Come faremo le vacanze ai tempi del Coronavirus? L’estate 2020 risentirà chiaramente della situazione provocata dal Covid-19 e, per far sì che gli italiani possano godere di un po’ di relax dopo mesi di stressante quarantena, sono al vaglio diverse soluzioni.
La stagione turistica italiana partirà dal 3 giugno con il via libera agli spostamenti interregionali e l'apertura in entrata delle frontiere Schengen, anche se già dal 18 maggio i governatori possono decidere in autonomia la riapertura di molte attività nei territori di propria competenza, tra cui l'accesso alle spiagge.
Le date di apertura degli stabilimenti balneari regione per regione
Va detto che, nonostante le ordinanze abbiano fissato le date di apertura degli stbilimenti balneari nelle regioni, non tutti sono pronti a riaprire dal primo momento, perché molti sono ancora i dubbi riguardo le modalità e le misure da adottare per rispettare i protocolli.Di seguito riportiamo comunque le date stabilite dalle singole regioni per il via alla stagione in spiaggia.
- In Toscana, Liguria, Molise e Veneto il 18 maggio;
- in Sardegna e Friuli-Venezia Giulia il 18 maggio (accesso alla spiaggia, ma non agli stabilimenti);
- in Calabria il 20 maggio;
- in Campania il 21 maggio;
- in Emilia-Romagna il 23 maggio;
- in Puglia, Campania e Basilicata il 25 maggio;
- nel Lazio e nelle Marche il 29 maggio (gli stabilimenti);
- in Sicilia si riparte il 6 giugno (ma i lidi sono già aperti per la ristorazione).
Le regole in spiaggia
Le regioni marittime attendono di capire come gestire le spiagge delle località balneari sulle quali quest’anno si riverseranno milioni di italiani, data l’emergenza sanitaria e le difficoltà nello spostarsi all’estero.
Compito delle regioni, dopo avere recepito le linee guida imposte dal Governo, sarà quello di organizzarsi per accogliere quanti più ospiti possibili in condizioni di sicurezza; la ripartenza del settore turistico e di tutto l’indotto passa dall’estate che è ormai alle porte.
Il tutto, va da sé, è strettamente legato all’andamento della curva epidemiologica; in caso di un peggioramento dei dati si procederebbe immediatamente a un ripristino delle restrizioni e di altre misure di contenimento.
Scartata l’ipotesi delle barriere di plexiglass che aveva fatto discutere nelle settimane scorse, il Comitato tecnico scientifico suggerisce – tra le altre cose – che gli stabilimenti balneari garantiscano postazioni di almeno 10 m² per ombrellone, con ulteriori indicazioni riguardo le misure che devono intercorrere tra i lettini, ovvero almeno 1,5 metri.
Valgono sempre le regole del distanziamento sociale, a cui si aggiungono turni e prenotazioni per l’accesso alle spiagge (dunque meno utenti che ne fruiscono contemporaneamente), ingressi e uscite distinti con percorsi prestabiliti, presenza dei dispenser di gel igienizzante, divieto di consumare i pasti al bancone del bar – ma si potrà mangiare sotto l’ombrellone – e interventi di sanificazione programmata di docce e spazi comuni da parte del personale addetto.
Per quanto riguarda le attività ricreative e gli sport, sarà consentito correre, giocare a racchettoni (purché in singolo) o dedicarsi al nouto, kitesurf o windsurf, ma non saranno permessi gli sport di squadra come il beach volley.
Al vaglio c’è la proposta di chiudere gli stabilimenti nei giorni di mare grosso, perché le onde che si infrangono sulla battigia potrebbero provocare l’effetto aerosol, ovvero la dispersione nell’aria delle goccioline.
È inoltre in fase di sperimentazione l’utilizzo di un apposito braccialetto (da indossare volontariamente), adatto all’uso in spiaggia e in mare, che vibra quando ci si avvicina a meno di un metro da un’altra persona.
Anche le spiagge libere saranno soggette a regole ferree per evitare il rischio di contagio: la gestione sarà in questo caso affidata ai Comuni, che dovranno decidere le modalità e il contingentamento degli accessi e predisporre al contempo i controlli necessari (dei quali potrebbero essere incaricati steward o vigili urbani) affinché tutte le norme siano rispettate dai bagnanti. Rimane valido anche qui, come altrove, il divieto di assembramento.
Disposizioni per alberghi e villaggi vacanze
Per quanto riguarda le disposizioni anticoronavrus, per gli alberghi e i villaggi vacanze è prevista una riduzione della capacità ricettiva, l’eliminazione dei buffet per i pasti e delle aree comuni (nelle quali sarà comunque obbligatorio indossare la mascherina anche di passaggio). In ascensore potrà entrare non più di una persona per volta e sarà istituito un numero chiuso per le piscine.I pagamenti, infine, saranno effettuabili solo online per evitare ulteriori contatti tra ospiti e personale alberghiero.
Test sierologici prima di partire
In vista della stagione estiva, tra le iniziative più importanti c’è quella che prevede la produzione di un test sierologico da effettuarsi al massimo entro una settimana prima della data di partenza per la vacanza.
Il test sierologico non ha valore diagnostico, ma serve a stabilire la presenza o meno di anticorpi, in modo da capire se si sia entrati in contatto con il virus. In quel caso, sarà solo un successivo tampone a determinare la positività o negatività al Covid-19.
A spingere per questa soluzione, tra gli altri, anche il governatore Christian Solinas, il quale richiederà il certificato sierologico a tutti i turisti che intendono entrare in Sardegna, che sia per godere delle sue bellissime spiagge o per qualsiasi altra meta sull'isola. È ovvio però che i mesi della classica alta stagione – luglio e agosto – potrebbero vedere una forte congestione dei laboratori di analisi dove vengono effettuati i test, portando ulteriori disagi.
L’idea non è comunque una novità assoluta: come raccontiamo in questo articolo, già alcune compagnie aeree nel mese di aprile si erano mosse in questa direzione per garantire la sicurezza ai propri passeggeri.
Se ti interessa l'argomento leggi anche il nostro articolo con le domande e le risposte più frequenti per viaggiare quest'estate.