Al confine fra terra e mare, fra lingue, culture e tradizioni diverse, Trieste è il luogo delle differenze. Una vocazione che fiorisce pienamente nel 1719, quando Carlo VI d’Austria la dichiara porto franco. La città diventa allora punto di incontro di viaggiatori, artisti, marinai, commercianti da tutto il mondo, che nelle strade cittadine scambiano merci e idee.
Differenti per lingue e religioni, le microcomunità che si stabiliscono a Trieste lasciano il proprio segno sulla sua fisionomia urbanistica. I tanti e diversi luoghi di culto che ne punteggiano la mappa, per esempio, sono un invito a viaggiare nel tempo e nello spazio alla scoperta di tradizioni spirituali diverse e qui pienamente integrate.
Quali le tappe di questo itinerario spirituale per le vie triestine? Prima di tutto, la celebre Cattedrale di San Giusto, sull’omonimo colle: votato al culto fin dall’antichità, il sito ospitava originariamente un tempio dedicato a Giove, Giunone e Minerva. La cattedrale, come la vediamo oggi, risale al XIV secolo e ospita al suo interno la miracolosa alabarda di San Sergio, simbolo della città.
Proseguendo nell’esplorazione della Trieste cattolica, merita una visita la Chiesa di Santa Maria Maggiore, nel cuore cittadino: qui il 21 novembre i triestini rendono omaggio alla Madonna della Salute. Una tradizione che risale al 1849, quando i fedeli si riunirono per chiedere alla Vergine di salvarli dall’epidemia di colera che imperversava in città.
Altre due tappe dell’itinerario cattolico sono la monumentale e classicheggiante Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo e la Basilica paleocristiana di Via Madonna del Mare, una delle prime testimonianze del culto cristiano.
Alla tradizione cattolica si intreccia, fra le vie di Trieste, quella ortodossa. Nella seconda metà del Settecento la comunità ortodossa di Trieste si scinde fra serbi e greci. I primi celebrano nella Chiesa di San Spiridione, un edificio ottocentesco che svetta vicino al Canal Grande con le sue imponenti cupole azzurre e il tripudio di mosaici d’ispirazione bizantina che ne ornano i locali interni.
Il luogo di culto dei greco-ortodossi è invece la Chiesa di San Nicolò, lungo le rive del mare. Trieste ospita poi una comunità protestante, che si riunisce nell’unico edificio in stile gotico della città, l’ottocentesca Chiesa evangelica luterana, e una comunità evangelica riformata (comprendente elvetici e valdesi) che si ritrova invece in una delle chiese più antiche di Trieste, San Silvestro, del XII secolo. A Trieste infine si trovano la Chiesa cristiana avventista e la cattolica metodista.
Cresciuta dopo il 1719, la comunità ebraica ha goduto a Trieste di una relativa tolleranza, grazie alla tutela dei diritti civili garantita dal governo asburgico. Realizzato nel 1908 dagli architetti Ruggero e Arduino Berlam, il maestoso Tempio ebraico è il cuore della vita religiosa della comunità.
Per chi ha voglia di spingersi un po’ più lontano dal centro cittadino e godere di una panoramica vista sulla città, una meta interessante anche sotto il profilo storico è l’imponente Santuario di Monte Grisa, fra Trieste e il Castello di Miramare. Realizzato negli anni Sessanta, il santuario nasce da un voto fatto alla Vergine perché proteggesse la città da ulteriori distruzioni durante la ritirata delle truppe naziste.
Altre mete “fuoriporta” sono il Santuario della Beata Vergine Assunta a Monrupino, da cui si gode di una splendida vista sul Carso e dove ogni due anni ad agosto si celebrano le nozze carsiche, secondo il tradizionale e suggestivo rito sloveno; e infine la Basilica di Santa Maria Assunta, a Muggia, risalente al IX secolo.