Quasi una sollevazione popolare, la mobilitazione del 7 febbraio 2008 che ha visto gli abitanti del celebre quartiere De Wallen, meglio conosciuto come il quartiere a luci rosse di Amsterdam, scendere per le strade a protestare contro il piano del sindaco della città, Job Cohen, che vuole riconvertire il quartiere in una zona pulita, al riparo del corollario di criminalità e malaffare che ha contraddistinto il De Wallen almeno negli ultimi anni.
La materia è controversa: da una parte la tradizone di Amsterdam che ha liberalizzato la prostituzione diventando paladina di tolleranza, dall'altra un sindaco laburista che vuole dare una svolta d'immagine alla città togliendo un aurea di zona malfamata a questo quartiere storico di Amsterdam. Nel mirino del sindaco anche i famosi coffee shops, dove vengono vedute legalmente droghe leggere, mariuana e i derivati della cannabis.
Resta il fatto, però, che molte delle donne (circa un migliaio lavorano al De Wallen), rischiano il ritorno in strada, con tutti i rischi connessi alla cosa. L'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Cohen è partita decisa con il 2008, acquistando già nei giorni scorsi alcune vetrine, 17, tra le centinaia che ospitano le ragazze che offrono le loro prestazioni sessuali, per riconvertirle a negozi d'abbigliamento e magari in hotel di classe.
Appare quindi chiaro il business che questa riconversione frutterà alle casse degli astuti imprenditori coinvolti nel progetto, e allora gli abitanti scendono in piazza a manifestare per quel loro pezzo di storia, magari un po' sgualcito e particolare, ma cha ha caratterizzato per molti anni il centro vitale della bella città di Amsterdam.