattati politici e prese di posizione, ma è impossibile non tenere conto di certe situazioni quando si parla di Israele e Palestina. A conti fatti ancora oggi, nel 2015, la Palestina non è riconosciuta a tutti gli effetti come uno Stato e i palestinesi vivono ormai prevalentemente in alcune porzioni di terra (la Striscia di Gaza e la Cisgiordania) lontane tra loro e circondate dai territori israeliani.
Questa è una doverosa introduzione per capire come un viaggio in Palestina non possa essere una semplice vacanza turistica con la macchinetta fotografica al collo, ma un'esperienza molto coinvolgente. Un modo di visitare la Palestina e di cogliere più nel profondo la sua complessità politico-culturale, è infatti quello di partecipare a uno dei numerosi campi di lavoro o volontariato che si svolgono nell’area. Tra i tanti progetti disponibili, segnaliamo per esempio la presenza di iniziative di sostegno alla raccolta delle olive, che prevedono la partecipazione attiva al raccolto in zone in genere sotto il pieno o parziale controllo israeliano.

La capitale palestinese – almeno sulla carta – è Gerusalemme Est, in Cisgiordania, anche se Israele la occupa militarmente dalla Guerra dei sei giorni (1967), quando la proclamò propria capitale incentivando gli ebrei a trasferirvisi. Come si può ben intuire, oggi come allora ogni singolo aspetto della vita e dall'amministrazione è oggetto di scontro e rappresaglia.
Gerusalemme Est, nonostante la difficile situazione, ospita sicuramente alcuni dei luoghi più interessanti da visitare, come la città vecchia, il mercato arabo, la Spianata delle Moschee, il Muro del Pianto e la Basilica del Santo Sepolcro.

Dieci km a sud di Gerusalemme si trova Betlemme: si tratta di una piccola cittadina di appena 30000 abitanti, universalmente conosciuta per essere, secondo la tradizione cristiana, il luogo della nascita di Gesù Cristo. La Basilica della Natività – iscritta nel Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO dal 2012 – è il luogo più visitato e frequentato dal turismo di carattere religioso, ma non solo. La città vecchia merita senza dubbio una visita, così come non si può tralasciare di dare un'occhiata all'assurdo muro di separazione costruito da Israele per dividere Betlemme dal territorio israeliano.
Qui è possibile anche organizzarsi per visitare, con il dovuto rispetto e il giusto spirito, anche alcuni campi profughi.

Ancora in Cisgiordania, ma più a sud, la città di Hebron (o Al Khalil, in arabo), ospita circa 200000 abitanti, in maggioranza arabi palestinesi. Anche in questo caso la divisione tra la zona sotto controllo palestinese e quella sotto il controllo israeliano comporta grosse difficoltà negli spostamenti (soprattutto per gli arabi). Qui, secondo la Bibbia, è sepolto il profeta Abramo. Sorge su quattro colline ed è considerata una delle città più antiche del mondo, essendo ininterrottamente abitata da non meno di cinquemila anni. Si tratta di una città universitaria, molto conosciuta per la sua produzione artigianale di vetro, ceramiche, oggetti di legno d'ulivo, tessuti e uva, con la quale si producono diverse specialità come la marmellata. A proposito di artigianato, oltre ad una doverosa visita al suq, consigliamo, per quanti fossero interessati, una visita alla Hirbawy Textile Factory, l'unica azienda che produce kufiyeh (kefiah) in Palestina. L'azienda fu fondata nel 1961 da Yasser Hirbawi e produce oggi appena 10000 kufiyeh all'anno, a causa delle difficoltà del mercato globale imposte dalla concorrenza cinese e dai posti di blocco israeliani. Se nel vostro viaggio in Palestina desiderate comprare un oggetto tradizionale e 100% originale, questo è il luogo giusto.

Ramallah, anche se non ufficialmente, è la vera capitale palestinese. Nonostante le ridotte dimensioni (circa 50000 abitanti), questa cittadina 15 km a nord di Gerusalemme è vivace, moderna, alla moda ed emancipata. Se in altre zone della Cisgiordania, più conservatrici, l'Islam è più intransigente, a Ramallah si possono trovare concerti, cinema, ragazzi che fumano narghilè nei bar e collettivi femministi.
A differenza di altre città non sono molti i luoghi religiosi da visitare, ma ve ne sono altri di assoluto interesse come la Tomba di Arafat presso il Mukataa (il quartier generale dell'Autorità Nazionale Palestinese) o il Ramallah Cultural Palace.
Nei pressi di Ramallah, a circa 5 km dalla città, alcuni piccoli villaggi (Jifna, Bittin, e Birzeith) meritano una visita ciascuno per le proprie peculiarità.

Gerico (Jericho), situata a pochi km dal confine con la Giordania, è probabilmente la più antica città del mondo: secondo gli archeologi, la sua fondazione sarebbe avvenuta nell'8000 a.C. Non è questo l'unico primato: è anche la città più bassa, nel senso di altitudine, poiché sorge nella depressione del Mar Morto, a -240 metri s.l.m. Tutt'attorno alla città di Gerico si trovano importanti testimonianze del passato: siti archeologici, monasteri e antichi palazzi si celano nel deserto e sulle colline di quest'area che è una delle culle della civiltà mondiale. Il Monte delle Tentazioni, il Monastero di San Giorgio, il sito di Qumran, Khirbet al Mafjar sono solo alcuni dei luoghi da scoprire prima, dopo o durante una visita a Gerico.
Per concludere il giro in Cisgiordania, ci si può concedere un po' di relax sul Mar Morto, il grande lago salatissimo situato nel luogo più depresso (parlando di altitudine) del mondo: siamo infatti a -410 metri s.l.m. e, nonostante il lago sia in pericolo per la progressiva diminuzione della sua superficie, resta ancora un'oasi straordinaria di pace e tranquillità. Certo, è impossibile e al tempo stesso stupefacente farvi il bagno (data l'alta concentrazione di sale, non ci si riesce ad immergere), ma è un luogo unico al mondo nella sua specificità.

La Palestina, come dicevamo in precedenza, non è formata solo dalla Cisgiordania, ma anche dalla Striscia di Gaza, una lingua di terra (lunga 40 km per 6 km di larghezza) affacciata sul Mar Mediterraneo e confinante sia con Israele che con l'Egitto. Qui la situazione è assai più complicata che in Cisgiordania, soprattutto per entrare o uscire dalla Striscia. I permessi da ottenere, i controlli, le domande dei militari sono a discrezione di Israele per chi passa dal checkpoint di Erez, nel nord. Un trattamento simile lo riceve chi tenta la sorte passando da sud, nel valico di Rafah (al confine con l'Egitto), aperto solo saltuariamente e gestito dai militari egiziani su un lato e dalla polizia di Hamas sull'altro. Chi passa da Rafah, inoltre, non può successivamente entrare in Israele. L'aeroporto di Gaza è chiuso dal 2000, per cui l'unica possibilità di accedervi è via terra.

A Gaza City, oltre alla disperazione dei suoi abitanti e alla distruzione di anni di bombardamenti e incursioni armate, ci sarebbero il Qasr al-Basha, oggi trasformato in museo, la Grande Moschea, i ristoranti della città vecchia con le strepitose specialità della cucina locale (l'alcool è però bandito) e, in tema più sociale, le visite con alcune ONG e organizzazioni umanitarie ai campi profughi. Ovviamente si tratta di situazioni in cui la gente vive da decenni in condizioni molto difficili, per cui occorre valutare bene il proprio stato d'animo prima di decidere la visita.
Sull'orrendo muro che divide la Striscia di Gaza dall'Egitto è infine possibile vedere e fotografare, anche se non con lo stesso spirito della East Side Gallery di Berlino, le scritte e i disegni dei cittadini palestinesi, ma anche di alcuni artisti di fama internazionale, come il muralista Banksy.

Come arrivare
L’arrivo in Palestina (Cisgiordania) è possibile solo attraverso Israele, tranne per il caso della Striscia di Gaza di cui abbiamo appena parlato.
Si consiglia quindi di muoversi con gruppi organizzati e, in ogni caso, facendo riferimento a qualcuno che possa fare da accompagnatore e che conosca bene le dinamiche dell’area. È necessario avere sempre una buona e convincente spiegazione del perché della propria visita per superare i controlli dei militari israeliani ai checkpoint.
Anche all’uscita dal Paese, in aeroporto, è necessario sottoporsi agli interrogatori da parte dei controlli israeliani, volti a valutare il grado di pericolosità – espresso con un valore che va da 1 (bassa pericolosità) a 6 (alta pericolosità) – e a negare l’eventuale permesso a tornare nell’area.

Articolo scritto con la collaborazione di Gabriella Dangelo.

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