La Riserva Naturale dello Zingaro in Sicilia. Escursioni tra spiagge e calette

Mostra tutte le foto » Sicilia

Condividi Fiamma Larosa

25/06/2024

Lì dove il vertice nord-occidentale della Sicilia si assottiglia e si allunga nel mare verso nord, dando vita alla bella penisola di San Vito Lo Capo, si trova la Riserva Naturale Orientata dello Zingaro, 1650 ettari di natura incontaminata e 7 km di litorale roccioso e meraviglioso, in pratica una delle riserve naturali tra le più importanti di tutta Italia, se non dell’intera Europa.

Una menzione la dobbiamo spendere subito per la ricchissima vegetazione che propone specie protette e assai rare, come ad esempio le giummarre (le palme nane che sono il simbolo di quest’area) e per la costa trapuntata di grotte sottomarine, romantiche calette acciottolate e scogli che si alzano veloci.
Non solo: anche per i voli imperiosi delle aquile che nidificano sulle vette dei rilievi, che qui arrivano fino a 100 metri e srotolano le loro pendici, a volte brulle e a volte trapuntate di olivi, carrubi, frassini e sugheri, con percorsi quasi a picco sul mare, e per quell’aspetto da Paradiso terrestre e quel mare blu che più blu non si può.

Siamo certi che queste poche parole vi hanno messo l’acquolina in bocca e state già progettando di visitare questo angolo di paradiso; questa nostra guida vuole essere, quindi, un piccolo e prezioso compendio che riassume tutte le informazioni su cosa vedere e cosa fare nella Riserva dello Zingaro e i consigli su come organizzare le escursioni, le passeggiate e le gite in barca in questo territorio sospeso tra cielo, terra e mare, territorio che definire magico è troppo poco.

Dove si trova la Riserva Naturale dello Zingaro?


Siamo in provincia di Trapani, la “città delle cento chiese”, quella degli edifici barocchi, del cous cous e delle spiagge bianche che vengono lambite dall’azzurro del cielo e dal turchese-smeraldo del mare e allo Zingaro, che come avete capito è una delle mete obbligatorie se state facendo un tour della Sicila Occidentale, ci si può arrivare da sud, provenendo da Castellammare del Golfo, una delle più importanti e antiche mete termali siciliane con le Terme di Segesta, le cui acque curative erano utilizzate anche ai tempi degli antichi Greci, quando questa era una fiorente colonia della Magna Grecia.

L'accesso alla riserva si trova, infatti, a un chilometro dall’abitato di Scopello; da nord, invece, giungendo da San Vito Lo Capo, l’ingresso è ubicato a circa 11 km dalla cittadina celebre per la sua Tonnara del Secco, simbolo di tutto il territorio, nonché per essere il luogo in cui ogni anno si svolge il Cous Cous Festival, una dei più interessanti eventi della Sicilia perché rappresenta un momento di condivisione fra tutte le culture che si affacciano sul Mare Nostrum. 

Comunque sia, a qualunque ingresso arriviate e con qualsiasi mezzo lo facciate, sappiate che potete entrare solo a piedi o a dorso di mulo e percorrere uno dei tre sentieri panoramici presenti, il Sentiero Costiero, il più facile, il Sentiero Medio, o a mezza costa, che si snoda tra mare ed entroterra, più difficile, e il Sentiero Alto, che accompagna i visitatori dalla punta più alta della Riserva fino alla spiaggia più nascosta, decisamente dedicato ai professionisti del trekking.

Non fate l’errore di pensare che visitare la Riserva dello Zingaro in barca sia più semplice, perché non è possibile accedere con un'imbarcazione a motore all’interno delle acque di pertinenza; sarete, quindi, obbligati a lasciare la vostra barca a più di 300 metri dalla costa e raggiungere le calette e le spiagge con altri mezzi, siano essi i remi, la vela o le braccia.

Storia e territorio della Riserva dello Zingaro


La Riserva dello Zingaro non è solo la prima Riserva istituita in Sicilia la cui bellezza incontaminata e le ricchezze naturali e ambientali proposte rappresentano un fiore all'occhiello per tutta l’isola, ma è anche un simbolo importante di una battaglia vinta che suggella un nuovo rapporto tra siciliani e natura.
L’area, infatti, nasce nel 1981, in seguito alla protesta dei cittadini che si ribellarono a quanto l’Assessorato del Turismo intendeva portare a termine, ovvero costruire il tratto di strada litoranea per collegare San Vito Lo Capo a Scopello, con la conseguenza di dare il via all’opera di cementificazione di uno dei pochi tratti di costa ancora intatti e incontaminati.

I siciliani si commuovono ancor oggi quando ricordano l’imponente marcia pacifica che il 18 maggio del 1980 portò in piazza più di 6000 cittadini per dire no alla strada, no alla speculazione edilizia selvaggia, no alla distruzione di un territorio amato, da sempre custode di tradizioni uniche, frutto della storia millenaria e complicata che contraddistingue quest’isola e la rende così straordinaria.

Perché, in effetti, la Riserva dello Zingaro è proprio una squisita sintesi tra i capolavori che la Natura sa creare e la Storia dell’Uomo più antica; numerose, infatti, sono le testimonianze archeologiche risalenti addirittura al Paleolitico e altrettanto importanti sono le specie vegetali e animali rare che qui, e solo qui, vivono.
La costa rocciosa ha un profilo tormentato, fatto di pareti aspre che si tuffano a strapiombo nel mare, a tratti turchese e a tratti verde smeraldo, pareti impenetrabili che sono intercalate da magnifiche insenature raggiungibili via terra o via mare; i rilievi sono veloci a salire fino ai 913 metri del Monte Speziale, mentre, nelle vallate, spettacolari sono le terrazze, ricolme di profumata vegetazione, costituite da lastroni di roccia, risultato dei fenomeni carsici cui la zona è sottoposta.

Questa è la “casa” di alcuni esemplari, sia vegetali che animali, rari ed endemici, come l’Orchidea Selvatica a Mezzaluna, l’elegantissimo Limonio di Todaro, la Palma Nera Nana - la “giummarra”, appunto - e le tantissime specie di erbe officinali che profumano l’aria e disegnano i panorami, per quanto riguarda i primi, e l’Aquila del Bonelli, dalla caratteristica macchia bianca sul dorso, la rarissima Coturnice di Sicilia, deliziosa con quel suo corpo un po’ tozzo e i fianchi fantasiosamente colorati con righe verticali nere e gialle, o la maestosa Poiana, che con quel suo volo in assetto di guerra, collo incassato e ali a V, è il sogno dei birdwatcher più incalliti, per quanto riguarda i secondi.
Una Valle dell’Eden a portata di mano, insomma, che merita di essere visitata in ogni stagione dell’anno, dalla cima più alta al fondale più ricco di fauna marina.
Ne rimarrete ammaliati, statene certi!

Spiagge e calette della Riserva Naturale dello Zingaro


Cominciamo la nostra esplorazione percorrendo il Sentiero Costiero che si snoda elegante nei suoi saliscendi e permette di raggiungere la maggior parte delle 7 calette che puntellano i 7 km della ruvida costa rocciosa della riserva, spettacolari nicchie di sabbia scavate nella roccia dove il mare cristallino si tinge all’improvviso di toni verdi e aranciati, dove la sontuosa macchia mediterranea che tappezza le rocce spande nell’aria profumi inebrianti, dove le orchidee selvatiche accompagnano i vostri passi e fanno felici i vostri occhi e dove gli appassionati di snorkeling e di diving si possono sentire a casa.

Cala Tonnarella dell’Uzzo


Partendo da nord troviamo, esattamente pochi metri dopo l’ingresso, Cala Tonnarella dell’Uzzo, che, con i suoi ciottoli arrotondati, la sua sabbia bianca abbagliante e l’acqua così trasparente che quasi non ci si può credere, è, a ragione, considerata una delle spiagge più belle della Sicilia.
Anticamente veniva chiamata Cetaria, per la grande quantità di tonni che le sue acque ospitavano, e ancora ospitano, e qui è, infatti, anche possibile ammirare il piccolo Museo delle Attività Marinare, dove sono esposte alcune preziose testimonianze delle tecniche tradizionali per la pesca del tonno, attività storica che è scritta nel DNA di tutto il territorio di San Vito Lo Capo.

Cala dell'Uzzo


Cala dell’Uzzo è, invece, la seconda meravigliosa insenatura che troviamo, dopo circa mezz’ora di camminata proveniendo da nord.
Anche qui la sabbia bianca come sale e l’acqua così pulita che sembra uno specchio sono gli ingredienti principali che vi regaleranno la possibilità di fare un bagno da sogno, circondati dai numerosi pesci che abitano questa acque. Poco distante è possibile anche visitare la Grotta dell’Uzzo, detta anche Grotta Grande, incredibile testimonianza archeologica, visto che al suo interno sono stati ritrovati reperti archeologici risalenti addirittura a 12.000 anni fa, ammirare i resti di un’antica Torre di Guardia e dare un’occhiata alle sale espositive del Museo della Civiltà Contadina, dove si possono apprezzare alcuni manufatti dell’affascinante tradizione agricola locale.

Cala Marinella


Prima di arrivare alla prossima perla, Cala Marinella, piccolo capolavoro di sabbia e ciottoli arrotondati scolpito dalla natura stessa, ubicata a metà strada del percorso costiero, incontriamo il Museo dell’Intreccio, suggestivo luogo dove sarà possibile imparare a trasformare le piante in fibre da intrecciare per realizzare oggetti di uso quotidiano.
Molto probabilmente Cala Marinella è la più difficile da raggiungere, stretta com’è tra due costoni rocciosi, sui quali cresce spontaneo il finocchio selvatico, che rendono la discesa un po’ impervia, ma una volta che si arriva si ringrazia la fatica che si è dovuta compiere, perché ci permette di assaporare con maggior intensità il piacere che si prova ad immergersi nello specchio turchese che ci troviamo di fronte.

Cala Berreta


La quarta insenatura, partendo da San Vito Lo Capo, e la terza, invece, se si comincia il cammino da Scopello, è Cala Berretta, una delle più lontane da raggiungere, in quanto per poter conquistare la sua spiaggia bisogna camminare per oltre un’ora, sia che si parta da sud sia che si parta da nord.
Alberi di carrubo e sugheri, intervallati dalle simpatiche "giummarre", vi accompagnano durante la discesa, facilitata da una scala in legno, a questa piccola caletta, anch’essa meravigliosa come le sorelle più frequentate.

Cala della Disa


A soli 35 minuti da Scopello si trova ancora Cala della Disa, la più grande tra le sette, che con la sua elegante forma ad arco risulta essere particolarmente accogliente; sia la spiaggia che il fondo del mare presentano ciottoli e sassolini, caratteristica che potrebbe deludere gli amanti della sabbia, e suggestive feritoie nella parete rocciosa permettono di trovare riparo nei momenti di maggiore calura, consentendo una permanenza anche prolungata.

Cala del Varo


Arriviamo ora a quella che è a tutti gli effetti la più selvaggia delle 7 calette dello Zingaro: Cala del Varo, raggiungibile solo via mare. Il Sentiero Costiero, infatti, ci porta fin sopra la stessa e ci permette di ammirarla dall’alto, ma non è presente un sentiero pedonale che scende sulla spiaggia; va detto che ciò la rende particolarmente preziosa, poco frequentata e particolarmente suggestiva. A completare la meraviglia ci penasno le acque immacolate, i pesci che nuotano indisturbati insieme ai turisti e la spiaggia di sabbia e piccoli ciottoli a vocazione caraibica.
Sul sentiero, infine, all’altezza di Cala del Varo, si trova il Museo della Manna, la biblica linfa che in realtà viene estratta dalla corteccia dei frassini qui presenti e che rappresenta una delle eccellenza dell’agroalimentare siciliano.

Cala Capreria


Anche qui si respira aria di Caraibi: è Cala Capreria, a pochi minuti di camminata dall’ingresso sud (quasi in corrispondenza di Cala Mazzo di Sciacca, in parte già all'esterno del parco), e per questo anche una delle più frequentate.
Spettacolari i giochi cromatici che prendono vita grazie al fondo di sabbia, ghiaia e ciottoli lisci e quasi lucidi che, a seconda di come tira il vento e di come batte il sole, conferiscono sfumature diverse all’acqua antistante la spiaggia, incantando chi si ferma a guardare.

Escursioni in battello


Se, in ultimo, preferite raggiungere la costa della Riserva Naturale dello Zingaro in barca, numerose sono le escursioni via mare organizzate, che vi permetteranno di visitare le splendide insenature della riserva, anche quelle non raggiungibili via terra.
Potete, infine, scegliere di partecipare a una mini-crociera in catamarano, imbarcazione che può avvicinarsi di più alla costa, o affittare direttamente una barca a San Vito Lo Capo o a Castellammare del Golfo e sedervi voi al timone per dirigervi in piena autonomia verso la vostra spiaggia o caletta preferita, se riuscite a sceglierla, avendo cura di rispettare il giustamente rigido regolamento del parco che non permette di avvicinarsi troppo con nessun mezzo dell’era moderna ai luoghi meravigliosi e incontaminati che vi abbiamo descritto.

Visitare a piedi la Riserva dello Zingaro


Abbiamo visto, però, che la Riserva Orientata dello Zingaro non è solo mare, anche se da questo non possiamo mai prescindere perché ovunque lasciamo vagare lo sguardo lo incontriamo, ma anche un patrimonio di rarefatta purezza, un paradiso garantito per gli appassionati di birdwatching e di trekking.
Ed è seguendo il Sentiero Medio e il Sentiero Alto che possiamo partire alla scoperta di cotanta meraviglia, mettendoci gambe e zaino in spalla.

Il Sentiero Medio è il più panoramico di tutti ed è, tra le escursioni della Riserva Naturale dello Zingaro, quella che forse conquista più fans. Si tratta, infatti, di un sentiero di media difficoltà, affrontabile dalla maggior parte dei camminatori, anche i più inesperti, che regala squarci panoramici di rara bellezza. La lunghezza del percorso è di circa 9 km e ci vogliono circa 4 ore e mezza per compierlo tutto, considerado un’andatura media.

La partenza è fissata all’ingresso sud, quello che si apre poco dopo Scopello, e il primo tratto è in comune con il Sentiero Costiero, almeno finché non si arriva al Centro Visitatori, presso il quale è possibile visitare il quinto museo della riserva, il Museo Naturalistico, dove sarà possibile ammirare in anteprima alcuni esempi delle numerose specie della preziosa flora della Riserva; si prosegue poi lungo la salita che porta al Sentiero Medio, fino a 290 metri di altezza, e si arriva prima al Bosco di Scardina e poi, salendo ancora di un’altra settantina di metri, alla Contrada Sughero, da dove è possibile godere di un panorama mozzafiato e dove sono presenti alcuni caseggiati rurali, alcuni dei quali vengono utilizzati come rifugi, presso cui si può bivaccare nel periodo compreso tra ottobre e maggio.
Ancora un paio di chilometri e si giunge allo spettacolare Borgo Cusenza, antico borgo di pastori e contadini ancora perfettamente conservato, dal quale si può scegliere se procedere lungo la Canalone delle Grotte di Mastro Peppe, che permette di ricongiungersi con il Sentiero Costiero, o se proseguire lungo il percorso principale e arrivare agli impianti dell’ingresso nord.

Il Sentiero Alto, infine, si propone come sfida anche per i camminatori più esperti, ma, in cambio, regala emozioni uniche ed è il più indicato per chi vuole visitare a piedi la Riserva dello Zingaro in tutta la sua interezza; la lunghezza del percorso è impegnativa, circa 17 km, ci vogliono 7/8 ore per portarlo a termine e l’unica facilitazione concessa è quella di affrontarlo attrezzati con asini e muli.
Da Borgo Scardina, raggiungibile, come abbiamo visto, dal Sentiero Medio, si procede lungo un piccolo sentiero in salita che ci porta, passando attraverso nuclei di antichi caseggiati rurali, Mercato Mennola e Mercato della Sterna, a Pianello, da dove si procede costeggiando il confine della Riserva in direzione del Monte Speziale, la cima più alta della riserva con i suoi 913 metri, Pizzo dell’Aquila, 766 m. s.l.m., e Monte Passo del Lupo, 822 m. s.l.m., per poi ridiscendere verso Borgo Cusenza e ricongiungersi con il Sentiero Medio.
Qualcuno di voi potrebbe domandarsi a che serve fare tanta fatica. Non sappiamo se serve, nei fatti, a qualcosa, ma sicuramente aiuta a sentirsi figli orgogliosi di questo mondo e a vivere una giornata che resterà scolpita nella memoria per lungo tempo.

Consigli utili per visitare la Riserva dello Zingaro


La Riserva dello Zingaro è aperta tutto l’anno e sa regalare emozioni in ogni stagione; ovviamente, il periodo migliore per visitarla è l’estate, quando si può conquistare qualche caletta e fare bagni nelle acque cristalline e turchesi del Mar Tirreno.
La primavera e l’autunno, invece, sono le stagioni più indicate per chi ama fare trekking e vivere a contatto diretto con la natura, immersi nei colori cangianti che queste stagioni sanno regalare; segnaliamo, infine, che l’inverno da queste parti è abbastanza mite, le temperature diurne scendono difficilmente sotto i 15°C, e i più temerari si possono permettere un’escursione anche in questa stagione, quando magari il cielo si gonfia di nuvole che incappucciano le cime dei rilievi e l’atmosfera si fa più malinconica e struggente.

Come vestirsi: abbigliamento, calzature e suggerimenti

È consigliato indossare un abbigliamento tecnico, le scarpe da trekking sono d’obbligo (non usate ciabatte e infradito!), e portare acqua (almeno 1,5 litri a testa), cibo, vista l’assenza di punti ristoro e sorgenti di acqua potabile all’interno del Parco, e creme protettive, in quanto non tutte le calette propongono spazi ombreggiati.

Attenti alle vespe: portatevi sacchetti per sigillare il cibo e non abbandonatelo in spiaggia e ricordate che gli insetti cercano anche acqua dolce durante la stagione estiva.

Ricordiamo, infine, che è vietato introdurre qualsiasi mezzo di trasporto e, quindi, non è possibile visitare in bici la Riserva dello Zingaro. È inoltre vietato introdurre cani e altri animali domestici, così come bisogna tenere un comportamento di massimo rispetto nei confronti dell’ambiente e delle specie vegetali e animali che vivono qui.

La Riserva dello Zingaro in sintesi


Orari e calendario annuale:
da lunedì alla domenica dalle ore 7 alle 19:30. Per questioni di sicurezza, in caso di vento forte di scirocco, l’ingresso al pubblico potrebbe essere sospeso.
Prezzi: Sentiero Costiero: lunghezza circa 7 km e tempo di percorrenza circa 2 ore.
Sentiero Medio: lunghezza circa 9 km e tempo di percorrenza circa 4 ore e mezza.
Sentiero Alto: lunghezza circa 17 km e tempo di percorrenza circa 7/8 ore.
Musei: Museo delle Attività Marinare, Museo della Civiltà Contadina, Museo dell’Intreccio, Museo della Manna, Museo Naturalistico.

Mappe e maggiori informazioni: sito ufficiale della Riserva Naturale Orientata dello Zingaro

Come arrivare alla Riserva dello Zingaro


In auto:
da sud percorrere l’Autostrada A29 Palermo-Mazara del Vallo, uscire a Castellammare del Golfo, proseguire prima sulla SS187 e poi sulla SP63 in direzione Scopello e Tonnara di Scopello, fino al piazzale di sosta della Riserva (38°04'55,14"N - 12°48'29,49"E).
Da nord, dopo aver raggiunto San Vito Lo Capo attraverso la SP16, seguire la SP63 fino all’ingresso allo Zingaro (38°07'33,92"N - 12°47'16,83"E).
In autobus: si può arrivare soltanto da sud, tramite gli autobus dell’azienda Autoservizi Russo che collegano Palermo direttamente allo Zingaro. Se si proviene da altre località si può raggiungere la fermata di Castellammare del Golfo, ubicata sul tratto servito, utilizzando gli autobus dell’Azienda Siciliana Trasporti S.p.A.
In aereo: gli aeroporti più vicini sono il Falcone e Borsellino di Palermo e il Vincenzo Florio di Trapani, circa 55 km da Scopello.
In treno: la stazione ferroviaria più vicina è quella di Castellammare del Golfo, da cui partono collegamenti sia in direzione di Palermo, sia in direzione di Trapani.

Se ti interessa l'argomento, visita il nostro canale dedicato agli itinerari in Sicilia.

Seguici anche su
Leggi anche ...