Monferrato da scoprire: tour fra vini, nocciole e tartufi

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Condividi Samuele Pasquino

05/07/2022

L'area geografica dell'Alto Astigiano in Piemonte porta in dote un territorio estremamente duttile e affascinante ma... ancora incredibilmente tutto da scoprire. Da vivere ed esplorare con la trasversalità del turista vorace di bellezza, il Monferrato in particolare desidera quell'attenzione che si conviene a una bellissima donna la cui eleganza emerge incontrastata anche con un foulard raffazzonato sulla testa, grembiule sgualcito e mani sporche di fango.

È forse la metafora migliore per descrivere un alveo nato dal sudore dei contadini, curato da generazioni di agricoltori, plasmato dall'antico blasone e destinato a divenire uno scrigno di tesori invidiati in tutto il mondo. Nasce da questa premessa Oro Monferrato, progetto di promozione turistica ideato e condotto dall'Ente Turismo Langhe Monferrato Roero grazie ai fondi della Regione Piemonte nonché il sostegno del GAL Basso Monferrato per coinvolgere un computo di 47 Comuni del Nord Astigiano.
Obiettivo: trasformare l'attrattiva traslandola dalla potenza in prospettiva all'atto nel presente. Il tutto tradotto in una parola sofisticata e potente: valorizzazione. Un processo filtrato dalla testimonianza in loco, dall'immersione nella natura, nei borghi, nell'arte e nella cultura; in aggiunta c'è il racconto diretto di tre elementi che nei secoli hanno acuito la magia e il prestigio del Monferrato rendendolo veramente grande, ovvero il vino, la nocciola e il tartufo.

Prima tappa: Abbazia di Vezzolano ad Albugnano


Una prima sublime sintesi della mano divina su questa regione viene egregiamente rappresentata dall'Abbazia di Vezzolano ad Albugnano, quasi un eremo religioso la cui coniugazione del romanico e del gotico enfatizza una monumentalità ultraterrena. Tra i più valenti esempi di fusione architettonica di stampo abbaziale, la Canonica di Santa Maria di Vezzolano (etimo corretto) sorge isolata tra la vegetazione di un hinterland rigoglioso e sorridente. Inserita nell'Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa, è tappa imperdibile soprattutto per chi ama le dimensioni catartiche ed estranianti.

Di origine presumibilmente medievale (ma le teorie si rincorrono vivacizzate da ombroso alone di mistero), canalizza l'abbacinante aspetto nel campanile d'impianto romanico, nella facciata ricchissima di motivi scultorei e nell'interno dominato dallo Jubé, dal meraviglioso trittico in terracotta dipinta e dal chiostro dai quattro lati curiosamente eterogenei, l'uno diverso dall'altro per stili e carattere degli archi. L'ala nord-ovest riserva un ciclo di affreschi da capogiro alla Stendhal: il Cristo Pantocratore, Sant'Agostino, l'Agnus Dei e altri forti simboli della cristianità inondano l'immaginario dell'osservatore scatenando inaudite emozioni.

In vino veritas: enologia di qualità in Monferrato


È vero il proverbio latino “In vino veritas”, eppure non è l'alcol a renderci ebbri bensì tutta l'esondante loquacità racchiusa nell'ottimo nettare di Bacco degustato all'Enoteca Regionale dell'Albugnano presso l'ex scuola elementare “Camilla Serafino”. Ufficialmente la più giovane enoteca regionale del Piemonte (fondata da 20 produttori vitivinicoli), funge da potenziale punto di riferimento per 60 comuni, spazio espositivo e luogo d'incontro, laddove si celebra l'Albugnano DOC, etichetta d'eccellenza di recente denominazione (1997). Vino che segue rigidi protocolli di produzione, è il risultato di ben 18 mesi di affinamento in legno.

Dal più classico ritrovo di sapori ed effluvi sanguigni ci spostiamo in quella che si presenta fin dall'inizio come un autentico tempio dell'enologia. Fin dall'ingresso a forma di botte e dall'insegna molto pittoresca, l'Azienda vitivinicola Bava ha una storia di famiglia proiettata lungo un corso di 5 generazioni in grado di segnare gli anni (e sono tanti) fra il '600 e oggi. La coltivazione delle vigne - su una superficie complessiva di 50 ettari - si concretizza nel 1911 con la creazione della prima vera cantina, ora una splendida realtà curata nei minimi dettagli dall'enologo Giulio Bava. Un mondo lindo e superbo, scandito dalle note delle uve più rinomate da cui si ottengono i prodotti migliori, pregiate Barbere, Nebbiolo, Barolo, Barbaresco, e poi Ruché, Moscato e Malvasia fino a grappe e distillati, compreso un Vermouth eccezionale.

La visita collima con un'esperienza immersiva nella cultura enologica del territorio, concentrata fra le mura di una sorta di boutique delle botti, dagli ambienti raffinati, dalle sale il cui design lega l'antico fare e le innovative concezioni della filiera millennial. L'Azienda vitivinicola Bava la trovate a Cocconato, uno dei borghi più belli d'Italia dal 2019 e Bandiera Arancione assegnata dal Touring Club Italiano. È conosciuto con il nome di "Riviera del Monferrato" per il suo ideale microclima: un paese vivo, salubre, apparentemente timido eppure un concentrato di imprese floride, botteghe e manifestazioni culturali di ogni genere.

Restando in tema vino, va doverosamente chiamato in causa Govone, una delle “case madri” del Barbera ma non solo. Ci siamo stati visitando lo scenografico castello d'impronta barocca, castrum trasformato in fastosa dimora per volontà dei conti Solaro. I lavori di ampliamento e abbellimento furono condotti da Guarino Guarini prima e Benedetto Alfieri poi. Nell'ariosa sala d'ingresso ha luogo Il Festival, rassegna di musica classica internazionale organizzata da Roero Cultural Events in grado di concepire una vera simbiosi tra le ricchezze del Roero e il senso più stretto di comunità e turismo itinerante e di prossimità.

La nocciola del Monferrato: l'archetipo della qualità


La nocciola è uno dei prodotti di punta nel paniere piemontese. Un frutto da trattare come si tratta un diamante, perché di fatto ne riprende molte caratteristiche ma con una differenza abissale: non è soltanto bello, si può e si deve mangiare. Uno dei tesori di Langhe, Roero e Monferrato richiede notevole tempo di crescita, eppure in termini di raccolta regala tantissime soddisfazioni, come ci spiega Alessandro Durando dell'Azienda agricola Fratelli Durando, gestita insieme alla moglie Sara come si confà a una famiglia di agricoltori e studiosi da generazioni.

Tra le colline dolci intorno a Portacomaro (abbiamo alloggiato alla Locanda Antico Ricetto, impeccabile e consigliatissimo), nonni e padri hanno piantato vigne e alberi instaurando un legame imprescindibile con la terra. Ne scaturisce amore viscerale, che Alessandro ha trasformato in un'impresa dedita alla produzione di vino, della mitica nocciola trilobata ma altresì di farine, cereali, salumi, confetture e cosmetici con vinacce d'uva Grignolino e Ruché. Palco sul quale presentare tutte queste delizie: l'Agriturismo Terra d'Origine.

In questa struttura green a bassissimo impatto ambientale, dotata di impianto fotovoltaico e stazione climatica innestate in architettura geotermica, si sostengono progetti di agricoltura sociale, di inclusione, promuovendo i valori dell'accoglienza e del turismo sostenibile di prossimità. La nocciola è oggetto di interessanti laboratori didattici, i noccioleti uno sfondo per pic-nic all'aria aperta con prodotti genuini, racchiusi nel fagotto dei tempi andati e gustati nei ciabòt raggiungibili a piedi o in bicicletta. Da provare il gelato! Da acquistare i brut e bun, deliziosi. Qui la nocciola è archetipo puro della qualità.

Tartufi del Monferrato: pepite preziose in un forziere ipogeo


Da tempo immemore eravamo curiosi di scoprire come si trovano e raccolgono i leggendari tartufi, vero oro del Piemonte al quale ogni anno vengono dedicate fiere, manifestazioni, convegni ed eventi enogastronomici. Il trifulau Aldo Guarnero ci ha offerto un assaggio della “caccia” al fungo ipogeo più famoso al mondo (eh no, non è un tubero, come normalmente si è indotti a credere).

In tartufaia - nelle campagne di Moncalvo - considerata ufficialmente la città più piccola d'Italia e prima capitale storica del Monferrato - abbiamo così scovato cinque pepite nere di piccole dimensioni, ma il merito è tutto di Balin, il trabuj, cane dal fiuto sensibile che, nonostante il fattore disturbo e il caldo asfissiante della mattinata, ha adempiuto al proprio dovere con giusto premio annesso da parte del suo padrone. Naturalmente nessuna traccia del tartufo bianco, il Santo Graal dei puristi, ma questa è un'altra storia.

Epilogo del tour


Vigneti
, noccioleti e tartufaie corrispondono in breve ai pozzi cui attingere la linfa più limpida e preziosa, il nettare che il Piemonte - col suo immenso cuore - spilla per mezzo di una storia forgiata da corti reali, nobili famiglie, artisti intramontabili, pittori sublimi e architetti visionari, senza dimenticare quel motore artigiano alla base dell'esistenza stessa della tradizione sabauda.

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