La Señora de Cao, la nuova icona archeologica del Perù

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Condividi Lorenzo Lovato

03/11/2008

Il Perù non smette di regalarci scoperte archeologiche sensazionali, tesori di straordinaria importanza capaci di sorprendere ancora gli addetti ai lavori, permettendo di ricostruire le antichissime origini del Paese. Importanti i reperti recentemente riportati alla luce di civiltà antiche, tra cui Chavín, Paracas, Sechín, Moche, Sicán, Chachapoyas e Chimu.
Nella regione di Lambayeque e la Libertad, area costiera pianeggiante e semidesertica nel nord del Perù, sono stati scoperti straordinari reperti uno dopo l’altro, aprendo così numerosi interrogativi sulle culture preispaniche, ma che già lasciano immaginare un Perù antico diverso, ancora non del tutto scoperto.

Appartenente alla cultura Moche, la civiltà più famosa del Perù antico soprattutto per le sue produzioni artistiche, la Señora de Cao rappresenta uno dei più importanti ritrovamenti archeologici degli ultimi 20 anni.
Nel complesso archeologico di El Brujo, nel dipartimento di La Libertad, un gruppo di archeologi peruviani della Fondazione Wiese portò alla luce nel 2005 un corpo in perfetto stato di conservazione di una donna appartenente alla civiltà Moche e risalente ad oltre 1700 anni fa.
Tutti gli elementi ritrovati confermano l’importanza di questa donna nell’ambito della propria civiltà: dai disegni geometrici dipinti sulle pareti della tomba, ai tatuaggi sulle caviglie e sui piedi e quelli sulle braccia raffiguranti serpenti e ragni (che nella simbologia andina sono attribuiti ad un carattere semidivino), così come vasi di ceramica, strumenti per la lavorazione del tessuto e splendidi gioielli in oro e rame.

L´involto funerario trovato nel recinto a tre metri di profondità era lungo 1.80 metri, largo 90 centimetri e alto 60 cm. Un équipe di archeologi, antropologi, medici, conservatori tessili e di metalli hanno partecipato per un anno al delicatissimo compito di slegare il fardello riesumando finalmente il corpo mummificato di una giovane donna, in perfetto stato di conservazione, cosa che ha maggiormente stupito gli esperti. Questo ha permesso loro di stabilire che sarebbe morta tra i venti e i venticinque anni e che, malgrado la giovane età, avesse ricoperto importanti ruoli all’interno della società, anche in politica, normalmente esercitati dagli uomini. Inoltre, il fatto che la mummia sia stata rinvenuta sepolta in un mausoleo all’interno del tempio, le attribuisce un significato speciale e soprattutto denota chiaramente l’appartenenza ad alte gerarchie.

La scoperta della mummia rappresenta un importante arricchimento sia per la ricostruzione di una delle civiltà più creative e pulsanti del mondo preispanico, sia perché va a congiungersi con il ritrovamento del Señor de Sipán, governatore Moche rinvenuto nella zona archeologica della Huaca Rajada nel 1987, nel dipartimento di Lambayeque.

A fine anno, verrà inaugurato il museo dove saranno esposti, non solo gli oggetti ritrovati nella tomba della Señora de Cao, ma tutti quelli riportati alla luce negli ultimi 16 anni di scavi.

Régulo Franco, l’archeologo che ha condotto gli scavi
Régulo Gilberto Franco, originario di Cusco, è l’archeologo della Fondazione Augusto N. Wiese che ha condotto gli scavi che hanno portato alla scoperta della Señora de Cao, sulla quale ora sono in corso numerosi studi. Dopo aver ottenuto la laurea in Archeologia presso la Scuola Accademica Professionale di Archeologia dell’Università Nazionale Maggiore di San Marco, ha approfondito le sue conoscenze in materia partecipando a seminari e laboratori. Oltre ad essere autore e coautore di numerosi volumi storici-archeologici, fu Régulo stesso a dare notizia dell’importante scoperta della Señora de Cao nelle principali capitali e università americane.

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