Nascosto dietro l'ammasso di palazzoni anonimi, giganti di pietra e cemento dall'aria minacciosa, ai margini dei leziosi boulevard parigini, esiste una piccola e lussureggiante Asia in miniatura. Lontano dai riflettori e dagli obiettivi dei turisti, il quartiere asiatico della capitale Parigi, nel tredicesimo arrondissement, è un piccolo mondo colorato e variopinto, intarsiato di logogrammi, arricchito da ristorantini dal sapore tipico e animato da carrettini di frutta e legumi dove piccoli omini accigliati, assiepati come formichine agli angoli delle strade, faticano a vendere i loro prodotti.
Una piccola Asia d'Occidente, sospesa tra quell'invidiabile orgoglio patriottico, che ancora guarda ad Est con nostalgia, e quella voglia nuova di sentirsi Europa, crogiolandosi nella quasi assoluta certezza che un ritorno in patria sarà impossibile.
Tra gennaio e febbraio di ogni anno, proprio il tredicesimo arrondissement si veste a festa, celebrando con i suoi abitanti ad occhi a mandorla il Capodanno Cinese, la festa più importante per le comunità asiatiche, con sfilate di musica, danza, leoni e draghi. Ogni anno si onora un animale dello zodiaco cinese (quest'anno tocca alla capra), ma la formula è sempre la stessa, ovvero uno sfavillio di colore e vitalità, in un susseguirsi di festeggiamenti sfrenati. Col suo nome evocativo, “Festa di Primavera”, stona un po' con quell'immagine di Parigi cupa, nel suo grigiore perenne, grondante d' acqua e attanagliata dalla morsa dell'inverno più intenso che questi mesi regalano. Ma la celebrazione del Capodanno è come un guizzo di colore e calore in una Parigi malinconica, ferma nei suoi ritmi serrati e squarciata dalla fitta di un freddo pungente.
E' come se la Parigi del periodo vomitasse tutto il suo orgoglio multiculturale, raccogliendo e celebrando le sue comunità asiatiche, facendole pioniere del suo cosmopolitismo, regine e protagoniste di queste giornate d'inverno. Si ha un po' come l'impressione che la Parigi di quei giorni si ritragga dall'austero immaginario turistico che fa di lei una città bella e perfetta, di bianchi palazzi ricamati di splendidi fregi illuminati dallo sfavillio della Torre Eiffel, per vestirsi con un kimono della seta più raffinata, dagli intarsi più preziosi e dai colori più possenti. Pare che tutto il resto, tutto ciò che non brilla dei colori d'oriente e che non profuma d'Asia, esista un po' meno.
Qualunque tipo di turista parigino voi siate, intrepido consumatore della Parigi elegante e gourmet, o invece un più audace sognatore di una città multiforme e multicolore, quale è Parigi nei suoi quartieri all'ombra del turismo più volgare, se vi trovate a Parigi tra il 4 ed il 27 febbraio 2015, non potrete perdervi le celebrazioni per il Nuovo Anno. Questo febbraio, la tradizionale parata di capodanno si terrà domenica 22 (a partire dalle ore 13 circa), con partenza dal cuore pulsante del quartiere, quell'Avenue d' Ivry generalmente bolgia incontrollata di traffico e rumore, tanto da ricordare una strada di Pechino, e ora invece messa a lucido, decorata a festa con portafortuna cinesi, immagini di divinità tradizionali, nastri rossi di Capodanno auguranti buona fortuna, ricchezza e lunga vita, ed infine le immancabili lanterne, con le quali i commercianti abbelliscono le loro vetrine, donandogli un aspetto un po' meno kitch.
La sfilata, tra allegoria, mistero, trambusto e allegria, prosegue toccando alcuni dei quartieri più multietnici della zona, investendoli di brio e colore, a simbolo che il Capodanno Cinese è la festa non solo di una comunità, ma anche di quel crogiolo di razze e culture che fanno di Parigi, città del decoro e della smania di eleganza, un impero multiforme di etnie e tradizioni: Avenue de Choisy, Place d'Italie, Avenue d'Italie, Rue de Tolbiac e Boulevard Masséna.
Il Capodanno Cinese parigino è anche un'armonica vitalità che si riempie di musica, quella del ritmo intenso dei gong, oppure quella del frastuono dei suonatori di tamburi, il cui eco lontano risuona per tutte le vie. Un quartiere che vibra al suono dei petardi lanciati in aria senza riguardo, quasi a spaventare il Nian, lo spirito cattivo rappresentato da un leone, che si cerca di inseguire e braccare per tutta la sfilata, attraverso una danza rituale al ritmo chiassoso e battente di tamburi e cimbali.
La sfilata termina nuovamente nel centro nevralgico del quartiere, quell'Avenue d'Ivry rigurgitante di localini tipici e ristorantini dal gusto autentico, con alle pareti malinconiche fotografie di una terra lontana abbandonata decenni addietro, dove potrete fermarvi a mangiare, ricercando, in tutto quel convulso trambusto, un piccolo momento di calma.
Parallelamente alla grande parata della domenica il quartiere organizza numerose altre manifestazioni, immagine di quel capolavoro di opulenza e ricchezza culturale che è il tredicesimo arrondissement :
- Giovedì 13 Febbraio alle 18:30, presso la sala delle feste della Mairie del 13esimo arrondissement, si esibiranno un gruppo di artisti giunti da Pechino per celebrare, attraverso un gioco di musica e parole, la gioia della Festa della Primavera
- dal 4 al 13 e dal 16 al 27 febbraio, da non perdere (presso la Mairie del quartiere) due esposizioni fotografiche: «Les fêtes à Macao» e «Impressions du Yunnan», che raccontano i territori di Macao e della provincia dello Yunnan, luoghi simbolo di una Cina che, a discapito di quell'immagine più comunemente e tristemente nota, sa essere anche miscuglio di culture e di diversità etnica