Le Samoa, o Samoa occidentali, vantano alcuni degli scenari più suggestivi ed affascinanti del Sud Pacifico, un’opinione senz’altro confermata dalla maggior parte dei viaggiatori che vi hanno trascorso almeno qualche settimana, dedicandosi alle straordinarie attività che le isole offrono: escursioni lungo i ripidi sentieri rocciosi che portano alle gigantesche bocche di crateri spenti, passeggiate attraverso il lussureggiante sottobosco di vaste piantagioni ed all’interno di suggestive gallerie di lava solidificata, ed infine snorkeling e immersioni per trovarsi faccia a faccia con coralli variopinti ed altre forme di vita marina che abitano i fondali di incantevoli lagune. Prendendo spunto dal loro languido paese tropicale, gli abitanti delle Samoa non sanno cosa sia la fretta; questo loro modo di essere suscita a volte disagio nei visitatori, abituati a vivere in una società dai ritmi frenetici. Anche l’umore dei samoani a volte sembra rispecchiare la natura del posto, in quanto cambia improvvisamente come il tempo ai Tropici e passa da un atteggiamento radioso e solare a modi bruschi e spicci o viceversa. L’aspetto caratteriale più noto e caratteristico di questa popolazione è però l’ospitalità: gli abitanti delle Samoa non fanno mai mancare agli stranieri un sorriso, un gesto gentile o un commento amichevole.
I primi abitanti delle Samoa vi giunsero poco più di 2.000 anni fa provenendo dal Sudest asiatico, mentre gli europei, ovvero gli inglesi, vi sbarcarono all’inizio del Settecento, per poi stabilirsi sul territorio con l’arrivo di missionari e mercanti negli anni ’30 dell’Ottocento. Verso la fine del XIX secolo l’arcipelago venne diviso tra Stati Uniti e Germania, anche se in seguito allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale le Samoa occidentali passarono alla Nuova Zelanda, dalla quale si dichiararono indipendenti nel 1962. Nel luglio del 1997 un emendamento costituzionale sancì il definitivo cambiamento del nome da Samoa occidentali a Samoa, la denominazione già adottata dalle Nazioni Unite per indicare il piccolo stato.
Le Samoa si trovano nel cuore del Sud Pacifico, 3.700 chilometri a sud-ovest delle Hawaii, ed occupano una superficie complessiva di 2.934 kmq. La maggior parte delle isole è di origine vulcanica, risultando caratterizzata da alti rilievi di roccia erosa e da strette pianure costiere. Le due isole più grandi sono Savai’i, che raggiunge i 1.700 kmq di estensione, e ‘Upolu, 1.115 kmq, mentre la vetta più elevata è quella del Monte Silisili di Savai’i, che raggiunge i 1.866 metri di quota. Le piccole isole di Manono e Apolima si trovano nello stretto noto come Apolima Strait, che è largo 22 chilometri e separa ‘Upolu da Savai’i. A sud-est di ‘Upolu ci sono altri isolotti ed affioramenti rocciosi disabitati.
‘Upolu, la seconda isola più grande delle Samoa, è un vero e proprio paradiso tropicale. Oltre ad Apia, vivace ed affollata città principale dell’isola nonché capitale nazionale, a ‘Upolu ci sono anche piccoli villaggi dove i pedoni ed il bestiame hanno in teoria la precedenza sulle automobili, spiagge rimaste quasi incontaminate dal passaggio dei turisti ed un entroterra collinoso con laghi e cascate nascoste. La maggior parte dei viaggiatori dedica la propria visita sull’isola alle spiagge di sabbia bianchissima che ne formano il litorale, magari avventurandosi nelle acque cristalline al largo della costa per ammirare le formazioni coralline ed i pesci tropicali; ma c’è anche possibilità di fare escursioni nella fitta foresta pluviale, meta generalmente poco visitata, esplorare le conformazioni rocciose lungo la costa nate dal raffreddamento di colate laviche, visitare dimore coloniali o semplicemente godersi la compagnia e gli interessanti racconti dei simpatici abitanti.
La capitale delle Samoa è Apia, una città generalmente poco amata dai viaggiatori per via della folla, del rumore e dell’immondizia, elementi che poco si addicono ad un paradiso tropicale. Tuttavia, il misto di architettura coloniale, modernità decadente e periferia cresciuta a dismisura conferisce alla città un’atmosfera particolare, per certi versi affascinante e da vivere. Tra le attrattive principali, oltre ai mercati, ai bar ed alle “vasche” sul trafficato lungomare, spiccano: la Palolo Deep Marine Reserve, uno splendido tratto di barriera corallina; il Maketi Fou, il più grande mercato cittadino di prodotti freschi, aperto 24 ore su 24; il mercato delle pulci, un dedalo di bancarelle esteso sul lungomare; la cattedrale cattolica, una chiesa bianca, costruita nel 1905 e facilmente riconoscibile per via della Madonna che la sormonta; il monumento a John Williams, un memoriale risalente al 1930; ed il Museo delle Samoa, che illustra la cultura del paese.
Uscendo dall’agglomerato urbano ci si imbatterà nelle moltissime località balneari, o comunque naturalistiche, che vanta ‘Upolu. Molto belli sono il Lanoto’o Lake, uno specchio d’acqua color verde intenso che occupa il cratere di un vulcano, e le Papapapai-Tai Falls, visibili da un punto panoramico particolarmente suggestivo, anche se, dopo aver passato in rassegna la Fatumea Pool, composta da due incantevoli grotte colme d’acqua dolce, e la Uafato Conservation Area, un territorio aspro e selvaggio che occupa una superficie di 14kmq, il consiglio è quello di recarsi alle spiagge di Aleipata. Il distretto che le ospita, situato all’estremità sud-orientale di ‘Upolu, è uno dei luoghi migliori delle Samoa per lo snorkeling e le immersioni, in quanto vanta un sistema di barriere coralline il cui equilibrio ecologico non è ancora stato intaccato dalle infestazioni di stelle marine e da pratiche umane distruttive come la pesca con la dinamite. Tra le spiagge più belle della zona ricordiamo Lalomanu, Saleapaga e le isole di Nu’utele, Nu’ulua e Namu’a.
Savai’i, l’isola più grande della Polinesia se si escludono la Nuova Zelanda e le Hawaii, vanta un paesaggio ancora più selvaggio di quello di ‘Upolu, caratterizzato da una spettacolare combinazione di folte piantagioni, giungla lussureggiante, scogliere battute dalle onde, cascate incontaminate e frastagliati coni vulcanici. La sua origine vulcanica è testimoniata ancora oggi dalle gigantesche colate di lava che si possono osservare all’estremità settentrionale dell’isola. Quest’ultima riveste un ruolo di primaria importanza nella mitologia samoana, tant’è vero che sul suo aspro territorio sono sparsi numerosi siti archeologici ed enigmatiche conformazioni di cui si narra nelle antiche leggende. La costa è disseminata di tipici villaggi samoani, dove i bambini giocano sulle tombe degli antenati, gli uomini camminano lungo la strada portando con grande disinvoltura lunghi coltelli da caccia e le campane delle chiese battute dalle intemperie suonano a festa annunciando le funzioni religiose della domenica.
Tra le attrattive principali dell’isola ricordiamo: le spiagge della costa orientale, un susseguirsi di graziose lagune ideali per lo snorkeling; il Monte Matavanu e la Dwarf’s Cave, un’affascinante grotta sotterranea creata dalla lava apprezzabile partendo da Paia; la Mata’Olealelo Spring, una sorgente di acqua dolce dove fare un bel bagno rinfrescante; la Pe’ape’a Cave, un piccolo camino lavico a lato della strada costiera poco a sud di Letui; la A’Opo Conservation Area, all’interno della quale svetta il Monte Silisili; e la Falealupo Paninsula, che vanta un meraviglioso tratto protetto di foresta pluviale attraversabile su un’apposita passerella costruita sugli alberi.
Lungo la costa la temperatura media annuale è di 26,5 gradi, ma diminuisce man mano che ci si sposta verso l’interno; l’umidità è generalmente elevata, con valori che si aggirano stabilmente intorno all’80%. Il periodo migliore per visitare le isole samoane sono i mesi compresi tra maggio e ottobre, durante la stagione secca, quando tra l’altro si celebrano le principali festività, un ulteriore incentivo a visitare le Samoa in questo periodo. Nel corso della stagione delle piogge, da novembre ad aprile, le isole si trasformano in una distesa di fango e di tanto in tanto sono interessate da cicloni tropicali. Durante le vacanza di dicembre e gennaio sulle isole giungono vere e proprie frotte di samoani residenti in Nuova Zelanda, in Australia e negli Stati Uniti, quindi in questo periodo si potrebbe avere qualche difficoltà a prenotare un volo.
Per quanto riguarda i trasporti, l’arcipelago si raggiunge facilmente partendo dalla Nuova Zelanda, dall’Australia, dalle Fiji, dalle Hawaii e da Los Angeles, ma anche dall’Europa e dal Nord America, attraverso l’aeroporto di Faleolo, situato 35 chilometri a ovest di Apia. I trasporti interni sono abbastanza comodi e constano di battelli e navi mercantili che collegano regolarmente Apia e le remote isole Tokelau. A terra girano autobus, un’esperienza da provare in quanto permeati da un’atmosfera a dir poco esotica, e automobili, con le quali sarà molto semplice orientarsi per via delle poche strade presenti.