Si sceglie la vacanza in base al paesaggio e alle attrazioni: raramente si pensa al colore del cielo. Eppure il paradiso terrestre non sarebbe tale senza il sole, spalmato su un bel lenzuolo azzurro senza nuvole. Invece esistono luoghi intossicati, che occupano i primi posti di una classifica spaventosa, stilata dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) dopo aver monitorato la qualità dell’aria in 91 paesi del mondo tra il 2003 e il 2009.
Sono le città più inquinate del pianeta, concentrate soprattutto in Asia, con una densità media di particolato nell’aria ben al di sopra del limite tollerabile, fissato dall’Organizzazione a 20 microgrammi per metro cubo. Di fronte alle situazioni più drammatiche non c’è “domenica ecologica” che tenga: per purificare il cielo ci vorrebbe una severa regolamentazione del settore industriale, ma la corsa al progresso pare una causa più nobile dell’ecologia e della salute. Tanti altri sbuffi di fumo oscureranno il sole, prima che ci rendiamo conto del danno provocato.
Nel frattempo perché visitare una delle città più inquinate al mondo? Per curiosità, per il fascino un po’ grottesco delle cose in rovina, per apprezzare il cielo una volta tornati a casa. E magari per imparare la lezione, e riconsiderare quei piccoli gesti, semplici, che ci possono ancora salvare.
Ecco la lista di quelli che la lezione non l’hanno imparata: dodici località così inquinate che più inquinate non si può, più qualche avvertimento sulle città italiane.
Ahwaz, Iran
20 microgrammi di particolato per metro cubo: è il limite tollerabile di inquinamento fissato dall’Oms. Ad Ahwaz, in Iran, non possono che farsi una risata amara, perché da tempo hanno raggiunto i 372 microgrammi all’anno. Essere un milione di abitanti non aiuta, ma se le industrie moderassero le emissioni tossiche e l’uso dei combustibili fossili fosse limitato, sia per i trasporti che per la produzione dell’elettricità, certo non farebbe male. Anche i turisti apprezzerebbero questa grande città di etnia araba, con una lunga storia alla spalle, il ponte bianco sul fiume Karun e le sontuose moschee.
Pechino, Cina
A Pechino il sole è letteralmente offuscato da una nebbia grigia, ancora più densa con l’afa dell’estate. Tra il 2000 e il 2005 la città si è aggiudicata il primo posto per concentrazione di biossido di zolfo nell’aria, e il terzo posto per la presenza di biossido di azoto, superata da San Paolo del Brasile e Città del Messico. Guadagnare il podio, insomma, non è sempre un bene, soprattutto se significa portare mascherine contro lo smog, interrompere le attività scolastiche all’aria aperta e consigliare caldamente ad anziani e bambini di non uscire di casa nelle ore più trafficate della giornata. Nei periodi di caldo torrido il sole è un alone pallido, e il cielo una nebbia lattiginosa. Sarà un potenza economica in via di sviluppo, ma la capitale cinese dovrà presto fare i conti con il suo stato di salute.
Ulaanbaatar, Mongolia
Non se la passa bene neppure Ulaanbaatar, capitale della Mongolia, dove le bronchiti croniche e i disturbi cardiovascolari aumentano a velocità preoccupante. Colpa dell’alta concentrazione di particolato nell’aria, 14 volte superiore al limite indicato dall’OMS come accettabile. Se vi avventurate in macchina per le strade della metropoli state attenti: la visibilità è scarsa a causa dell’inquinamento, e anche in pieno giorno potreste essere costretti ad accendere i fari.
Nuova Delhi, India
L’India, culla di paesaggi favolosi e antiche pratiche orientali, è ancora la meta più ambita di chi vuole ritrovare sé stesso. Ma la situazione non è idilliaca nel centro di Nuova Delhi, in cui si registra un livello di sostanze inquinanti nell’aria sei volte superiore alla soglia di sicurezza. La responsabilità è del traffico intenso, sia automobilistico che pedonale: gli scarichi delle macchine e la polvere sollevata dalle folle, per strada, causano l’inquinamento e mettono a rischio la vita dei cittadini, soprattutto autisti, tassisti e operai edili, maggiormente esposti alle emissioni di smog.
Santiago del Cile, Cile
Vista dall’alto sarebbe sensazionale: una distesa infinita di palazzi con le montagne sullo sfondo, imponenti e imbiancate di neve. Peccato che su Santiago del Cile penda quasi sempre una coltre minacciosa di smog, ancora più densa nella stagione calda, che rende polveroso l’azzurro del cielo. Il governo si è rassegnato alla situazione, al punto che l’allarme inquinamento viene emesso solo al raggiungimento dei 200 microgrammi di particolato per metro cubo, valore di gran lunga superiore alla soglia di sicurezza stabilita dall’Oms.
Città del Messico, Messico
Città del Messico non si fa mancare nulla in fatto di inquinamento: monossido di carbonio, anidride solforosa e ossido di azoto fluttuano in abbondanza sulle teste dei messicani, e il livello di ozono troposferico è tra i più alti del mondo. È un peccato che un centro storico così bello, tra i beni Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, sia soffocato da una nube nociva che persiste tutto l’anno.
Il Cairo, Egitto
Elevata concentrazione di particolato nell’aria, un consumo di sigarette spropositato per buona parte della popolazione, e l’assenza totale di benzina verde nelle auto. Ecco gli ingredienti letali che fanno de Il Cairo, capitale egiziana, una delle città più inquinate e meno salutari del pianeta. Per non parlare della “nuvola nera” dovuta alla combustione stagionale del riso ad opera degli agricoltori.
Chongqing, Cina
Nella cinese Chongqing l’inquinamento si sente eccome: gli abitanti affermano di esserne letteralmente nauseati, e sempre più bambini al di sotto dei 14 anni soffrono di malattie respiratorie. È il prezzo del progresso: la metropoli cresce a dismisura, le centrali elettriche e le industrie utilizzano il carbone come combustibile, e il numero già elevato di veicoli a motore è destinato ad aumentare esponenzialmente.
Guangzhou, Cina
Stesso paese, stessa storia: anche a Guangzhou, città costiera della Cina, le percentuali di inquinamento dell’aria sono preoccupanti, e crescono le vittime di asma, vertigini, nausea e bronchite. Ancora una volta è colpa delle industrie e del traffico, e a rimetterci sono i residenti, specialmente i bambini e gli anziani. Forse ci guadagnano i medici, alle prese con una popolazione sempre più intossicata, ma se vanno avanti così, alla lunga, capiranno di aver fatto un affare disastroso.
Hong Kong, Cina
La rassegna cinese continua con Hong Kong, che vanta un “bel” mix di monossido di carbonio, azoto, ozono e biossido di zolfo. Anche qui, come a Pechino, il livello di inquinamento tra le 12 e le 14 volte superiore alla soglia sicura ha costretto il governo a mettere in guardia la popolazione sulle attività all’aperto, dissuadendo gli insegnanti dal portare fuori gli studenti. Peccato che senza una boccata d’aria fresca e qualche raggio di sole, oltre al fisico, ne risente lo spirito, e basta fare due chiacchiere coi residenti per capire che la qualità di vita non è delle più invidiabili.
Italia: Torino, Milano e Verona sul podio
Per trovare una località italiana nella lista delle città più inquinate del mondo, bisogna scendere fino al duecentesimo posto. Rassicurante, certo, ma non significa che il Belpaese sia immune dalla piaga del particolato, né dagli annessi problemi ambientali e sanitari. Il primato delle intossicate nostrane va a Torino, il bel capoluogo piemontese, seguito da Milano e Verona. E ancora Alessandria, Asti, Vercelli, Novara, Biella e Cuneo: città del nord che vivono di industria, densamente popolate e congestionate di automobili nelle ore di punta. Milano è stata la prima a istituire un pedaggio per le automobili che viaggiano nel centro storico, ottenendo risultati che fanno ben sperare per il futuro.
In effetti bisognerebbe fare come in Canada, in Australia o nell’Europa del nord, dove hanno capito che l’ecologia fa bene alle casse dello stato: prendersi cura dell’ambiente significa vivere meglio e più a lungo, risparmiando sulla sanità e recuperando fondi da investire altrove.
Maggiori informazioni: www.who.int