Situate a nord dell’equatore nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, le Isole Marianne Settentrionali (Commonwealth of the Nothern Mariana Islands) sono un Commonwealth politicamente unito agli Stati Uniti, nonostante la distanza che li separa. A comporre l’arcipelago sono in tutto 14 isole, alcune di origine corallina ed altre vulcanica, tutte accomunate dagli incontaminati scenari naturalistici che vi si possono apprezzare. Acque turchesi, lunghe distese di spiagge bianche, scenografici sentieri per escursioni nell’entroterra e splendidi fondali per le immersioni e lo snorkeling sono le caratteristiche principali di Saipan, la più grande delle Marianne Settentrionali, e delle altre isole, tra cui ricordiamo Tinian, Rota, Pagan, Agrihan e Anathan, citate in ordine di grandezza.
Il primo europeo a mettere piede sulle Isole Marianne Settentrionali fu Magellano, che vi sbarcò nel 1521 reclamandole per conto della corona spagnola. L’attuale nome dell’arcipelago è legato a quello di Marianna d’Asburgo, vedova di Filippo IV di Spagna, mentre in precedenza era stato lo stesso Magellano a battezzare le isole “Las Islas de los Ladrones”, con riferimento all’inclinazione al furto degli indigeni, completamente spazzati via dai coloni in pochi anni. Vendute alla Germania nel 1899, le Marianne Settentrionali furono acquistate dal Giappone nel 1914 per essere trasformate in una guarnigione militare. Nel 1944, durante la seconda guerra mondiale, Saipan fu teatro di una cruenta battaglia al termine della quale il Giappone fu costretto a cedere definitivamente il controllo dell’arcipelago agli Stati Uniti.
Nonostante l’eccessivo sviluppo degli ultimi anni ne abbia in parte compromesso alcuni aspetti caratteristici, Saipan resta una località capace di stupire chiunque. L’atmosfera tipicamente “micronesiana” che per secoli ha contraddistinto l’isola ha progressivamente lasciato spazio a resort e campi da golf frequentati da turisti provenienti da tutto il mondo, tanto che il numero di autoctoni è ora inferiore rispetto a quello dei lavoratori immigrati, ma la più grande delle Marianne Settentrionali non ha perso per fortuna la sua qualità migliore: la bellezza del litorale costiero. La città più grande e popolosa dell’isola è Garapam, dove oltre a pub, ristoranti, sushi bar e night club si può ammirare la Micro Beach, una spiaggia davvero molto affascinante. Poco a nord si trova l’American Memorial Park, un’area protetta che racchiude una vasta foresta palustre abitata da decine di specie di uccelli, ma anche alcuni monumenti commemorativi della seconda guerra mondiale ed un museo dove sono esposti documenti e armamenti rinvenuti sull’isola a cavallo tra le due grandi guerre del XX secolo. All’estremità settentrionale di Saipan si può intraprendere l’escursione lungo il Laderan Tangke Trail, un breve tragitto di 3 chilometri completamente immerso nella Marpi Commonwealth Forest.
Ritmi decisamente più blandi e sonnolenti sono quelli di Tinian, la seconda delle Isole Marianne Settentrionali per dimensioni e numero di abitanti. Situata appena 2 chilometri a sud di Saipan, Tinian offre l’opportunità a coloro che sono stufi della frenesia della capitale di trascorrere qualche giorno in relax. La fama dell’isola è tristemente legata all’esplosione delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, dato che proprio qui decollò l’aereo dal quale furono gettati gli ordigni. L’attrazione più apprezzata dell’isola si trova nei dintorni di San Jose, un villaggio di circa 1.600 persone, dove sorge la Taga House, una vasta distesa di monoliti preistorici che si suppone servissero come fondamenta del palazzo di Taga il Grande, leggendario sovrano dei nativi Chamorro. Le spiagge migliori di Tinian sono Kammer Beach e Taga Beach, entrambe poco distanti dall’abitato di San Jose, ma anche Chulu Beach, sulla costa nord-occidentale dell’isola, non è niente male. Durante l’esplorazione di Tinian ricordate di visitare i diversi santuari giapponesi sparsi per l’entroterra.
Circa a metà strada tra Saipan e Guam c’è Rota, per il momento avulsa dallo sfrenato turismo di massa che attanaglia la capitale ed in parte Tinian. A tal proposito è emblematico l’esempio di Songsong, l’unico villaggio dell’isola, che sopravvive tranquillamente senza illuminazione stradale e centri commerciali. L’abitato, che si estende su una stretta penisola lungo il litorale sud-occidentale di Rota, è dominato dalla cima più alta dell’isola, il Monte Taipingot, che sfiora i 150 metri di altitudine. Anche qui si possono vedere svariati monoliti preistorici sparsi nei dintorni del centro, dove è assolutamente da non perdere la Chiesa di San Francisco de Borja, arricchita da una bella campana degli inizi del secolo scorso. Per quanto riguarda il turismo balneare, le zone migliori dell’isola sono quelle circostanti a Sasanhaya Bay e la spiaggia bianca di Tweksberry Beach, al largo della quale si trova uno dei tratti più spettacolari di barriera corallina dell’arcipelago.
Ogni anno quasi tutti i villaggi dell’arcipelago celebrano una festa in onore del proprio santo patrono. A Rota e Tinian se ne tiene una per ciascuna, rispettivamente dedicate a San Francisco de Borja la prima settimana di ottobre ed a San Jose tra aprile e maggio, mentre a Saipan le feste sono addirittura sei, dovendo incensare San Vincente nei primi giorni di aprile, San Antonio verso la metà di giugno, la Mt. Carmel Cathedral di Chalan Kanoa a metà luglio, San Roque ad agosto, Tanapag all’inizio di ottobre e Koblerville alla fine di ottobre. A Saipan si tengono inoltre quasi tutte le manifestazioni di altro genere, tra cui ricordiamo l’annuale Micronesian Open Boardsailing Regatta e la Saipan Laguna Regatta, due importanti gare internazionali di windsurf, il Liberation Day Festival, che dura una settimana e culmina il 4 luglio, ed il Tagaman Triathlon, una gara di nuoto, ciclismo e corsa durante la quale si percorrono complessivamente più di 80 chilometri.
Il clima è marittimo-tropicale, mitigato dallo spirare degli alisei da nord-est che riducono sensibilmente gli sbalzi climatici stagionali facendo rimanere la temperatura pressoché costante sui 27 gradi. Il periodo migliore per partire coincide con la stagione secca, che si protrae da dicembre a marzo, quando l’unica controindicazione è rappresentata dall’elevato numero di visitatori presenti. Da evitare invece la stagione delle piogge, compresa tra luglio e ottobre, durante la quale possono formarsi anche tifoni e cicloni tropicali. Un consiglio ulteriore è quello di organizzare il proprio viaggio consultando il calendario delle festività giapponesi, in concomitanza delle quali occorre prenotare con discreto anticipo.
Saipan è dotata di un aeroporto internazionale: il Francisco C. Ada, collegato a diversi paesi asiatici, tra cui Giappone, Corea del Sud e Filippine, ma non direttamente ad Europa e Stati Uniti. Quasi tutti i traghetti per le Marianne attraccano al Tanapag Harbor a Saipan, ma occasionalmente qualcuno si dirige direttamente a Rota senza prima dover cambiare nella capitale. I trasporti locali sulla terraferma constano essenzialmente di bus navetta e taxi, anche se la maggior parte dei visitatori preferisce noleggiare un’automobile con la quale spostarsi sull’estesa rete stradale di Saipan, mentre per muoversi da un’isola all’altra occorre spesso prendere l’aereo.