Tour della Sicilia Occidentale, cosa vedere e fare

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Condividi Deborah Terrin

25/05/2020

Se state pensando a una vacanza al mare sotto il solleone, tra gioielli naturalistici e preziose gemme della tradizione, vi consiglio una settimana in Sicilia Occidentale, un triangolo di terra che si incentra sulla provincia trapanese e che si protende al mare con le Egadi, frammenti di isole punteggiate da una natura ricca di biotipi e tutelati dall’area marina protetta istituita nel 1991.

Terra calda, lambita dal mare e a volte sferzata da quel vento caldo, lo scirocco, che arriva da lontano e che può portare con sé qualche granello di quel Sahara africano. Forse meno nota di quella parte orientale dell’isola che convoglia i maggiori flussi turistici, ma certamente non meno attrattiva e invitante.

Si può fare base nella bella città di Trapani, oppure scegliere di pernottare in uno dei suggestivi bagli che punteggiano l’area rurale del trapanese, ma in ogni caso prendete in considerazione un viaggio fly & drive per potervi muovere liberamente sul territorio, perché queste sono terre da scoprire piano, attraverso un turismo slow, lento e attento ai ritmi della natura. E allora vi troverete a viaggiare su nastri d’asfalto che si compenetrano con l’ambiente e che seguono morbidi le linee costiere e l’entroterra.

Una vacanza di una settimana ma anche di più, perché qui di luoghi da scoprire certo non ne mancano. La visita di Erice val bene una giornata, con la funicolare che sembra portare sul tetto del mondo e un centro storico disegnato da un saliscendi senza fine. Le strette strade sorprendono con negozi di souvenir colorati – da non perdere il corallo rosa, le ceramiche dipinte e famosi tappeti –, e architetture neogotiche come la chiesa matrice il cui soffitto finemente modellato ricorda i merletti delle nonne.

La vista dal Castello di Venere spazia dal Monte Cofano alle Egadi, un panorama che lascia senza fiato e che accarezza tutta la caratteristica mezzaluna trapanese, un antiteatro naturale generato – se si ascolta la leggenda – dalla falce persa da Demetra alla ricerca della figlia rapita da Ade, re degli inferi.

Città ricche di storia e di tradizioni certo non mancano in questo tour, Trapani con i virtuosismi barocchi delle sue chiese e i Misteri della Settimana Santa; Marsala, così legata all’Eroe dei Due Mondi che proprio qui sbarcò alla conquista del regno delle Due Sicilie, che offre un bel Museo degli Arazzi di scuola fiamminga – otto, enormi e ben conservati –, e il notevole Museo archeologico Baglio Anselmi con il relitto di una nave punica.

E ancora Mazara del Vallo, che alle spalle della maestosa Cattedrale apre la sua anima a un dedalo di vicoli fin nel cuore dell’antica Casbah, dove il ciottolato delle strade è ancora più antico di quello di Tripoli.
Qui vive una comunità tunisina di circa 6000 persone ben integrate e, sempre qui, ceramiche multicolori abbelliscono le pareti di strette strade tortuose. Il bel Satiro Danzante aspetta il turista poco più avanti, nel museo vicino al collegio dei Gesuiti: 2.50 metri di altezza e 109 kg di peso e un movimento rotatorio che, anche se incompleto, incanta in modo ipnotico.

Ovunque si scorgono vestigia antiche, a Levanzo, minore delle Egadi che cela nei suoi fondali relitti di imbarcazioni puniche e romane, a Selinunte con lo spettacolare parco archeologico che conserva i resti un’antica città greca distrutta e riemersa dall’oblio verso la metà dell’Ottocento. E ancora Segesta, con il tempio rimasto miracolosamente illeso nei secoli e conservato così com'è, incompiuto, sulla sommità del Monte Barbaro; più su il teatro dove ogni anno si svolgono le suggestive rappresentazioni teatrali chiamate dionisiache. Da qui lo sguardo abbraccia per intero il golfo di Castellammare.


Un tuffo tra le acque cristalline che lambiscono questa terra non può certo mancare: lungo la distesa sabbiosa di San Vito lo Capo, o tra le baie che si aprono nella Riserva dello Zingaro, prima riserva naturale istituita in Sicilia nel 1981.
E poi nelle acque turchesi della fascinosa Favignana, la più grande dell’arcipelago, con le sue calette famose come Cala Rossa. A Favignana, capoluogo delle Egadi, ci si può fermare più di un giorno, perché oltre alle bellezze naturalistiche, l'isola conserva un esempio mirevole di archeologia industriale.

La visita all'ex stabilimento Florio, che ospitava le tonnare di Favignana e Formica non più in attività dal 1982, consente di ammirare l’insieme degli immobili che costituivano la tonnara: la camperia, il marfaraggio e il calato. Se siete fortunati, al porto tra i banchi del pesce, vi capiterà di incontrare ancora l’ultimo rais della tonnara, Gioacchino Cataldo.

Tutta in piano e circolare, Favignana si scopre piacevolmente anche in bicicletta, ma non è l’unica meta adatta a percorsi lenti, trekking a cavallo e a piedi si fanno comodamente ai piedi del Monte Cofano, sperone dolomitico che emerge nella riserva omonima e che offre al turista panorami incantevoli a strapiombo sul mare e una ciclabile che la collega veloce alla vicina Riserva dello Zingaro.

E infine andando a “zonzo” in queste terre non si potrà rinunciare ai profumi e ai sapori antichi che di questa terra sono il vanto: a cominciare dall'aglio rosso di Nubia, particolarmente intenso e alla base del pesto alla trapanese – immancabile condimento della pasta busiata –, i dolci di marzapane, le tette delle monache e i classici cannoli siciliani, vero delirio per le papille gustative quelli di Maria Grammatico a Erice.

E ancora i grandi vini siciliani, da assaggiare e acquistare negli stabilimenti delle storiche aziende vitivinicole di Marsala, come i Florio e la famiglia Rallo proprietari del famoso marchio Donnafugata. Vino d’eccezione di questa parte di Sicilia, il Marsala, prima Doc a essere attribuita (1969), e proprio a Marsala, Il Ciacco Putia Gourmet, un locale intimo che ama servire piatti della tradizione rivisitati con fantasia, vi potrà proporre simpatiche degustazioni.

E poi c’è il sale, che qui nelle saline Ettore e Infersa si raccoglie ancora a mano e per questo resta ancora meravigliosamente bianco. Si gusta con la frutta, il cedro in primis, con combinazioni inaspettate per il palato.
I panorami delle saline sono un altro vanto di questa parte della Sicilia e si estendono per ogni dove appena usciti da Trapani; candidate a patrimonio dell’Umanità, le Saline di Trapani e Paceco custodiscono al loro interno i segreti in un antico mestiere e tra le distese di sale capita a volte di vedere il curatolo che si assicura “il raccolto”. Sempre qui si può provare una pausa rilassante e imprevedibile, un bagno a mollo nel sale, per scoprire che dai ritmi della terra è sempre meglio lasciarsi assecondare.

Per organizzare la vacanza e informazioni pratiche:
Distretto Turistico della Sicilia Occidentale - www.distrettosiciliaoccidentale.it

Se ti interessa l'argomento visita anche il nostro canale dedicato agli itinerari in Sicilia.

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