Pensare solo al Sudafrica in termini di parchi naturali e safari nelle varie “game reserve” è certamente riduttivo. Il soprannome di questa nazione, del resto, parla chiaro: ci troviamo nella cosiddetta Rainbow Nation, la nazione arcobaleno, chiamata così per la grande varietà etnica che la contraddistingue.
Questa notevole diversità sarebbe oggi di difficile gestione se non fosse esistita la figura del grande Madiba, ovvero il premio Nobel Nelson Mandela, a riunire sotto il proprio enorme carisma le contraddizioni storiche di queste terre e delle sue etnie. Mandela ci ha lasciati il 5 dicembre 2013, ma la sua figura affiora ancora oggi in ogni angolo della nazione e mantiene intatto quel senso di unità e accoglienza dell'altro, che lui come uomo e come politico è riuscito a infondere nel suo popolo.
Il ricordo di uno dei più grandi attivisti del XX secolo è anche, più banalmente, un'occasione per i viaggiatori di tutto il mondo, che possono visitare il Sudafrica attuale, osservandolo dai luoghi di Mandela per rendersi conto di persona dell'enorme statura morale e politica che questo tenace uomo ci ha lasciato in eredità.
Un tour nei luoghi di Mandela
A quanti decidono di intraprendere un viaggio in Sudafrica segnaliamo questa interessante mappa online dove è riportata l'esatta ubicazione di tutte le principali località legate a Nelson Mandela.
Un tour ideale non può che iniziare dai luoghi natali del leader carismatico: si parte quindi da sud, e in particolar modo da Mvezo, un piccolo villaggio della Provincia del Capo Orientale (Eastern Cape), dove nel luglio del 1918 nacque Rolihlahla Mandela.
Ora una nuova strada collega l'autostrada N2 e il resto del mondo a questo sperduto villaggio, dove i turisti stranieri e i cittadini sudafricani vengono a visitare Mvezo Komkhulu, ovvero la casa natale del trionfatore contro l'apartheid. Grazie alla notorietà e ai fondi stanziati, infatti, il villaggio ha investito sulla figura di Mandela trasformando la propria connotazione da rurale a una vera città della memoria.
Non distante da qui si trova la tomba di Nelson Mandela, più esattamente lungo le rive dello splendido fiume Mbashe, dove sorge il villaggio di Qunu, che vide il futuro leader politico trascorrervi molti anni della propria infanzia fino al compimento del nono anno di vita.
Anche se la tomba non è visitabile e rimane nascosta in un giardino privato vicino a una sua ex abitazione, il luogo attira un flusso continuo di visitatori che si affacciano ai cancelli e si fotografano davanti al luogo in cui Madiba è sepolto. Ricordiamo, in particolare, che fu proprio a Qunu che la maestra elementare chiamò il piccolo Rolihlahla con il nome occidentale di Nelson, il nome che avrebbe cambiato la storia del Sudafrica.
Nella periferia di Qunu oggi si può visitare il Nelson Mandela Museum, che può anche organizzare dei tour a tema nei luoghi di Mandela. Presso il museo si possono vedere i resti della scuola elementare, della piccola chiesa in pietra dove venne battezzato e un curioso scivolo, ovvero una roccia di granito levigata su cui si divertivano i bambini.
Dopo aver compiuto nove anni, con la morte del padre, Mandela si trasferì assieme alla madre a una quarantina di chilometri da Qunu, nella missione dal nome quasi impronunciabile di Mqhekezweni. Fu qui, nel cosiddetto “The Great Place”, che il giovane Nelson si appassionò alla storia del suo popolo, ed è qui che è ancora possibile vedere un Sudafrica rurale dove il tempo sembra essersi fermato e rimasto un po' come all'epoca dell'infanzia di Madiba.
Il luogo dell'arresto, Robben Island, Johannesburg e Soweto
Dopo avere visto le radici culturali e genealogiche di Mandela ci trasferiamo sulla costa nord-orientale del Sudafrica: da non perdere la visita al monumento di Howick, cittadina a nord-ovest di Durban.
Qui, nel lontano 1962, Nelson Mandela venne arrestato e iniziò la sua lunga detenzione che si protrasse per 27 lunghissimi anni in varie carceri sudafricane.
Sul luogo dell'arresto si trova la statua The Capture, opera dell'italiano Marco Cianfanelli: da lontano sembra una composizione astratta - una serie di pali neri di ferro, che sembrano quasi rosicchiati dal tempo - ma quando si arriva alla giusta angolazione si compie la magia e il profilo di Mandela si staglia netto nel paesaggio provocando una forte emozione al visitatore.
Grande suggestione si prova anche quando si raggiunge la Nelson Mandela Voting Line a Port Elisabeth, in cima alla Route 67, dove si trova un'altra spettacolare installazione dedicata all'eroe del Sudafrica.
Opera di Anthony Harris e Konrad Geel, l'installazione ricorda le elezioni del 1994 con una lunga e tortuosa linea di figure in metallo che portano a una silhouette trionfale dello stesso Mandela. Il luogo non è casuale: la città di Port Elisabeth, infatti, ha giocato un ruolo fondamentale nella lotta anti-apartheid e nel 2001 il comune è stato rinominato come Nelson Mandela Bay.
Sempre in zona, a nord-est di Port Elisabeth, nei sobborghi di East London troviamo presso Ginsberg il Steve Biko Garden of Remembrance, un giardino che ricorda la figura del leader anti-apartheid morto in prigione dopo 26 giorni di detenzione.
Altri luoghi legati a Nelson Mandela permeano Città del Capo (Cape Town), anche se la città quasi mostra un certo pudore a esibirli, scontando l'onta di essere la località che tenne imprigionato più a lungo il leader, che qui fu carcerato in tre diverse strutture.
Cape Town è di norma visitata sia dagli amanti del mare che della montagna, grazie agli scenari di Table Mountain e Good Hope Cape, ma al di là di queste icone del turismo naturale, per conoscere la storia di Madiba è necessaria una visita alla vicina Robben Island, dove Mandela trascorse ben 18 di quei 27 anni dietro le sbarre: dal 1999 l'isola è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO come omaggio a tutti coloro che vi hanno trascorso lunghi periodi di prigionia. Robben Island ospita uno dei primi musei post-apartheid e le visite sono guidate da ex-detenuti che ricordano ancora la presenza del futuro presidente.
Sempre vicino a Città del Capo merita una visita Pollsmoor, il famigerato carcere di massima sicurezza dove Mandela trascorse sei anni, e che ospita oggi un famoso ristorante gestito da ex-detenuti. Ancora, si può visitare la Victor Verster Prison vicino a Paarl, dove Mandela scontò gli ultimi mesi della sua pena, e dove lavorano tuttora i carcerieri che lo liberarono.
È però forse Johannesburg, dove Mandela visse e lavorò come avvocato, a vantare i luoghi più ricchi di particolari e dettagli sulla sua storia.
Il Nelson Mandela Centre of Memory, nei pressi della sua villa nel quartiere di Houghton a Johannesburg, ha aperto al pubblico i vasti archivi di documenti, fotografie e filmati. Pe chi vuole approfondire la questione razziale nel paese, da non perdere c'è il Liliesleaf, chiamato “a place of liberation”, che fu il centro nevralgico del movimento di liberazione dall'apartheid.
Soweto è un sobborgo della città -di fatto una baraccopoli a sud-ovest del centro - dove oggi si può visitare la chiesa di Regina Mundi: l'altare e gli interni portano ancora le cicatrici della sparatoria del 16 giugno 1976, quando la polizia armata sparò agli studenti che si erano rifugiati all'interno dell'edificio. La Mandela House sorge invece al numero 8115 di Orlando West, sempre a Soweto: il museo contiene qualche oggetto personale di Mandela e ospita anche il piccolo bungalow che egli condivise con la sua prima e seconda moglie.
Il tour sulle orme di Mandela si conclude nel cuore di Johannesburg, dove tra le tante cose si può ammirare anche il grande ponte - il Nelson Mandela Bridge - che è oggi il simbolo stesso della città.
Tuttavia, sono altri i luoghi imperdibili: a nord del centro si trova Constitution Hill, mentre a sud il famoso Museo dell'Apartheid. Se nel primo sito si ha l'occasione di vedere alcuni manoscritti di Mandela, l'esposizione dell'Apartheid Museum risulta così potente da lasciare i visitatori turbati, quasi in lacrime. È questo, forse, il modo migliore per rendere omaggio alla figura di un uomo capace di perdonare il male subito e trasmettere l'amore per la libertà a tutti i popoli del Sudafrica.