Cosa fare in inverno tra Ponte di Legno e Passo del Tonale

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Condividi Lucia Galli

31/12/2018

Fra Lombardia e Trentino, fra la Brescia dei camuni, dei romani e la val di Sole dell’Adamello, ci sono un ponte ed un passo. Il primo è Ponte di Legno, l’altro è il Tonale, l’anfiteatro dove neve e storia si tendono la mano. Sciare fra Ponte di Legno e passo del Tonale e, più “at large”, fra Temù e il ghiacciaio del Presena è una sinfonia di possibilità. Il bello è che, lassù, si può sciare quasi quattro stagioni l’anno, dall’inverno alla primavera inoltrata, passando per l’autunno, in un comprensorio di piste vario e completo. E soprattutto collegato, da quando, oltre dieci anni fa, una cabinovia ha definitivamente unito Ponte di Legno al Tonale. Basta auto sul passo, stop a code e curve incerte quando nevica. E qui i fiocchi sono sempre tanti e di qualità. L’auto si lascia al parcheggio e si guidano solo gli sci.

Sciare fra Ponte di Legno e Passo del Tonale significa avere a disposizione oltre 100 km di piste fra blu, rosse e 7 delle nere più amate e riverite delle Alpi: nomi come Corno d’Aola, Temù, Cadì Carosello o Paradiso fanno venire l’acquolina agli sciatori più esperti, desiderosi di arricchire il loro carnet. Per tutti gli altri, però, la caratteristica unica del comprensorio è quella di avere un dislivello di oltre 2mila metri, dai 3mila metri del ghiacciaio ai 1.155 del piccolo borgo di Temù. Che cosa significa? Vuol dire che sciare al Tonale è il più grande antidoto alla noia e che in tutte le alpi italiane non c’è un comprensorio così variegato e su “più piani”.

Qui ogni tipo di tracciato è rappresentato. C’è il ghiacciaio del Presena, il grande regno del freddo; ci sono le piste del passo del Tonale, soleggiate, ampie e disegnate per ogni livello e poi ci sono i boschi che fra Ponte di Legno e Temù offrono tracciati mossi, fra curve, muri e lunghe accelerate fra alberi odorosi. Sciare fra Ponte di Legno e Tonale permette di decidere, a seconda di meteo e voglia, che tipo di neve concedersi.

Ghiaccio bollente e Spa


Fa caldo, splende il sole e non tira vento? Cercate firn e ripidi pendii? Il ghiacciaio del Presena è la meta giusta. La cabinovia Paradiso conduce al passo, a quota 2.585. Salendo si può osservare sotto di noi una delle piste più celebri, pregustando di discenderla con la sua pendenza del 45%, adatta ad esperti amanti del brivido: è la pista Paradiso, uno dei tracciati più impegnativi e ricercati dagli estimatori del bianco verticale.

Una volta al passo Paradiso, una nuova cabinovia fa due fermate verso il cielo: lo stop intermedio premia chi voglia godersi lievi scivolate alla base del ghiacciaio, fra laghi addormentati dal generale inverno, sotto la fitta coltre di neve. Ma è anche il regno di gusto e coccole della capanna Presena che offre una cucina rinomata e gourmand, raffinati ambienti in legno e un’esclusiva spa con vista sulle piste. Per chi voglia fuggire dalla “pazza folla” del passo del Tonale, ci sono anche poche, bellissime, camere in stile alpino, dove godersi in esclusiva la sera, avvolti dall’abbraccio del ghiaccio e le prime luci dell’alba. Su questi pendii, intorno alla capanna Presena, spesso si allenano le squadre locali, ma anche nazionali. Dove il ghiacciaio spiana, poi, quest’anno va in scena la grande novità della stagione con l’ice dome, disegnato dall’artista americano Tim Lenhart, che ospiterà, fino a marzo, concerti “on the rocks”, per la rassegna Ice Music, con strumenti di ghiaccio e musicisti pronti ad infiammare il pubblico.

Tremila meti di regno, un papa ed un presidente


La stazione più alta della cabinovia sfiora, invece, i 3mila metri di quota e, dalla scorsa stagione, ospita il Panorama 3000 Glacier un cubo di vetro, acciaio e legno che è il top fra i lounge bar delle Alpi. Lo è per la quota, ma anche per il panorama che si gode dai suoi due piani di coccole e per gli arredi dove, fra bottiglie di bollicine e sculture dedicate allo sci, si progettano la prossima gita o la prossima discesa. Qui si può arrivare anche a piedi a godersi un drink, ma, armati di sci, si può decidere o di rientrare lungo il celebre muro del ghiacciaio, una vera rarità – paragonabile ai muri di coppa del Mondo del Rettenbach di Soelden o allo Stubai austriaco - rispetto ai ghiacciai sciabili, spesso molto più pianeggianti, oppure lanciarsi verso il mondo del free ride e dello scialpinismo. Non è raro incontrare quassù chi prosegua oltre, dove finiscono gli impianti, armato di pelli di foca, fiato e buona volontà. Gli scialpinisti risalgono, a passo lento, sicuro e cadenzato, la val Presena; arrivano quassù dove arriva la cabinovia, senza quasi curarsene, se non per un veloce drink corroborante e poi si lanciano in alcuni dei fuori pista più celebri, come il canale della Sgualdrina e dei Canteri che riportano al passo del Tonale.

Altri, invece, scelgono di andare anche oltre, discendendo gli ampi valloni soleggiati al cospetto dei ghiacci di Adamello e Lobbia Alta, per risalire o verso il celebre “ippopotamo”, il cannone lasciato durante la prima guerra Mondiale, oppure verso cima Venezia e, di li, lasciarsi scivolare nuovamente lungo uno dei tracciati di free ride più noti in Italia, il Pisgana, che riconsegna tutti a Ponte di Legno, dopo una discesa di oltre 10 km lungo la val Narcanello.

Queste sono anche le nevi della celebre gara di scialpinismo che, ad anni alterni, è uno dei cardini del circuito de La Grande Course, che andrà ancora in scena ad aprile 2019. Loro però sono professionisti dai grandi dislivelli e dalle gambe d’acciaio. Affidarsi, invece, ad una guida alpina o ad un maestro di sci – sono quattro le scuole al Tonale - servirà, a tutti gli altri, oltre che per la sicurezza, anche per farsi raccontare i molti episodi di una storia che quassù è passata molte volte. Queste sono le nevi amate da papa Giovanni Paolo II che venne quassù con il presidente Pertini sul ghiacciaio della Lobbia Alta nel 1984.

La Guerra bianca e gli alpini di oggi


Questi sono anche luoghi dove oggi troviamo pane per il nostro divertimento, ma dove in passato molti soldati ebbero, per pane quotidiano, solo il dolore della guerra. A passo Paradiso, infatti, si può anche ripassare la nostra storia - e le loro mille storie - andando alla scoperta di un interessante percorso museale, allestito lungo le gallerie che servirono cent’anni fa ai militari della guerra bianca. A 50 metri dall’arrivo della cabinovia di passo Paradiso si possono visitare una serie di percorsi scavati nella roccia e rivivere, fra suoni, ricordi e cimeli, le ore lente e faticose delle truppe alpine di stanza su queste nevi.
A ricrearle è stato lo storico Felice Longhi che ha recuperato con il suo progetto anche un percorso escursionistico per scoprire l’area fortificata dei Monticelli, cardine del sistema di difesa del Tonale. A testimoniare, poi, il sacrificio di molti uomini quassù, resta il suggestivo sacrario militare sul confine del passo del Tonale, fra Trentino e Lombardia che oggi unisce idealmente una terra tanto travagliata. Intorno ancora oggi non è raro incontrare gli alpini della caserma Tonolini che si concentrano nelle loro esercitazioni militari, sperando servano sempre per la pace e mai più per la guerra. Loro scelgono gli ampi pendii che scendono dal monte Serodine.

Bimbi al passo e fun kids


Sono anche i più amati dai molti “sciatori del passo”. Qui il sole resta più a lungo, ma la neve, data la quota, resta ottima fino a primavera inoltrata, rendendo la locilità tra le migliori dove sciare con i bambini in Italia.

Gli sciatori meno esperti possono divertirsi sulle piste baby di fronte alla celebre Baracca, uno dei luoghi più amati anche per pranzo, ma soprattutto per il suo celebre apres ski sull’ampia terrazza vista piste. In questa zona sono allestiti anche i baby park per piccoli sciatori e futuri campioni.

Per i più piccoli c’è l’area Fantaski con gonfiabili e giochi sulla neve. Per bimbi dai 5 anni in su sono previste attività outdoor e miniclub. Per “cuccioli di sciatori”, invece, dai due ai 5 anni uno staff qualificato offre servizio di baby sitting con lettura fiabe e giochi senza escludere, nelle giornate più tiepide, anche attività all’aperto. In questo modo mamma e papà possono godersi qualche ora libera sulle piste. Al tapis roulant Tubbo, ma anche a Ponte di Legno, al campo scuola Cida, invece, i bimbi possono fare le ore piccole nelle serate fun kids con animazione e personaggi dei cartoni animati con cui condividere cioccolata, frittelle e truccabimbi.

Un versante, molte possibilità’


Gli sciatori più esperti possono invece esplorare la zona di Cadi Carosello e svalicare verso passo dei Contrabbandieri per lunghe curve da tirare a lucido lungo i pendii occidentali del Tonale. Un giro al passo del Tonale, fra i suoi celebri condomini a torre, segno di un’epoca e di un boom dello sci che forse è fuggito lontana, i suoi negozi di frontiera e gli hotel che affacciano sulla strada di ghiaccio è un’esperienza da non perdere nei pomeriggi di dopo sci.

Così come lo struscio nel centro di Ponte di Legno non dovrebbe mai mancare per passeggiare, fra le vetrine di corso Milano e corso Trieste, o indugiare in piazza XXVII Settembre che quest’anno ospiterà nuovamente anche il passaggio del giro d’Italia in una delle tappe più impegnative della corsa in rosa.

Non solo sci


Per chi non voglia solo fare discesa il comprensorio di Ponte di Legno e del Tonale offre anche numerose alternative. Ciaspolatori di tutte le carature possono lanciarsi alla scoperta dei forti e degli scorci della bassa valle fra la val Presena e la val Strino che sovrasta Vermiglio.

Due le alternative per i fondisti: a Ponte di Legno c’è la pista di Valsozzine che si snoda lungo il torrente con tre anelli da 2.5, 3 e 5 km. A Vermiglio, invece, la piana dei laghetti di san Leonardo si allunga per 20 km e apre anche la sera per quqlche giro sugli sci sottili. Il passo del Tonale vanta però anche un altro primato: è qui che da quasi 20 anni è arrivato, dal grande Nord, Armen Khatchikian, uno dei più esperti musher mondiali, a fondare proprio sulle ultime curve che salgono al passo, la prima scuola italiana sleddog huskyland. Siberian husky o alaskan malamute e samoiedo hanno traslocato alle nostre latitudini per portare anche fra i boschi camuni la magia di poter guidare le slitte condotte dai cani. Armen ha un solo credo: ognuno può diventare musher anche in poche mosse e muovere con soddisfazione i primi passi in questo mondo dove uomo, natura ed animali rinnovano la loro alleanza. La scuola offre corsi di avvicinamento allo sleddog anche adatti ai bambini.

Per approfondire: www.pontedilegnotonale.com

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