L’Ente del Turismo della Repubblica Dominicana, in seguito alle recenti informazioni trasmesse dalle Televisioni e apparse sui quotidiani e sui media on line, ritiene doveroso fornire alcune informazioni sulle modalità di diffusione, sulla pericolosità e sulla prevenzione del colera.
Non c’è non c’è un reale pericolo di contrarre la malattia al di fuori di Haiti se si osservano le elementari norme igieniche. Il Colera, infatti, è una malattia che si trasmette per via orale con ingestione di acqua o cibo contaminati.
I casi che si sono verificati al di fuori di Haiti sono di persone che si erano recate in quella nazione, e che quindi hanno contratto la malattia ad Haiti, ma sono poi state ricoverate nei Paesi di residenza, come nel caso rilevato in Repubblica Dominicana relativo ad un immigrato haitiano che ha contratto la malattia dopo essersi recato in visita ai parenti ad Haiti.
Per chi viaggia in Paesi a rischio, la prevenzione si basa soprattutto sulla cottura degli alimenti e sull'uso di bevande sicure (imbottigliate o in lattina). L'acqua da bere può essere bollita o trattata con disinfettante a base di cloro. Inoltre è bene sbucciare la frutta cruda, evitare di acquistare alimenti, anche cotti, da ambulanti, e di mangiare in locali con evidenti carenze igieniche.
Per i turisti che si recano in Repubblica Dominicana ricordiamo che la maggior parte degli hotel e dei resort di questo Paese, sono certificati a livello internazionale dai principali organismi di certificazione per quanto riguarda il trattamento e lo stockaggio dei cibi.
Il colera è tra le prime malattie infettive di cui sono state individuate le modalità di trasmissione e definite misure di prevenzione efficaci e questo ha permesso la sua rapida scomparsa nei paesi sviluppati. È anche una malattia facilmente curabile: la terapia di reidratazione orale (Oral Rehidratation Therapy, ORT), una miscela di sale e zucchero in proporzioni tali da facilitarne l’assorbimento da parte dell’organismo messa a punto negli anni ’60, ha permesso di ridurre drasticamente la mortalità di questa malattia a meno del 1%,