I viaggi intercontinentali danno la possibilità di andare a scoprire angoli magnifici, e culture affascinanti dall'altra parte del nostro pianeta, ma sono piuttosto faticosi. Viaggiare in aereo, seduti per ore e ore nella stessa posizione, e il sottofondo del rumore dei reattori, e magari con bambini irrequieti al seguito. mette a dura prova tutti i viaggiatori: non si fa nulla, eppure si arriva come spossati alla meta, e se unite alla situazione anche il jat lag, ecco che la vostra vacanza parte già con il piede sbagliato!
Per ovviare a ciò, oltre che spendere un capitale nella business class, decisamente più comoda, esiste una valida alternativa: parliamo dello Stopover (da stop over, letteralmente “fermarsi su”) ovvero la tecnica di spezzare il viaggio in una tappa intermedia, anche solo di 24-36 ore, e godervi quindi la visita di una seconda meta. Anche se si tratta di poche ore, questa fermata si dimostra in pratica come una “seconda vacanza” all'interno del vostro viaggio, ed è quindi una pratica da apprfondire: sacrificare un paio di giorni per vivere meglio la meta finale, ed avere un assaggio di una nuova località da esplorare in un vaiggio a parte!
Il Stopover è in realtà piuttosto antico, nato con l'aviazione pioneristica. Quando furono istituiti i primi voli intercontinentali, alcune rotte per problemi di autonomia degli aerei, dovevano per forza essere spezzate, per consentire il rifornimento dei velivoli. Pensate che nacquero addirittura degli aeroporti intermedi, a volte in località sperdute come avvenne a Daly Waters in Australia, dove sorse un aeroporto internazionale in mezzo all'Outback australiano, nel Northern Territory, tappa obbligata per chi doveva raggiungere città come Sydney e Melbourne, rimasto attivo fino al 1970.
Ma questa è storia, vediamo invece oggi come organizzare il proprio stopover nel terzo millennio! Innanzitutto vi segnaliamo che la maggior parte degli utenti spesso accettano le soluzioni più semplici di stopover, e cioè di soggiornare in una camera in un hotel d'aeroporto, prima di volare verso la loro destinazione finale. Questa è sicuramente una soluzione comoda (anche se costosa, per il livello di questi hotel), e forse verrà ampliata ulteriormente dalla diffusione dei “Capsule Hotel”, i minuscoli hotel stile giapponese che compinciano a diffondersi in molti scali, ma avere l'opportunità di passare qualche ora vicino ad una città interessante, e restare in aeroporto, è sicuramente una scelta che mette un po' di tristezza, oltre che non rigenerarvi completamente dal punto di vista mentale. Invece con una spesa modesta è possibile organizzare una visita di uno-due giorni, e scoprire una città nei suoi luoghi essenziali, soprattutto staccando mentalmente dalle fatiche del viaggio, per poi riprendere con diverso vigore e motivazioni!
Lo Stopover, grazie ad internet, può essere organizzato con un “fai da te” utilizzando i vari motori di prenotazioni voli. Però il nostro consiglio è quello di affidarsi ad una agenzia, che oggi non sono più di moda, ma in questo campo può davvero essere utile. Gli agenti di viaggio conoscono veramente gli angoli più riposti del settore aereo e sono in grado velocemente di dirvi se una sosta in una certa destinazione è fattibile. Spendete grosso modo come prenotare da soli (se l'agenzia è onesta) e perdete meno tempo in affannose ricerche.
Se cercate da soli, tenete a mente che le compagnie aeree nazionali sono probabilmente le migliori se cercate stopover nel loro paese d'origine. Ad esempio, Emirates Airlines è l'ideale se cercate un stopover a Dubai o altro aeroporto degli Emirati Arabi Uniti, mentre la Thai diventa più interessante su Bangkok e così via. Ultimo fattore da considerare, sono le procedure di immigrazione da parte di ogni singolo paese: scegliete quelle mete dove è più veloce ed entrare e uscire nel caso di una visita veloce, oppure là dove ci sono procedure semplificate all'uopo: ad esempio la stessa Cina ha ultimamente agevolato le pratiche dei visti per chi si ferma per poche ore a Pechino e Shanghai, cosa che rende interessante un stopover in estremo Oriente!
Ma quali sono gli scali migliori per uno stopover?
Le caratteristiche che deve avere uno scalo stop over sono semplicemente quelle di dovere spezzare un volo superiore alle 7-8 ore, soglia psicologica che divide i voli a medio raggio da quelli più lunghi. A volte lo stopver è necessario comunque, ad esempio per chi vola in Australia, Nuova Zelanda e Polinesia, dato che gli aerei devo fermarsi in ogni caso per il rifornimento. In questo caso dopo una prima tratta di 10-12 ore, si deve scendere e rientrare un paio d'ore più tardi per la seconda trance di analoga durata. A questo punto uno stopver di un paio di giorni non cambia di molto i costi del viaggio, e sicuramente vi aiuta a smaltire più velocemente le differenze di fuso orario.
Vi ricordiamo infine che per avere maggiori possibilità di scelta, conviene programmare il viaggio con passaggio in hub importanti come Francoforte, Londra, Amsterdam e Parigi, che offorno un numero maggiore di collegamenti internazionali. Come anche di frequenze di voli.
Ecco allora quali sono i principali stopover catalogati a seconda della meta finale del vostro viaggio.
Meta finale Australia e Nuova Zelanda
Per chi si reca nella terra dei canguri, il viaggio si può spezzare in vari modi. In attesa che diventi operativo fra qualche anno l'annunciato volo diretto Istanbul – Sydney, potete scegliere come ideale stopover le seguente mete: Dubai (ma anche Doha), Bangkok, Kuala Lumpur, Singapore ed Hong Kong. Ciascuna delle 5tappe intermedie offre spunti di viaggio diverso, dall'affascinante modernità di Dubai, ai templi buddisti della capitale della Thailandia, oppure potete una sosta nella capitale della Malesia ed i suoi grattacieli, oppure visitare l'affascinante Singapore, o trovare qualche conveniente prodotto elettronico ad Hon Kong.
Meta Finale Polinesia e Pacifico
Una classica tappa obbligata per chi si reca in Oceania è Los Angels, raggiungibile da molti aeroporti europei. La rotta verso ovest è infatti la più breve, ma nel caso vogliate provare la rotta orientale, magari, perchè no, se siete in possesso di un biglietto che fa il giro del mondo, la vostra meta di transito potrebbe diventare il Giappone con Tokyo.
Meta finale Sudafrica
Un hub che si presta molto bene allo stopover è Addis Abeba, bene servita dall'Italia da Etiophian Airlines, che essendo il migliore vettore aereo d'Africa, uno dei primi a vantare il 787 dreamliner, può offirvi ottimi standar e prezzi competitivi per poi volare anche su Johannesburg.
Meta finale Lontano Oriente
Per chi si reca in Giappone, Taiwan, Vietnam e coste orientali della China, ci sono alcune possibilità interessanti. Di una abbiamo parlato in un recente articolo, e cioè quella di uno stop-over volando da Londra con Air Astana. Ma si possono fare soste a Dubai, Abu Dhabi e Doha, spezzando quindi il viaggio in due trance da 6-7 ore.