La macchina fotografica può fissare luci e colori, ma è difficile raccontare i sapori e i profumi di Mauritius a chi non ci è ancora stato. Appena atterrati ci si accorge che tutto sa di spezie e di frutta: l’aria dei tropici accarezza la canna da zucchero, coltivata a perdita d’occhio in buona parte del territorio, e solleva l’odore della terra, dei fiori e delle magiche erbe locali. Sono proprio le erbe, le spezie e i frutti a dare personalità alla cucina mauriziana, che consiste in un mix sorprendente di culture: i gusti decisi e piccanti della gastronomia indiana incontrano la cucina cinese e la raffinatezza europea, creando piatti saporiti a base di pesce o carne.
Il termine “curry”, che per noi corrisponde a una miscela di spezie di colore giallo, indica in realtà il piatto tipico dell’isola: verdure, carne o pesce serviti insieme al riso e accompagnati dalle immancabili spezie. È questa la pietanza immancabile sulle tavole di Mauritius, ed è ciò che si mangia al ristorante più caratteristico e sorprendente dell’isola, l’ormai famoso Grandma’s Kitchen. Si trova a Souillac, nella parte meridionale di Mauritius, ed è una sorta di “distaccamento” dello Shanti Maurice, un lussuoso resort sulla Riviere des Galets. Il nome significa “cucina della nonna”, perché la cuoca è una nonna vera, pronta a farsi aiutare da figli e nipoti per trasformare la propria casa in un suggestivo ristorante due volte alla settimana. Niente di artificioso: la dimora della Grandma è umile ma accogliente, riscaldata dal calore di una vera famiglia affaccendata nel rituale più bello della giornata, la preparazione della cena. I turisti possono arrivare per cena scortati da Arounen, che lavora allo Shanti Maurice ed è il nipote della chef, fino a un massimo di 12 per serata; oppure possono trascorrere l’intero pomeriggio in compagnia della nonna, aiutandola nella spesa al mercato e nella realizzazione del menu, prima di degustare insieme il risultato. Un risultato irresistibile e commovente: l’aperitivo si prende in veranda, accanto all’orto, e consiste in un cocktail freschissimo servito in un frutto d’ananas, frittelle di verdure e stuzzicanti ciambelline di lenticchie e spezie. Poi ci si sposta all’interno, dove i ragazzi della famiglia hanno abbellito la tavola con fiori e stoffe. Tra le chiacchiere in varie lingue, a seconda della provenienza dei commensali, il riso, le verdure, la carne e il pesce spariscono velocemente, prima di concludere con gelato e tapioca. (https://shantimaurice.com)
L’idea di ospitare i turisti alla propria tavola ha riscosso un grande successo, tanto che l’iniziativa è stata premiata come Best Initiative in Client Experience al World Hospitality Awards. Il merito della trovata va allo staff dello Shanti Maurice, che in quanto a cucina se ne intende. Anche al resort, infatti, ogni pasto è una cerimonia di gusto, a partire dalla colazione con frutta fresca e croissant appena fatti, pancake, omelette e sostanziosi piatti indiani. Un semplice succo di frutta diventa una goduria se è preparato con ananas freschissimo ed è sorseggiato in riva all’Oceano Indiano, nella veranda ventilata del resort.
I ristoranti coperti sono due, “Stars” e “Pebbles”, e tutti i piatti sono preparati con le erbe e i frutti coltivati nel grande orto, che può essere visitato su richiesta.
Una volta alla settimana gli ospiti possono concedersi una cena speciale sulla spiaggia nel ristorante all’aperto “Fish and Rhum Shack”. I tavoli sono disposti sulla sabbia, e decine di lampade illuminano la notte quanto basta per scegliere qualche squisitezza al buffet e degustare un buon vino, rigorosamente sudafricano. Il menu prevede contorni vegetariani (cuore di palma in insalata, salse piccanti alle verdure, peperoncini di ogni colore e sapore) ma soprattutto carne, pesce e crostacei squisiti cotti sulla brace. Anche il pane è speciale: prima di finire sul fuoco viene spennellato con una miscela di olio e aglio, che lo rende profumatissimo e croccante all’esterno. Nel frattempo l’oceano sussurra sulla spiaggia e i ballerini di séga fanno volteggiare gli abiti colorati al ritmo dei tamburi. Dai tavoli non manca chi si lancia a danzare con loro, travolto dall’atmosfera esotica di Mauritius.
(https://shantimaurice.com/).
A nord di Souillac, nell’entroterra, lungo la Route du Té, la fabbrica del tè Bois Cheri accoglie i visitatori con un profumo caldo e intenso. Da lontano si vedono le piantagioni (250 ettari), dove centinaia di mani pazienti colgono delicatamente le foglie prima che vengano trattate per la preparazione della bevanda.
Prima di degustare i tanti tipi di tè si può fare una visita guidata del museo e della fabbrica, osservando come le foglie vengono divise per dimensione, tagliate, messe a fermentare e a macerare. Poi le si pone nelle apposite buste, che vengono confezionate e messe sul mercato, oppure trasferite al vicino ristorante. Qui si assaggiano le tisane, il tè verde o il tè nero, aromatizzato allo zenzero, alla menta, al cocco o alla vaniglia. Profumi che sanno di natura e non di prodotti chimici, da gustare lentamente senza aggiunta di zucchero. In fondo “Bois Cheri” significa “Bevi, tesoro”, e nessun nome poteva essere più azzeccato.
(Sito della Route du Té: www.saintaubin.mu).
Spostandosi verso ovest si incontra la cittadina di Chamarel, che ospita l’omonima “rhumerie”. La fabbrica di rhum è immersa in una vegetazione lussureggiante: le pareti arancioni contrastano con il verde brillante delle foglie di badàmi (un grande albero dal tronco nodoso e le foglie lucide e ampie) e con il giallo acceso dei fiori dell’angsana. Alla Rhumerie de Chamarel la canna da zucchero serve a produrre tanti tipi di liquori e di rhum, da quelli più dolci e fruttati a quelli più forti, che si possono assaggiare nell’elegante sala bar.
I macchinari sono in bella vista aldilà del vetro, e li si può vedere ancor più da vicino durante le visite guidate. L’annesso ristorante, “L’Alchimiste”, può ospitare fino a 80 persone e serve piatti tipici dell’isola accompagnati dalla bevanda color ambra, mentre al vicino Shop si possono acquistare gadget e bottiglie regalo. (www.rhumeriedechamarel.com).
Spesso il buon cibo e il bel paesaggio vanno di pari passo a Mauritius, come accade al ristorante “Varangue sur Morne”, ovvero “Veranda sul Morne”, il monte protetto dall’UNESCO a forma di panettone. L’ideale è mangiarvi per pranzo, quando il sole illumina il panorama di palme, alberi secolari, fiori e in fondo, prima del mare, la striscia di sabbia della Baie du Cap. (https://acoeurbois.com).
Proseguendo verso nord lungo la costa si incontra finalmente la capitale di Mauritius, Port Louis, che come suggerisce il nome è un’animata città portuale. Il pescato del giorno finisce sull’appetitoso menù dei ristoranti cittadini, come il grazioso “Le Courtyard”, che si trova all’angolo tra la Rue St.Louis e Chevreau.
Ha un’aria vagamente messicana: le sale da pranzo si affacciano su un cortile interno dalle pareti bianchissime, con piante di limoni e una fontana.
Non si può lasciare la città senza immergersi nel mercato locale, un dedalo chiassoso di bancarelle traboccanti di frutta, verdura, spezie e stoffe. L’aria sa di zenzero, coriandolo, zafferano, aglio e citronella, e sui banconi ci sono noci di cocco spaccate a metà, frutti della passione viola e gialli, papaie arancioni e succosi “dragon fruit” dalla polpa fucsia. Colori che si ritrovano nei parei, nelle pashmine e nei cappelli di paglia del settore abbigliamento e artigianato.
Nella parte nord-orientale dell’isola c’è un altro resort che propone suggestive cene sulla spiaggia: è l’Angsana Balaclava, situato proprio a Balaclava, lungo la Turtle Bay. Il programma culinario Destination Dining propone un’infinità di cene personalizzate, servite dalle 19.00 in poi, rigorosamente in riva al mare. Che siate in coppia, in famiglia o con un gruppo di amici potrete chiedere la tavola dei vostri sogni e cominciare a mangiare al tramonto, per concludere sotto le stelle. Una formula particolarmente scenografica è quella del barbecue con buffet: mentre aragoste, gamberi, pesce e carne si abbrustoliscono sulla brace, voi potrete dedicarvi alla scelta di antipasti e contorni. Troverete una vera e propria scultura di stuzzichini e finger food, con l’immancabile cuore di palma, qualche frutto di mare e una fresca insalata caprese, per un pizzico di gusto italiano. La scelta del dessert è ancora più ardua, e nel dubbio conviene assaggiare tutto, dalla cheese cake ai frutti di bosco alla mousse al cacao, dalla torta al cioccolato alla créme brulé. (www.angsana.com).
Continuando la salita verso l’estremità settentrionale di Mauritius si incontra il prestigioso Royal Palm, Beachcomber Hotel membro dei Leading Hotels of the World. Il cibo delizioso non esaurisce le attrattive del resort - che è adagiato lungo una baia dalla sabbia finissima e soffice, ha 84 stanze da re, una Spa Maison Clarins e un ampio spazio dedicato alla sport - ma certo rappresenta un punto di forza. I ristoranti sono tre: “La Goélette” combina sapori locali e ricette internazionali, “Natureaty” propone menù a tema all’insegna del benessere, delle atmosfere mediterranee o asiatiche, e “Le Bar Plage” è specializzato in piatti di pesce. Alla guida di “La Goélette” c’è lo chef stellato Michel de Matteis, lionese di nascita ma di sangue pugliese, che sa trasformare ogni ingrediente in pura poesia. Tra le sue specialità ci sono i bocconcini di tonno fresco, impanati con spezie e granella di lenticchie, accompagnati da un biscotto di sfoglia con frutti e verdure grigliate: un piatto sublime da irrorare di salsa allo zafferano. (www.royalpalm-hotel.com).
Nell’entroterra, a Mapou, c’è il regno di un altro maestro: lo chef italiano Fabio de Poli si è stabilito da tempo a Mauritius, e dopo anni di lavoro negli hotel ha deciso di aprire il proprio ristorante, per la gioia dei veri intenditori. La location perfetta era le Château de Labourdonnais, una dimora coloniale restaurata nel 2006, immersa nella natura: qui è nato il ristorante “La Table du Château”, capace di ospitare oltre 75 persone e caratterizzato da una cucina creativa, che si ispira ai frutti e agli ortaggi offerti dal paesaggio mauriziano ma non disdegna qualche influsso cinese, indiano e italiano. Oltre agli involtini di verdure, la salsa allo yogurt e gli spiedini di gamberi e ananas vale la pena di assaggiare le dolcissime banane flambé con gelato alla vaniglia. (https://unchateaudanslanature.com/en/).
Sulla costa orientale si susseguono due Constance Hotels, Le Prince Maurice e Belle Mare Plage, entrambi situati a Poste de Flacq. Il primo, unico hotel di Mauritius affiliato alla catena Relais & Chateaux, vanta l’unico ristorante galleggiante dell’Oceano Indiano: al piccolo ristorante “Barachois”, aperto solo di sera, si accede con una lunga passerella di legno, raggiungendo il cuore di una spettacolare laguna. I tavoli sono disposti su cinque piattaforme galleggianti, e il blu della notte è costellato di lanterne.
(https://princemaurice.constancehotels.com).
L’hotel gemello Belle Mare Plage ha la bellezza di 7 ristoranti: dal ricco buffet di “La Citronelle” all’eleganza del “Blue Penny Café”, passando per l’atmosfera romantica de “La Spiaggia”, è un piacere ricercare il proprio ristorante preferito, con la certezza che nessuno sarà deludente.
(https://bellemareplagehotel.constancehotels.com).
Tra resort di lusso, cene in famiglia e degustazioni esotiche, a Mauritius l’acquolina in bocca è assicurata. Una cucina gustosa ma salutare, insaporita naturalmente dalle spezie e povera di grassi, dove il pesce e le verdure sono protagonisti. Solo un immancabile peccato di gola inaugura ogni pasto: il pane, tiepido e fragrante, è ottimo col burro o con l’olio, e un boccone tira l’altro. Se la mangiata è sostanziosa basta concludere con una tisana digestiva allo zenzero o alla citronella e, perché no, un buon caffè. L’espresso, basta chiederlo, è proprio come il nostro.