La morte è un tema tabù che generalmente si associa a concetti negativi come la tristezza, il pianto e addirittura la paura, che derivano dal dolore per la perdita di qualcuno a cui si vuole bene. Per i messicani, tuttavia, esiste una giornata in cui si reinventa la tradizionale concezione di questo tema, una notte che segna un nuovo incontro tra vivi e morti, dove le frontiere dei due mondi svaniscono temporaneamente per fare rivivere il legame spirituale che ci unisce al di là di ciò che è sconosciuto e che trascende i limiti fisici dello spazio e del tempo: il Día de Muertos.
Ogni anno, l'1 e il 2 novembre, il Messico si prepara a dare il benvenuto ai suoi defunti colorando la morte e addirittura prendendosi gioco di lei. La presentazione tipica della morte è La Catrina (rappresentata da uno scheletro con sombrero), che in principio si chiamava “La Calavera Garbancera”. Fu creata alla fine del XIX secolo dal litografo messicano José Guadalupe Posada come critica nei confronti del malinchismo, un termine tipicamente messicano che indica l'attitudine delle persone a rinnegare le proprie origini.
In seguito fu ribattezzata “La Catrina” dal muralista Diego Rivera e si pose come uno degli emblemi più rappresentativi di questa data: la burla nei confronti della morte.
Le offerte (ofrendas, in spagnolo) sono il rito sacro che caratterizza questa festività. Sono composte da alcuni elementi imprescindibili: il sale, l'acqua, le candele, i fiori di cémpasuchil, diverse resine aromatiche (incenso, copale e mirra), il pan de muertos (un pane dolce con semi di anice), le calaveritas (teschietti di cioccolata, zucchero o amaranto), la foto del defunto, frutta e cibo tipico messicano.
Non possono inoltre mancare elementi decorativi come il papel picado e la segatura colorata. È tradizione collocare il tutto nei cimiteri dove la gente si reca per “accompagnare” i propri defunti.
Ognuno di questi elementi compie una funzione specifica che guiderà l'anima del morto verso il mondo terreno, dove li aspetta la compagnia dei suoi cari e le offerte appositamente preparate. Una volta conclusa la celebrazione, lo spirito dei defunti ritorna verso la morte.
Quella del Día de Muertos è una notte magica, caratterizzata dall'incontro tra vivi e morti alla luce delle candele che fa risplendere il colore arancione dei fiori di cémpasuchil e che, assieme all'incenso, il copale e la mirra impregnano l'ambiente con un aroma che evoca il legame ancestrale del popolo messicano con le sue radici preispaniche. È anche una notte di festa, ravvivata dalla musica dei mariachi e altri gruppi che riflettono il calore, il candore e l'allegria dello spirito messicano che non viene offuscato nemmeno dalla morte stessa.
Nei paesi anglosassoni esiste una ricorrenza per certi versi simile – quella di Halloween, il 31 ottobre – ma anche in Asia si celebra una festa non molto differente, come raccontiamo in questo articolo.
Articolo di Susana Torres