Viaggio organizzato in Gujarat: tour nello stato indiano di Ghandi

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Condividi Enrico Montanari

15/09/2015

L'India, nazione vasta come un continente, evoca negli appassionati di viaggi delle immagini forti, soprattutto per il suo patrimonio antropologico e culturale: un vero mosaico di popoli, etnie e religioni che rendono una vacanza in questa gigantesca penisola un momento assolutamente unico ed irripetibile. A volte però lo shock per un viaggiatore è dato proprio dai contrasti e le contraddizioni che s'incontrano all'interno delle stesse singole città: la convivenza tra modernità e povertà estrema possono rendere l'esperienza piuttosto provante, dal punto di vista psicologico.

Da questo punto di vista il Gujarat, lo stato più occidentale indiano. al confine con il Pakistan meridionale, rappresenta una scelta adeguata per chi vuole provare una prima esperienza d'India, ma con un viaggio più “soft”, aiutato anche da un clima secco, decisamente più sopportabile. Un percorso che consente comunque di scoprire la grande varietà etnica e tribale tipica di questa enorme nazione. Una meta quindi di scoperta, per entrare in sintonia con la cultura orientale, le sue tradizioni e la sua arte, ma in un contesto sociale meno degradato e quindi meno “estremo” rispetto ai soliti cliché indiani.

Un valore aggiunto è anche il fatto che il Gujarat è anche in parte dimenticato dai grandi tour operator, e rimane quindi al di fuori dei percorsi più classici del turismo indiano. Questo è un bene, dato che consente ai viaggiatori di poter vivere ancora delle esperienze autentiche e non stereotipate, dove è facile incontrare gruppi etnici che ancora vestono con gli abiti tradizionali, vivono le loro tradizioni e le regole tribali come si tramandano dalla notte dei tempi, e non lo fanno ancora per una mera finalità turistica o commerciale.

Un tour del Gujarat, quindi, consente di compiere una specie di viaggio nel tempo alla scoperta di popoli che vivono ancora secondo tradizioni millenarie, tra usi e costumi legati al mondo giainsta,  islamico (siamo al confine con il Pakistan), indù e buddista, accompagnati da monumenti di grande valore artistico. E' proprio la base religiosa del jainismo (5° secolo a.C.) ad aver reso questo stato particolarmente accogliente, la terra della non violenza, e dove la cucina è, di conseguenza, totalmente vegetariana.

Noi della redazione, grazie alla collaborazione con I Viaggi di Maurizio Levi, Swiss Air e l'Ente Turismo India, abbiamo seguito un percorso che ci ha condotto dalle zone desertiche del Kutch ad occidente fino allo spettacolare centro storico di Ahmedabad, ricco di palazzi e monumenti.


Il nostro volo via Zurigo ci ha condotti da Mumbai a Bhuj, la capitale del Kutch, dove si respira un'atmosfera di frontiera, e che si sta riprendendo dalle conseguenze di un forte terremoto che l'ha colpita nel 2001. Questa è la terra che da sempre ha segnato una sorta di confine tra occidente e oriente, del grande deserto di sale che assieme al fiume Indo ha delimitato l'espansione verso oriente di Alessandro Magno, e che per secoli ha diviso la grande Persia dai possedimenti dei ricchi Mahraja indiani.

Bhuj, oltre possedere alcuni monumenti interessanti, come i palazzi Aina e Prag Mahal ed un interessante Museo dedicato al Kutch, è il punto di partenza per scoprire alcuni gruppi etnici, popolazioni nomade che vivono intorno alla grande distesa di sale del Rann of Kutch, vasto deserto diviso in due distinte porzioni. Grazie alla guida preziosa di Sita, tour operator locale, le varie tribù ci sono state rivelate dagli sgargianti abiti tradizionali, ed ogni visita ad un mercato di un villaggio è stata un'occasione unica per avere delle folgorazioni improvvise, donne vestite con colori sgargianti, che indossano pesantissimi gioielli, e che si muovono con solennità ed eleganza. Emozionante poi l'escursione al White Desert, la bianca pianura di sale posta in vicinanza del passaggio del Tropico del Cancro.

I villaggi sperduti di questa savana semi-desertica ci hanno fatto anche incontrare artigiani di grande valore storico e culturale: presso il villaggio di Dhamadka abbiamo scoperto le antiche tecniche di stampa dei tessuti con colori naturali e sgargianti, adottate dagli Ajrakh, la magica Rogan Art di Nironi e visitando il piccolo villaggio di Dhaneti abbiamo incontrato le donne intente a compiere pazientemente l'arte del ricamo. A Bajana, invece, abbiamo visitato un villaggio in cui la vita sembrava ancora ferma al periodo medievale, con le attività quotidiane che si ripetono da generazioni e che non vengono ancora scalfite dal passaggio dei rari gruppi turistici.

Trasferendoci a sud del Little Ruhn of Kutch, il deserto di sale meno esteso del Gujarat, si possono compiere dei safari in jeep, per cercare di avvistare la fauna locale, tra cui alcuni esemplari di khur, gli asini selvatici dell’Asia, facilmente avvistabili nella riserva del Wild Ass Sanctuary. Qui vivono anche famiglie di nomadi ancora dedite all'estrazione del sale, gestita ancora con i metodi antichi.

Un tuffo nella storia lo si può compiere nella vicina città di Modhera, che ospita una delle meraviglie del Gujarat: il Tempio del Sole  ci ha catturato con i suoi quasi 1000 anni di storia: costruito nel 1026, è caratterizzato dalla sua pietra rossa (arenaria) scolpita in modo sontuoso. Possiede anche una valenza astronomica: venne costruito con orientazione est - ovest, in modo che all'equinozio il sole poteva entrare all'alba e illuminare l'immagine di Surya, la divinità del sole.

Non lontano si trova Patan, l'antica capitale hindu, oggi operosa e colorata città, dove l'UNESCO ha appena inserito. nella lista dei Patrimoni dell'umanità. il “baoli” di Rani-ki-Vav, e cioè un tipico pozzo a gradini del Gujarat, con arenarie scolpite di straordinaria bellezza. Patan ci ha svelato inoltre i segreti degli eleganti sari in seta di Patola, pazientemente creati al telaio utilizzando fili dipinti a mano, che uno alla volta, guidati dalle esperte mani dei tessitori, vanno a creare delle vere opere d'arte, da indossare.

Il Gujarat è anche famoso per le sue residenze storiche, oggi riconvertite in alberghi di lusso: lo stato indiano, da solo, vanta nella sua storia l'esistenza di oltre 200 distinti regni, quasi la metà di tutta l'India, ed ora molte delle sue lussuose residenze sono state riconvertite in alberghi di lusso. Questo è il caso del Balaran Palace, che ci ha ospitato una notte tra le sue montagne e ci ha fatto vivere una esperienza degna di un re.

Nelle vicinanze da non perdere alcuni villaggi dove vivono alcune minoranze etniche con artigiani maestri vasai ed il quartiere costruito dai commercianti musulmani della comunità Bohra a Sidhpur, con splendidi palazzi in legno, colorati ed eleganti, e  che posseggono un vibrante aspetto coloniale.

Da qui ci siamo trasferiti nella capitale del Gujarat, Ahmedabad, dove ci hanno accolto altri importanti monumenti, ma soprattutto abbiamo potuto vivere l'emozione di muoverci tra i luoghi che hanno visto partire nel suo viaggio la figura del Mahatma Gandhi, la Grande Anima dell’India, che qui iniziò la predicazione della non violenza. Ahmedabad ha una duplice valenza: il suo centro storico fondato nel 15° secolo colpisce per le sue strette strade e le tipiche architetture, e dove si trovano capolavori come il Jami Masjid, la grande moschea, o si possono compiere escursioni nella zona, magari fino a Vadodara, per ammirare lo sfarzoso palazzo di Laxmi Vilas Palace, ma la città è anche un notevole polo industriale, e per questo è anche stata chiamata come la Manchester indiana, per lo sviluppo dell'industria tessile del secolo scorso.

Sicuramente una città dai forti contrasti e dove è possibile scoprire il museo di Gandhi ( Gandhi Smarak Sangrahalay), all'interno dell'Ashram Sabarmati, ricavato nel complesso dove si trova la casa del Mahatma, lungo le rive dell'omonimo fiume, dove il politico indiano visse per 12 anni. Sarà' sicuramente uno dei momenti più toccanti del vostro viaggio in Gujarat: la galleria chiamata con la celebre frase di Ghandi “La mia vita è il mio messaggio” con i suoi dipinti, i documenti e le foto storiche vi offrirà una prospettiva unica su questo eroe mondiale della pace e della non violenza.
E la figura di Ghandi è una perfetta sintesi della vera essenza del Gujurat, della sua profonda anima Janinista che ha prodotto un amore per la natura così forte, testimoniato dalla rigorosa dieta vegetariana del suo popolo, e dalla passione per il lavoro e l'artigianato.

L’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28, www.viaggilevi.com),
specializzato in viaggi culturali di scoperta in regioni poco frequentate dal turismo, propone
in Gujarat un itinerario di 15 giorni toccando questi ed altri splendi luoghi come il monte Shatrunjaya, la farmacia ayurvedica di Gondal, e la riserva di Sasan Gir, dove è ancora possibile avvistare qualche esemplare di leone asiatico, l'unico felino di questo genere ancora visibile in questo continente. Clicca qui per il programma di viaggio in Gujarat.

Vengono organizzate partenze individuali settimanali con guide locali di lingua inglese e viaggi di gruppo di 15 gg da novembre a marzo 2016 con voli Swiss Air da Milano e altre città, pernottamenti in hotel di buon livello, resort e residenze storiche con pensione completa, accompagnatore dall’Italia, quote da 2.980 euro in doppia. Ricordiamo inoltre che in India Viaggi Levi propone diversi altri itinerari di varia durata.

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