Oggi soltanto il 10% della popolazione complessiva è costituita da beduini, gli abitanti del deserto, i veri padroni di casa della Giordania. Nel corso del tempo si sono trasferiti entro i suoi confini, siriani, iracheni, palestinesi, libanesi, dando vita ad una scacchiera etnica che comprende anche altre minoranze, come quella dei cercassi, alti, biondi e con gli occhi verdi, decisamente diversi dalle caratteristiche che contraddistinguono il resto della popolazione, i cui coloro mediamente virano verso tonalità più scure.
La capitale della Giordania, Amman, nel 1921 era abitata da 7.000 abitanti assiepati su sette colli, tanti quanti quelli di Roma. Oggi quei colli sono diventati 21 ed i residenti ben 5 milioni, quasi il 75% della popolazione complessiva del paese che riunisce entro i suoi confini 7 milioni di persone.
Quello che conquista della Giordania è la capacità di concentrare in un territorio non particolarmente vasto, una serie di importantissime testimonianze che fanno parte della memoria storico-archeologico e religiosa dell'intera umanità.
Oltre a Petra, la città nabatea scolpita nella roccia, tante altre sono le meraviglie che è opportuno scoprire, dall'antica cittadella, nucleo originario di Amman, alla "Pompei di Oriente", Gerasa, ai luoghi sacri, simbolo e cardine della cristianità come il Monte Nebo, custode delle spoglie di Mosè, e Betania, dove Gesù ricevette il battesimo nelle acque del Giordano.
Per orientarvi nella scelta vi forniamo un elenco delle dieci cose che, nel vostro viaggio in Giordania, dovete assolutamente vedere. Non sono in ordine in importanza, ma in sequenza come spesso vengono proposte nei percorsi classici di visita alla Giordania.
Amman e la sua cittadella
Vecchio e nuovo si miscelano fra le strade in discesa e in salita della capitale della Giordania. Amman offre ai visitatori i vicoli degli ex campi profughi trasformati in quartieri perfettamente integrati con il resto della città, grandi centri commerciali aperti h24 dotati di multisale funzionanti fino alle 4 del mattino, vecchi mercati, alberghi ultramoderni, gallerie d'arte, ristoranti eleganti e locali notturni. La sua anima resta però profondamente legata al passato. Testimone è la Cittadella, una collina che la sovrasta e conserva alcune rovine risalenti al periodo dell'antica Rabbath-Ammon capitale del regno degli Ammoniti, poi trasformata nell'attuale Amman. Ad accogliere i turisti i resti del Tempio di Ercole, fatto erigere durante il regno dell’imperatore Marco Aurelio, del Palazzo Ommayyade, databile tra il 700-740 d.C. e la “Sala delle udienze” con pianta a forma a croce perché costruita sulla base di una Chiesa bizantina. E dalla cttadella non perdetevi la vista sul teatro antico, tutt'ora in funzione!
The Jordan Museum di Amman
L'apertura ufficiale è recente, dopo l'anteprima del 2010. Un sogno, nato negli anni 1960 che per la Giordania ha iniziato ad avverarsi quando nel 2005 la Regina Rania ha posto la prima pietra del palazzo. I lavori non sono ancora terminati ma le sale sono disponibili al pubblico come i tanti reperti che raccontano migliaia di anni di storia, dalle prime testimonianze legate alla formazione dei villaggi agricoli nel 6500 a.C alla riproduzione degli accampamenti beduini passando attraverso alcune porzioni dei manoscritti del Mar Morto, conservanti insieme ai loro contenitori.
Obiettivo del Museo è di fornire ai visitatori un’ampia prospettiva della storia e della cultura giordane raccolte su una
superficie di 10.000 metri quadrati che copre un milione e mezzo di anni di storia dal Paleolitico fino ai giorni nostri. Oltre alla mostra permanente che ha recepito parte delle testimonianze conservate fino alla sua apertura nel precedente Museo Archeologico giordano fatto costruire nel 1951 sulla collina della Cittadella di Amman e tutt’ora aperto, il Museo offre aree dedicate ad esibizioni temporanee oltre ad una libreria, un centro di ricerca e sale meeting. Una curiosità: all’ingresso è conservata una
carrozza ferroviaria in legno servita durante le riprese del film Lawrence d’Arabia girato nel deserto giordano del
Wadi Rum.
Gerasa
La chiamano la "
Pompei d'Oriente", bella com'è, fra colonne antiche e resti di costruzioni che appartenevano a templi, bagni termali e fontane. Il sito archeologico di
Jerash, in Giordania, ha tentato più volte di ricevere la qualifica Unesco di Patrimonio dell'Umanità. Non ce l'ha ancora fatta, nonostante l'indiscutibile bellezza e importanza delle testimonianze in esso custodite, per la natura dei restauri eseguiti soprattutto dopo il
grande terremoto del 1927, non conservativi, quindi effettuati con materiali della stessa epoca dei reperti trattati, ma stilistici, tramite l'utilizzo di materiali simili ma non originali. Una scelta penalizzante ma che, agli occhi dei turisti, risulta assolutamente trascurabile. Sepolta per secoli sotto la sabbia prima di essere riscoperta e portata alla luce negli ultimi 70 anni,
Jerash ha vissuto il suo
massimo splendore sotto il dominio dei Romani. Per 6.500 anni è stata abitata ininterrottamente. Il suo nome
deriva dalla città greca di Antiochia e significa per l'appunto "Antiochia sul fiume d'oro", il Wadi
Jerash che fa parte del bacino idrico del fiume Giordano. Quando si costituì la Lega delle 10 città, la Decapoli, Gerasa era la più ricca. A permetterle il primato, le condizioni climatiche, lo sviluppo di una fertile agricoltura grazie alla vicinanza del corso d'acqua, la disponibilità di minerali e non ultima la sua posizione, a 160 km da
Damasco, 90 da
Gerusalemme, 40 da Amman, in grado di renderla ricco crocevia di rotte commerciali. Il suo impianto strutturato con la classica impostazione a centuriazione romana nel periodo del massimo sviluppo è delimitato da
due porte, quella di Damasco a Nord e quella di Philadelphia, antico nome di Amman voluto da Tolomeo II, a Sud. L'arco di trionfo fatto costruire in onore dell
'imperatore Adriano nel 129 d.C, introduce al sito, che occupa una estensione di 6 km da porta a porta e di 4 km ai lati. L'intervento faceva parte di un progetto molto più ampio, mai realizzato, per contenere entro le mura sviluppate dall'arco tutto l'abitato di Gerasa. Ora quella porta segna l'entrata verso l'enorme bacino di reperti e storia, molti dei quali ancora devono essere esplorati, come l'impianto delle 20 chiese individuate ma non ancora portate alla luce.
Betania
La sacralità che si respira permea ogni singolo angolo di "
Betania oltre il Giordano", considerata
il luogo in cui Gesù Cristo fu battezzato da Giovanni il Battista. La sua individuazione è recente. Gli scavi, condotti sulle orme delle testimonianze lasciate da antichi pellegrini, hanno portato solo nel 1994 all'identificazione del
punto esatto, un’ansa del fiume Giordano a pochi passi dal Mar Morto e soprattutto dal confine con
Israele che fino ad allora vantava la presenza nel suo territorio, di fronte a
Gerico, della fonte battesimale. Il territorio bonificato dai militari, è accessibile lungo i percorsi delimitati. Il
Colle di Sant'Elia è il luogo simbolo del sacramento del Battesimo; vi sorgono i resti di un monastero bizantino, chiese, ampie vasche battesimali e un sistema di serbatoi per l'acqua. Sulla sua sommità si trova anche la grotta in cui, secondo numerosi testi di pellegrini bizantini, Giovanni Battista visse e battezzò Gesù Cristo. La chiesa bizantina è stata costruita intorno alla grotta e, di recente, è stato scavato un canale artificiale che la rende visitabile. Un altro luogo rinomato per il pellegrinaggi è
Mukawir, visibile lungo la Strada dei Re procedendo a Sud verso
Madaba, già nota come Macheronte, roccaforte collinare di Erode il Grande. La fortezza ereditata dal figlio, Erode Antipa, fu luogo di uno degli episodi biblici più noti, la
decapitazione di Giovanni il Battista dopo la fatale danza dei sette veli di Salomè.
Wadi Rum
Gran part del film epico di David Lean “Lawrence d’Arabia è stato girato, nel 1962, fra le sabbie e le formazioni rocciose del
Wadi Rum, il più esteso e stupefacente deserto della
Giordania. Il sito fa parte della lista dei luoghi dichiarati patrimonio mondiale dell’Unesco sia per importanza naturalistica che culturale. Le rocce che conservano testimonianze di antichi disegni realizzati ben 4.000 anni fa, raggiungono
altezze di 1.750 metri in grado di mettere in difficoltà anche gli scalatori più esperti. Mentre all’orizzonte sfilano cordate di cammelli, è possibile fermarsi a sorseggiare un tipico thè nel deserto in uno dei tanti villaggi di beduini allestiti. T
ra i servizi messi a disposizione dei turisti, il Centro visitatori offre il noleggio di veicoli 4x4, completi di autista/guida, l’affitto di cammelli con una guida con i quali è possibile raggiunger e visitare il Pozzo di Lawrence, un tempio dei Nabatei, le oasi del deserto e affascinanti ponti di roccia.
Madaba
Ad appena 30 chilometri da
Amman, lungo la Strada dei Re, costruita ben 5.000 anni fa, si
Madaba uno dei luoghi più memorabili della Terra Santa. Provincia e città offrono testimonianze di grande valore storico e religioso.
Madaba, nota come "
Città dei mosaici", caratteristica che le ha reso il gemellaggio con un'altra città regina dell'arte musiva,
Ravenna, era occupata nel 1880 d.C da tribù di arabi cristiani giunti dalla regione di
Karak. L’attrazione principale di Madaba è custodita nella chiesa greco-ortodossa di San Giorgio. Durante i lavori di scavo realizzati per realizzare la base della chiesa di foggia contemporanea, è stato rinvenuto casualmente
una grande mappa-mosaico di epoca bizantina che risale al VI secolo. Le località inserite, prima fra tutte
Gerusalemme ritratta come agglomerato più consistente e importante, rispettano un ordine di tipo religioso non geografico. Purtroppo gli scavi hanno irrimediabilmente danneggiato le parti laterali della mappa conservandone però il cuore. I particolari che offre vanno oltre la semplice dislocazione delle località dando delle
informazioni preziose a proposito della evoluzione del territorio. Ad esempio, leggendo la mappa si può evincere che il Mar Morto era navigabile ed alimentato dal fiume Giordano insieme ad altri canali. Una condizione che nel tempo è drasticamente cambiata. In origine la mappa era composta da
due milioni di pietre colorate e dalle dimensioni di 25 x 5 metri. Un capolavoro senza pari in
Giordania.
Monte Nebo
A pochi chilometri da Madaba procedendo in direzione Nord verso Amman si trova nella località di Siaga il
Monte Nebo, il luogo sacro più venerato della
Giordania. Si pensa infatti che sia questo
il sito in cui Mosè fu seppellito, all'età di 120 anni, dopo il lungo viaggio affrontato a seguito dalla fuga dall'Egitto verso la scoperta della
Terra Promessa. Il suo corpo non è mai stato trovato ma dalle testimonianze giunte fino a noi attraverso testi sacri e diari di pellegrini ritrovati, come quello di Igheria scoperto nel 1933, pare che la sua morte sia avvenuta proprio sulla sommità del Monte Nebo dalla quale si può ammirare il vasto panorama che comprende la Valle del Giordano, il Mar Morto,
Gerico e
Gerusalemme, quindi la
Terra Santa.
A prendersi cura del sito, visitato nel 2000 da
Giovanni Paolo II che lo dichiarò luogo di pellegrinaggio per i Cristiani, sono i
Frati Francescani che si stanno occupando della realizzazione della Basilica del Memoriale di Mosè i cui lavori sono iniziati grazie all’iniziativa di Padre Michele Piccirillo, scomparso nel 2009. Il suo intervento ha portato all’avvio degli scavi che hanno restituito importanti testimonianze come i
mosaici in mostra all’entrata del sito, appartenuti alla prima chiesa costruita nel tardo IV secolo per segnalare il luogo della morte di Mosè. Altri mosaici sono custoditi all'interno della
Basilica del Memoriale. Da osservare anche la Croce in ottone con il Serpente, forgiata nel 1972 dall'artista fiorentino Fantoni, eretta fuori dal santuario, che simboleggia il serpente che Mosè forgiò nel deserto e la croce su cui fu crocefisso Gesù e la stele, all'entrata del sito, fatta costruire appositamente per onorare la visita di Papa Giovanni Paolo II.
Umm Ar-Rasas
Spostandosi in direzione Sud-Est, all'interno della provincia di
Madaba, si apre il
sito archeologico di Umm Ar-Rasas, dichiarato patrimonio Unesco nel 2004. Il frate francescano Michele Piccirillo, tramite approfondite ricerche, ha individuato la zona, utilizzata al tempo dei romani come accampamento militare. Successivamente, lo sviluppo dei commerci ha decretato la nascita della città. Dagli scavi sono emersi
reperti di epoca romana bizantina e soprattutto i resti di 16 chiese con relativi pavimenti musivi come quella di Santo Stefano, di rara bellezza. Il mosaico, rovinato unicamente dalla cancellazione di alcuni simboli religiosi avvenuta nel periodo di declino del cristianesimo, raffigura le città della Provincia. Nel sito sono presenti anche le rovine di due torri quadrate in cui vivevano gli eremiti.
Petra
Inserita nell’elenco delle
meraviglie del mondo ed in quello del Patrimonio dell’umanità targato Unesco,
Petra è il sito più prezioso della Giordania. La città scavata nella roccia dall’antico popolo dei
Nabatei, coglie di sorpresa, al termine del lungo canale di ingresso, con il suo
Tesoro, una delle tombe monumentali più significative e meglio conservate, che aprono, solo a quel punto, la vera visita alla città. A scoprirla, dopo innumerevoli ricerche, fu nel 1812 l’esploratore svizzero
Johann Ludwig Burckhardt che riuscì a penetrare al suo interno, eludendo la sorveglianza delle tribù beduine che si erano stabilite, fingendo di essere un arabo proveniente dall’India e desideroso di offrire un sacrificio sulla tomba del profeta Aronne. Per riuscire nell’impresa si preparò per un anno intero, durante il quale non solo assimilò la lingua ma anche le sfumature culturali in grado di supportare la sua interpretazione.
Petra, come il deserto del Wadi Rum, ha fatto da scenografia all’industria cinematografica, in questo caso per la sequenza finale del film “
Indiana Jones e l’ultima crociata”. Altri luoghi imperdibili sono il gigantesco
monastero (Deir) del I secolo raggiungibile da una scalinata di 900 scalini scavati nella roccia e la
Tomba di Aronne, santuario del XIII secolo, eretto per commemorare la morte del fratello del Profeta Mosè.
Le terme di Erode ed il Mar Morto
Vivere una vacanza in
Giordania significa anche avere la possibilità di concedersi del relax. Le
sorgenti calde di Ma’In, le cosiddette “
Terme di Erode”, sono incuneate in un luogo altamente suggestivo, ai piedi di una valle incastonate fra verde e roccia. Il centro termale, in funzione, come vuole il nome, fin dai tempi dei Romani, è utilizzato in particolare nel fine settimana. I servizi che offre sono molteplici, da massaggi a trattamenti al semplice bagno nella piscina in cui confluisce l’acqua della sorgente. Allo stesso modo è possibile concedersi divertimento e tranquillità e, nel contempo, prendersi cura di se stessi sulle
rive del Mar Morto, dove è possibile sperimentare le proprietà curative dei
fanghi ricchi di minerali, e provare le sensazioni di
galleggiare in modo instabile sulle salatissime acque del mare.
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