Le Filippine, in filippino Pilipinas, sono uno stato di circa 93.000.000 di abitanti situato in un vasto arcipelago nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico. Dal punto di vista geografico, le Filippine comprendono 7.107 isole, bagnate ad ovest dal Mar Cinese Meridionale e dal Mare di Sulu, a nord dallo Stretto di Zulon, ad est dal Mare delle Filippine e a sud dal Mare di Celebes. Gli stati più vicini sono Taiwan a nord, la Cina a nord-ovest, il Vietnam ad ovest ed il Borneo a sud-ovest. L’ordinamento politico del paese, che ottenne la propria indipendenza alle soglie del XX secolo, è la repubblica, al momento presieduta da Gloria Macapagal-Arroyo e dotata di una propria legislatura eletta. Nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi decenni, le Filippine sono un paese in difficoltà, economica e sociale, con la maggior parte della popolazione che sopravvive in condizioni disagiate ed una ristretta cerchia elitaria che vive nel lusso più sfrenato. L’attività turistica, in un paese scenograficamente incantevole e dalle mille risorse, rappresenta indubbiamente una risorsa importantissima che, se sfruttata a dovere, potrebbe riuscire a risollevare le sorti di questo dimenticato angolo di paradiso.
Il primo europeo a mettere piede nelle Filippine fu Ferdinando Magellano, che approdò sull’isola di Homonhon, a sud-est di Samar, il 16 marzo 1521. In seguito a questo primo sbarco, gli spagnoli intensificarono la loro presenza nell’arcipelago, colonizzando stabilmente un gran numero di isole che rimasero sotto il nome di Nuova Spagna dal 1565 al 1821, e che successivamente, per un’altra settantina d’anni, rimasero comunque amministrate da Madrid. In questi secoli vennero costruite molte città ed il cristianesimo divenne progressivamente la religione dominante grazie all’opera dei missionari. Il 1896 fu l’anno della svolta. La popolazione si rivoltò contro il dominio spagnolo scatenando la Rivoluzione filippina, culminata due anni più tardi con la proclamazione di indipendenza e la costituzione della Prima Repubblica delle Filippine. Ciò nonostante, nel 1898, il Trattato di Parigi stabilì che a regnare sulle Filippine sarebbero stati gli Stati Uniti, pesantemente osteggiati dalla popolazione fino al 1913. Allentando anno dopo anno la presa sul paese, gli USA consentirono a Ferdinand Marcos di instaurare una dittatura, andata avanti dai primi anni ’70 al 1986, anno in cui la People Power Revolution sancì il ritorno della democrazia nel paese.
La capitale è Manila, una sterminata metropoli di oltre 16.000.000 di abitanti situata sulla costa est della baia di Manila, presso la più estesa delle isole filippine: Luzon. Il centro, che detiene il curioso primato di città a più alta densità abitativa del mondo, racchiude situazioni paradossali, un degrado latente, ma anche diverse attrattive che troppo spesso vengono messe in secondo piano dagli aspetti negativi che ovviamente interessano una megalopoli di queste dimensioni. Alla quasi totalità di costruzioni moderne, resesi necessarie per via dei terremoti che hanno falcidiato la capitale nel corso della storia, si affiancano alcuni begli edifici coloniali e diverse chiese, tra le quali spicca la cattedrale, la Minor Basilica of the Immaculate Conception. Anche l’offerta museale vanta alcune perle, come ad esempio il National Museum of the Filipino ed il People Museo ng Maynila. Molto belli sono anche i parchi e gli spazi verdi, come Rizal Park, veri e propri polmoni per una città soffocata dal traffico automobilistico. La maggior parte dei turisti si dedicano anche e soprattutto ai divertimenti. Manila vanta infatti moltissimi locali e bar nei quali mangiare e fare baldoria per tutta la notte a prezzi stracciati.
Un’altra tappa imprescindibile durante la visita alle Filippine sono le risaie a terrazza intorno a Banaue, nella parte settentrionale di Luzon, definite da più parti come l’”ottava meraviglia del mondo”. Queste colossali piantagioni scavate lungo i fianchi delle colline dagli indigeni Ifugao tra il 1.000 a.C. e lo 0 d.C. sembrano enormi scalinate per il cielo, con picchi che arrivano a sfiorare i 1.500 metri di altitudine.
Molti viaggiatori partono alla volta delle Filippine attratti dalla bellezza del mare e del litorale. L’isola di Boracay, proprio di fronte all’estremità nord-occidentale di Panay, è considerata una delle spiagge più belle del mondo, anche se recentemente sono cominciati a sorgere problemi legati al numero sempre crescente di turisti. Decisamente più tranquillo, ma egualmente bello, è il litorale di Puerto Galera, sull’isola di Mindoro, un luogo ideale per rilassarsi al sole. Incantevole è anche Puraran a Catanduanes, poco distante da Luzon, dove meravigliose spiagge sabbiose cingono tratti di mare cristallino.
Attrazioni di diverso genere sono poi sparse per tutto l’arcipelago. Tra queste, oltre alle 5.000 isole disabitate e tutte da scoprire, segnaliamo: le Chocolate Hills di Bohol, colline dalla forma quantomeno particolare situate nelle isole Visaya; il cratere vulcanico del Lago Taal, a sud di Manila; le grotte funerarie di Sagada, a 18 chilometri di distanza da Bontoc; e la città portuale di Cebu, dove Magellano piantò una croce come simbolo della diffusione del cristianesimo nelle Fillippine.
Il fatto di essere un arcipelago molto esteso, dal clima tropicale e dalla conformazione morfologica piuttosto varia rende le Filippine uno degli stati con il più alto livello di biodiversità del mondo. Flora e fauna comprendono una miriade di specie, alcune appartenenti al ceppo asiatico, altre di origini australi, oltre ad un gran numero di piante ed animali endemici. Tra questi ricordiamo: il tamarao di Mindoro, una specie di piccolo bufalo; lo zibetto delle palme comune, un mammifero simile ad un gatto; i tragulidi, delle sottospecie di caprioli in miniatura; il cinghiale dalle verruche delle Visayas; ed il tarsio di Bohol, una creatura notturna dall’aspetto curioso che vive arrampicata sui rami degli alberi. Un’altra specie endemica è il coccodrillo delle Filippine, un rettile gravemente minacciato e del quale restano solo poche centinaia di esemplari. Spostandosi dalla terra ferma al mare, si scoprono le numerose ricchezze contenute dalle tiepide acque oceaniche, dove si trovano sgargianti coralli, alghe variopinte, enormi granchi e perle luccicanti, oltre ad un numero elevatissimo di pesci. Una volta giunti alle Filippine non ci si potrà non rendere conto dell’origine vulcanica dell’arcipelago, tra l’altro al centro di un’intensa attività sismica. Al momento i vulcani sono 37, alcuni dei quali di grandi dimensioni. Il più alto è il Monte Apo, la cui vetta sfiora i 3.000 metri, che si erge in tutta la sua maestosità a Mindanao.
Nella scelta del periodo in cui partire, un peso abbastanza considerevole possono averlo le molte festività celebrate ogni anno. Gennaio e maggio sono considerati i mesi con le feste più pittoresche, mentre le risaie a terrazza di Luson danno il meglio a cavallo tra marzo e aprile. Tra le ricorrenze più sentite ricordiamo: il Capodanno, celebrato con un entusiasmo non comune e con un numero impressionante di fuochi artificiali; la Processione di Nazareno Nero, la più importante processione del paese, in programma il 9 gennaio nelle vie di Quiapo; l’Ati-Atihan, la versione filippina del Martedì Grasso, che dura tre giorni e viene celebrata a Kalibo, sull’isola di Panay, la terza settimana di gennaio; e la Festa di Indipendenza, in calendario per il 12 giugno con l’organizzazione di una serie di parate militari.
Il clima delle Filippine è tropicale, caldo ed umido per tutto l’anno. La temperatura media annuale, intorno ai 26/27 gradi, è frutto dei valori registrati nelle tre distinte stagioni che si verificano nel paese: Tag-init, o Tag-Araw, la stagione calda, compresa tra marzo e maggio; Tag-ulan, la stagione delle piogge, da giugno a novembre; e Tag-lamig, la stagione fredda, da dicembre a febbraio. All’interno di questo quadro generale bisogna anche considerare i due periodi monsonici, quello umido e quello secco, rispettivamente da maggio a ottobre e da novembre ad aprile. I due monsoni, conosciuti anche come Habagat e Amihan, spirano da direzioni opposte: da sud-ovest quello umido, da nord-est quello secco. Le precipitazioni sono molto abbondati e raggiungono il picco nelle località costiere orientali, dove ogni anno cadono mediamente 5.000 mm di pioggia. La maggior parte dei tifoni e degli uragani colpisce tra luglio ed ottobre, non certo il periodo migliore per partire alla volta delle Filippine.
Il principale aeroporto del paese è il Ninoy Aquino International Airport (NAIA) di Manila, uno scalo dotato di oltre 30 linee aeree che forniscono collegamenti con 26 città di 19 paesi di tutto il mondo. Nel 1999 è stato inaugurato un secondo aeroporto, il Philippines International Airport (PIA), o NAIA 2, ribattezzato Centennial Airport. Una volta a terra, il modo migliore per spostarsi sarà prenotare gli autobus a lunga percorrenza, vista l’inefficienza dell’unica linea ferroviaria che collega Manila a Naga. Per muoversi da un’isola all’altra si potrà scegliere, a seconda della disponibilità, tra aerei nazionali e traghetti.