Clima e Turismo, 10 mete in pericolo: dal Canal Grande alle Maldive

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Condividi Enrico Montanari

26/11/2010

Che il clima del nostro pianeta fosse diventato capriccioso l’avevamo capito da tempo, e avevamo già considerato la possibilità che, in un futuro lontano, a qualcuno fossero negate certe emozioni paesaggistiche: montagne colossali, spiagge paradisiache e città fiabesche della Terra non vivranno in eterno, e non tutti avranno il piacere di conoscerle. La novità – ce la comunica il sito ambientalista Mother Nature – è che simili problemi ci riguardano molto da vicino, e la rivoluzione riguarderà le generazioni di oggi.

Mother Nature ci mette in guardia e ci consiglia di prepararci all’addio: è il momento di partire per il viaggio sempre sognato ma mai fatto, passare in rassegna le meraviglie terrene non viste e ritagliarsi il tempo per conoscerle, prima che non esistano più. Il Canal Grande veneziano, le Alpi e i loro ghiacciai, le vette della Terra del Fuoco e le candide spiagge delle Maldive sono in testa alla classifica dei luoghi a rischio: capolavori indiscutibili che si consiglia di visitare al più presto.

Non è dato sapere chi ci lascerà per primo, ma Venezia è destinata a farsi inghiottire dalla laguna in tempi brevi: oggi il livello dell’acqua raggiunge 30 cm in più rispetto al 1897, e la media dei valori registrati in un anno ci dice che la crescita procede in maniera esponenziale. Insieme alla capitale italiana del romanticismo Mother Nature ci segnala le coste del Bangladesh e le Maldive, che potrebbero essere proprio la prima nazione cancellata dal riscaldamento globale.

Un riscaldamento sofferto specialmente dai ghiacci: sulle Alpi spariranno entro la fine del secolo a quanto dicono i ricercatori dell’università di Zurigo, e la situazione è simile in Patagonia e nel Glacier National Park americano, dove i 150 ghiacciai di un tempo si sono già ridotti a 27. Anche in Cile e in Argentina l’assottigliamento delle banchise procede inesorabile, e il Perito Moreno si è ridotto in pochi anni di 14 metri di spessore.
Grazie all’inquinamento dell’acqua potremo dire addio alla barriera corallina e alla tundra dell’Alaska, mentre la desertificazione ci ruberà l’Australia meridionale e l’Africa a nord del Sahara, dove il deserto avanza alla velocità minacciosa di 0.5 km al mese.

Non ci resta che munirci di planisfero, scegliere le meraviglie che ci mancheranno di più, e preparare il viaggio dell’estremo saluto… e forse, per una volta, ci piacerà organizzare un viaggio a basso impatto ambientale.

Fonte: Ansa

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