Un borgo adagiato sulle rive del fiume Isonzo: Gradisca sorprende lo sguardo del visitatore con la bellezza dei suoi palazzi, l’armonia del suo centro storico e la possanza della grande fortezza. Fondata nel XII secolo ai tempi del Patriarcato di Aquileia, Gradisca assunse importanza con l’annessione nel XV secolo alla Repubblica di Venezia, che la trasformò in un baluardo fortificato, scudo della Serenissima contro le incursioni dei turchi. In seguito la cittadina passò nelle mani degli austriaci e solamente con la Grande Guerra fu conquistata dagli italiani.
Ogni periodo della sua storia ha lasciato delle tracce nell’immagine di Gradisca. La cittadina fu riedificata dagli architetti della Serenissima come un borgo fortificato con strade larghe che si intersecavano ad angolo retto, formando un tessuto edilizio regolare, suddiviso in compatti isolati di case: l’impianto rimane ancora oggi, impreziosito da vetusti edifici come la Casa dei provveditori veneti, ora sede dell’Enoteca regionale. Leonardo Da Vinci in persona venne a studiare le fortificazioni gradiscane per conto di Venezia. Nei secoli successivi, le mura robuste della fortezza cinsero un abitato che andava sempre più arricchendosi di palazzi barocchi e signorili come quelli che si possono ammirare ancora oggi passeggiando per le sue vie.
Il dominio austriaco lasciò infine in eredità a Gradisca la grande piazza alberata che allieta il centro città e i caffè storici che si affacciano sul viale, invitando il passante a fermarsi per godere dell’atmosfera tranquilla e dell’accoglienza dei gradiscani.
Punto strategico in passato, Gradisca è oggi al crocevia tra le diverse anime del Friuli Venezia Giulia: seguendo il corso verdeggiante del fiume Isonzo, il visitatore può scendere a valle per visitare riserve naturali come quella dell’Isola della Cona, oppure salire a monte per raggiungere Gorizia, un tempo meta delle vacanze della nobiltà austriaca. Poco lontani sono anche Cormons e i vigneti del Collio, una distesa di colline dove nascono alcuni tra i vini più pregiati al mondo: nomi come Ribolla gialla, Refosco dal peduncolo rosso, Picolit e Malvasia istriano fanno parte del gotha delle bottiglie preferite dagli enofili. Ma a deliziare il palato ci sono anche altre squisitezze: il prosciutto dolce di Cormòns, affumicato al fuoco di legno di ciliegio e alloro o, una particolarità per pochi, il radicchio rosso “Rosa di Gorizia”.
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