Mangiare nel bosco in Trentino: baite, malghe e rifugi da non perdere

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Condividi Monia Savioli

31/05/2016

Fra un piatto di canederli ed uno strudel, i sapori del Trentino riescono a coniugare la semplicità dei piatti derivati dalla tradizione contadina alla varietà di alimenti offerti dalle produzioni agricole.

Passeggiare andando alla scoperta di queste esperienze sensoriali abbinate alla maestosità dei panorami è una prerogativa da non perdere per chi vuole provare il piacere di gustare, con il palato e con gli occhi.

Per offrirvi un esempio delle tante possibilità, vi proponiamo dieci tappe, in altrettante malghe o baite tipiche del Trentino, che potrete scegliere ed anche implementare.

La Baita Varena

Situata in Val di Fiemme, la località di Varena è una delle più antiche del Trentino. Nota per le sue tipiche fontane in porfido e la chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo di origine medievale, Varena si affaccia sull'altopiano del Passo Lavanzè che dista solo 8 km dalla cittadina. Durante l'inverno a fare da padrone è lo sci di fondo, praticato sugli 80 km di pista a cui si affiancano tracciati per sci da discesa e snow park per i bambini. Lungo la strada che porta al Passo, ad attendere i turisti c'è La Baita, dove è possibile fermarsi per gustare piatti rigorosamente legati alle produzioni stagionali, come la zucca ed i funghi.
Le proposte spaziano anche verso sapori particolari come il carpaccio di cervo marinato alla genziana con arancia e segale senza dimenticare, per ogni piatto, l'uso delle erbe spontanee e la valorizzazione dei prodotti caseari tipici. Per completare il percorso ci si può fermare a Varena per fare scorta di carne salada di Grigio alpina e di lucanica di capra.

Ristorante Miola a Predazzo

Sempre in Val di Fiemme si trova Predazzo dove si concentra il maggior numero di abitanti della Valle. E non solo. L'elevato numero di varietà geologiche presenti nel suo territorio, la più numerosa al mondo, gli hanno valso l'appellativo di “Giardino geologico delle Alpi”. Per averne una dimostrazione basta visitare il Museo Geologico delle Dolomiti, collocato nel centro di Predazzo, dove sono raccolte rocce minerali e fossili molti dei quali si possonoammirare senza la protezione delle teche anche lungo il sentiero geologico del Doss Capèl, tra il passo Feudo e l’Alpe di Pampeago.

Tra le tante attività sciistiche - il paese è attraversato anche dalla pista da fondo della Marcialonga - e le passeggiate dirette a luoghi suggestivi come le cascatelle del Travignolo, è d'obbligo la visita al ristorante Miola, ricavato da un vecchio maso e situato nell'omonima frazione di Predazzo. Il panorama che si gode è particolarmente romantico, soprattutto al tramonto. La cucina del ristorante è profondamente legata al territorio. Formaggi, salumi, pesce, birra oltre a verdura e frutta sono forniti da produttori locali. I piatti da provare assolutamente sono i Canederli al Puzzone di Moena DOP, gli Gnocchi di polenta al ragù di coniglio nostrano e Fontal di Cavalese, il Tagliere di formaggi e, fra gli antipasti , il salemerino marinato con patate viola e cappucci oltre alla Mousse di trota affumicata.

Malga Roncac a Moena

Cambiamo Valle e da Fiemme ci spostiamo, salendo un pò, in Val di Fassa, a Moena, identificato come il centro più importante, per abitanti e attività, della Valle. Centrale rispetto alla zona sciistica dei Tre Laghi, il paese offre importanti tappe storico-culturali come la chiesa di San Vigilio al cui interno sono conservate le opere del pittore Valentino Rovisi, la chiesetta di San Volfango dove un artista di Moena, Giovanni Guadagnini ha realizzato un particolare soffitto in stile barocco. Sopra Moena, nella località di Roncac, sorge la baita Malga Roncac. Riconoscibile dall'alto "guardiano" che da oltre cento anni la veglia, un abete alto 30 metri e dal tronco di quasi 3, la baita è calda e accogliente. Richard Gere, anni fa, ha avuto modo di sperimentarne l'ospitalità ed il sapore dei piatti che offrono una carrellata sulla cucina tipica, dai gnocchi con ragù di salsiccia ai famosi Cajoncie della Val di Fassa. E per finire la scelta non può che concentrarsi su strudel o kaiserschmarren con confettura di ribes. Finito il pasto si può camminare senza scarpe nel sentiero “A piedi scalzi” oppure affrontare il percorso che da Malga Roncac porta alla località di Peniola in circa un'ora di cammino fra i boschi.

Hosteria Cant del Gal - Val Canali

Val Canali a pochi chilometri dalla località di Primiero, ai piedi delle Pale di San Martino, è considerata una delle più belle delle Dolomiti. Silenzio e relax sono le caratteristiche principali del luogo che offre tante suggestioni. Anche al palato. L'Hosteria Cant del Gal, nata nel 1951 come punto di partenza per le arrampicate dei primi coraggiosi che volevano sfidare le cime dolomitiche, dedica il suo nome al canto del gallo cedrone che spesso risuona fra le valli. L'Hostaria offre una vasta scelta fra selvaggina - cervo, capriolo, camoscio, lepre - e formaggi, utilizzati anche come ingrediente dei primi fra cui troneggiano gli gnocchi di ricotta e noci. Durante l'inverno è possibile affrontare il bosco a bordo di slitte trainate da cavalli, noleggiabili all'Hostaria che tutt'ora rappresenta il punto di partenza per varie escursioni dirette ad esempio a Malga Canali attraverso il sentiero Tonadico – Cimerlo oppure a Villa Welsperg dove ha sede il Parco Naturale di Paneveggio- Pale di San Martino.

Malga Stablasolo in Val di Rabbi

Altra Valle altri sapori. Val di Rabbi è immersa nel Parco Nazionale dello Stelvio. La natura è protagonista indiscussa degli scorci e dei panorami che si possono ammirare durante tutto l'anno. L'immersione nei suoi colori predispone i sensi ad accogliere tutto ciò che di positivo l'ambiente può offrire. Compresi i piatti preparati con cura nella Malga Stablasolo, immersa nel bosco nel tratto che dalla località di Plan conduce verso l'interno in direzione di Coler. Il percorso fra ponti, abeti ed il fruscio delle foglie è di 500 metri ben ripagati dal piatto di polenta con ragout o con le puntine sempre disponibile insieme ad altre scelte gustose e tradizionali. Dal punto di ristoro alle cascate del Saent, il passo è breve. Per cui tanto vale visitarle dopo aver fatto la sosta.

Rifugio Sores - Tres di Predaia

Il comune di Tres si trova in una delle zone panoramiche più belle della Val di Non, ai piedi dell'altopiano della Predaia noto come il "Balcone sulle Dolomiti del Brenta". In quella scenografia da capogiro si inserisce il Rifugio Sores, incastonato in un bosco di larici, noccioli e abeti. Punto forte del menù è il Piatto Sores che unisce una prelibata selezione di piatti tipici, stinco di maiale al forno e polenta; crauti, lucanica e pancetta; capriolo alla cacciatora. Per smaltire, ci si può buttare, al termine del pasto, in escursioni in mountain bike, passeggiate, ciaspolate - neve permettendo - o attività di trekking. Dal rifugio, tutto è permesso.

Rifugio Nambino a Madonna di Campiglio

Madonna di Campiglio è la perla delle Dolomiti del Brenta, inserite nel Patrimonio Mondiale Unesco. Lo scettro di località sciistica più nota a livello nazionale rende superflua ogni presentazione. A circa 20 minuti di passeggiata dalla città a partire dal parcheggio vicino alla Zangola si trova il rifugio Nambino collocato all'interno del Parco Naturale dell’Adamello Brenta, sulle rive del lago omonimo. L'emozione che si prova nell'attraversare il bosco è compensata dalle suggestioni offerte dalle pietanze. Il menù propone una vasta scelta di piatti tutti estremamente interessanti. Il rifugio si può raggiungere, sempre a piedi, anche da Patascoss e da Campo Carlo Magno.

Rifugio la Montanara a Molveno

A contendere il titolo di perla delle Dolomiti del Brenta a Madonna di Campiglio è la località di Molveno, che trae il nome dal lago sul quale sorge. La tradizione turistica consolidata negli anni l'hanno resa una delle località più attrezzate per attività, iniziative e strutture. A 1600 metri si trova il Rifugio La Montanara, in un punto del Dos di Tovre, centrale rispetto al Croz Altissimo e alle Dolomiti del Brenta. Per raggiungerlo occorre affidarsi agli impianti di risalita di Molveno e Pradel oppure percorrere la strada da Andalo e da Molveno. Ovviamente chi vuole, può ritargliare nella sua giornata, uno spazio di circa due ore per raggiungerlo a piedi attraverso la quiete dei sentieri. Ad attendere i temerari ci saranno taglieri di affettati e formaggi selezionati, pasta fresca condita con sughi di selvaggina o funghi, zuppe o minestre, la polenta con la Farina di Storo girata a mano e varie tipologie di carne. La cottura è tutta con fuoco a legna.

Ristorante Van Spitz a Frassilongo

La storia di Frassilongo è intimamente legata a quello dell'etnia germanica dei Mocheni, da cui deriva anche il nome della Valle - Valle dei Mocheni - le cui origini si perdono negli anni. Un mulino recentemente ristrutturato e la chiesa dedicata al patrono, S. Udalrico, in stile gotico cinquecentesco, sono i simboli della città, entrambi visitabili. La zona offre tante possibilità di passeggiate ed escursioni. Da fare assolutamente è quella diretta al Ristorante Van Spitz, a 1498m di altitudine in località Kamauz. Le materie prime utilizzate per comporre i piatti sono tutte prodotte da piccole realtà locali. L'attenzione alla qualità e alla tradizione contraddistinguono il menù che spazia da canederli di carne e verdura, al goulash suppe ai rufioi mocheni, passando attraverso la zuppa con le ortiche, la frittata con fioranzesi o sgricciole o con gli asparagi di montagna, insalate di tarassaco, proposti in base alla disponibilità stagionale degli ingredienti.

Agritur Rincher a Roncegno Terme

La cultura del benessere ha preso sottobraccio la località di Roncegno già a fine Ottocanto quando è nato il centro termale per cui è ancora famosa. Circondata da castagneti, che offrono la materia prima per la sua famosa sagra delle castagne, Roncegno offre nei suoi stabilimenti un'ampia scelta di trattamenti fisici ed estetici in grado di rigenerare anche l'umore. Nella frazione di Prese, a circa 1700 metri, si trova Agritur Rincher, il rifugio più alto di tutta la regione. Un primato che si lega alle origini, coetanee a quelle dell'abitato, determinanti nell'offrire l'aspetto caratteristico della baita. L'offerta gastronomica ricalca i passi della tradizione al punto da consentire l'ingresso della struttura nel club "Cuore Rurale" che riunisce le strutture in grado di offrire clima famigliare e natura incontaminata.

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