La parola Perù evoca inevitabilmente le immagini di Machu Picchu e dell’Impero Inca, ma il patrimonio archeologico lasciato dalle civiltà più antiche è enorme a testimonianza di un passato ricco e glorioso. È il caso della civiltà Moche, diffusasi lungo la costa nord tra il 100 a.C. e l’800 d.C., là dove sorge il Complesso Archeologico El Brujo che, negli ultimi 20 anni, ha dimostrato di essere una vera e propria miniera di tesori
Scopriamo insieme il cuore di questa grande civiltà peruviana.
Il Complesso Archeologico El Brujo, che letteralmente significa lo stregone, è situato sulle sponde orientali del fiume Chicama, a ridosso dell’Oceano Pacifico, nel dipartimento di La Libertad nel nord del Perù. Unico nel suo genere, il complesso si estende su una superficie di 100 ettari su quello che fu, milioni di anni fa, un fondale marino che, trasformatosi con il tempo, ha assunto un carattere “magico” per gli antichi abitanti della zona. Costruito dalla civiltà Moche o Mochica, diffusasi in questa zona tra il 100 a.C. e l’800 d.C., raccoglie oltre 5.000 anni di storia ed è formato dalle piramidi Cao Viejo e Huaca Cortada, oltre a strutture dell’epoca preispanica e coloniale collocate su un’area desertica collinare, sulle sponde occidentali del fiume Chicama.
Le huaca del complesso El Brujo formavano uno dei più importanti centri cerimoniali e amministrativi della civiltà Moche e la costruzione di questi maestosi templi a forma di piramidi tronche è un’evidente testimonianza delle notevoli conoscenze di architettura e ingegneria di questo popolo. Altrettanto stupefacente l’arte murale, che il visitatore può ammirare sulle pareti delle piramidi, adornate con raffigurazioni policrome eseguite in alto rilievo.
Dal 1990 questo sito è oggetto di studio e di ricerca da parte degli esperti del Progetto Archeologico Complesso El Brujo, capeggiato dall’archeologo di fama internazionale Régulo Franco e finanziato dalla Fundación Wiese, con il sostegno dell’Università Nazionale di Trujillo e l’Istituto Nazionale per la Cultura peruviano.
Régulo Franco, l’archeologo che ha condotto gli scavi
Régulo Gilberto Franco Jordán, originario di Cusco, è l’archeologo della Fondazione Augusto N. Wiese che ha condotto gli scavi che hanno portato alla scoperta della Señora de Cao, sulla quale ora sono in corso numerosi studi.
Dopo aver ottenuto la laurea in Archeologia presso la Scuola Accademica Professionale di Archeologia dell’Università Nazionale Maggiore di San Marco, ha approfondito le sue conoscenze in materia partecipando a seminari e laboratori.
Oltre ad essere autore e coautore di numerosi volumi storici-archeologici, fu Régulo stesso a dare notizia dell’importante scoperta della Señora de Cao nelle principali capitali e università americane.
La Fondazione Wiese
La Fondazione Wiese venne fondata il 10 agosto del 1960 e, dopo quasi 50 anni di intenso lavoro, a beneficio anche delle popolazioni della zona, oggi annovera una serie di progetti rivolti a settori che sono considerati strategici, come la salute, l’istruzione e la cultura.
Il lavoro iniziato nel 1990 da parte della Fondazione Wiese nel Complesso Archeologico El Brujo è orientato alla conservazione dei ritrovamenti archeologici e ne fanno parte istituzioni e università, volti a creare un’associazione tra entità pubbliche e private, nazionali e straniere che ha lo scopo di salvaguardare responsabilmente il patrimonio nazionale.
Nel marzo del 2006, il Complesso Archeologico El Brujo ha aperto le porte al turismo ed è stato inaugurato un circuito di visite alla piazza cerimoniale di Huaca Cao, situata di fronte alla facciata nord della piramide. Quest’obiettivo è stato raggiunto anche grazie alla costruzione di una tensostruttura di 2.500 mq che permette al visitatore di ammirare la piazza nella sua totalità. Questa speciale copertura permette alla luce naturale di giungere fino alla piazza mentre filtra i raggi ultravioletti che alterano i colori degli altorilievi policromi della mura.
Per facilitare ed aumentare l’interesse per questo sito archeologico, dove il visitatore può ammirare ed apprezzare lo spazio cerimoniale utilizzato duemila anni fa dalla civiltà Moche, la Fondazione ha altresì ultimato la costruzione del Museo Cao, inaugurato i primi di Aprile, che non solo mostra gli splendidi oggetti rinvenuti durante la fase di scavo, ma che promette di aumentare il flusso di turisti migliorando, così, la qualità di vita delle comunità limitrofe.
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