Sulle politiche “aggressive” di Ryanair se ne è già parlato molto, ma il vettore irlandese non smette mai di stupirci quando si parla dei diritti dei passeggeri, che sembrano essere sempre subordinati al profitto aziendale. Ne è ulteriore riprova la notizia grottesca di questi giorni, in cui veniva segnalato che Ryanair aveva rifiutato di rimborsare il prezzo del biglietto al marito di una passeggera, ahi noi deceduta prima della agognata vacanza: secondo la compagnia aerea Mr Parson non aveva diritto al rimborso del viaggio, dato che la morte della era avvenuta troppo in anticipo rispetto alla data del volo.
A raccontarci questa assurda e triste storia è il portale news.com.au. La signora Lisa Parsons che aveva 78 anni aveva organizzato un vacanza di famiglia alle isole Canarie per il prossimo ottobre, ma nel mese di giugno, quattro mesi prima del volo, una improvviso aggravamento della sua malattia l'aveva condotta, in appena tre settimane, alla morte.
Il marito, effettuate tutte le pratiche per ottenere il risarcimento del volo da parte di Ryanair, aveva ricevuto una agghiacciante risposta: la compagnia aerea non poteva risarcire il biglietto, perchè la signora era morta troppo presto, rispetto alla partenza! Prendete nota: se si prenota troppo in anticipo con Ryanair, in caso di un malaugurato e imminente decesso, è consigliabile una strenua resistenza da parte del passeggero, in modo che non diparta da questo mondo prima dei fatidici 28 giorni dal volo. Solo chi muore a meno di un mese dalla partenza ha diritto al rimborso del biglietto! Il comunicato della compagnia era poi una vera chicca dato che recitava che “la signora Parsons aveva violato i termini e le condizioni contrattuali perché lei non era morta entro 28 giorni dalla data del viaggio previsto”.
Il signore Doug Parsons era rimasto così arrabbiato per il comportamento di Ryanair, che aveva allora minacciato di mettere le ceneri della moglie in un'urna, ponendola sul sedile dell'aereo di cui continuava a pagare il biglietto. Lisa avrebbe quindi compiuto il suo ultimo viaggio! Inoltre aveva detto che avrebbe filmato la scena, e pubblicata su YouTube.
Ecco che allora Ryanair, colpita sul suo stesso cavallo di battaglia, la comunicazione virale, ha dovuto fare marcia indietro chiedendo scusa a Mr Parson, e restituendo il denaro della prenotazione.
Non si può certo dire che sia una storia a lieto fine, e rimane comunque l'amarezza nel vedere come la filosofia del low cost contenga una cera aridità di fondo, dove denaro e profitto siano le più importanti motivazioni ed obiettivi delle compagnie, anche al di là del buon senso...