Le inondazioni che stanno devastato il paesaggio dello stato del Queensland, nell'Australia nord orientale rappresentano anche un elevato rischio per la Grande Barriera Corallina. Questo enorme reef si estende per oltre 2.300 chilometri lungo la costa nord-est di Australia, ed alcune ampie zone della sua porzione meridionale stanno per essere raggiunte da ingenti quantità di acqua dolce. Le immagini da satellite sono chiare: i più grandi pennacchi di acque dolce e fango si sono spinti a oltre 200 km a nord delle bocche dei fiumi Fitzroy e Burnett, e insinuandosi per oltre 70 chilometri al largo della costa, nel mare dei Coralli.
Si tratta di un evento straordinario, tutto il mare compreso tra la costa e le frange coralline si sta riempendo di acqua dolce, minacciando la sopravvivenza di molte barriere coralline, sicuramente quelle più vicine ai fiumi,ma con le acque di piena che potrebbero incidere in qualche modo anche le barriere coralline più esterne, quelle che si estendono da Frazer Island, a circa 200 km nord di Brisbane, fino addirittura alla zona di Cairns, che si trova ad oltre 1.500 km più a nord. I flussi di marea, e i venti da sud-est potrebbero sospingere verso nord questo flusso nei prossimi giorni.
Il confine tra i due tipi di acqua è nettissimo: se si facesse snorkeling sul confine, passando dall'acqua di mare (trasparente), a quella di fiume (fangosa) la visibilità orizzontale subirebbe un brusco calo da oltre 50 metri a meno di un metro. Questo flusso di piena comporta vari rischi per le barriere coralline:
la salinità potrebbe scendere a dieci parti per mille o addirittura meno, e rimanere così per settimane, e nulla di marino può vivere in quelle condizioni. Le piogge hanno poi dilavato un mix di sostanze nutrienti, sedimenti e pesticidi agricoli, oltre che forse tracce di metalli pesanti dalle miniere allagate, e questo carico di solidi nocivi avrà probabilmente un impatto devastante sui coralli e le piante marine.
Con questa situazione è facile prevedere la morte immediata di coralli e alghe della barriera più vicina alle coste del Queensland, morte che potrebbe poi avere un effetto devastante sulle altre creature marine come i dugonghi che si nutrono di alghe. Ad esempio nel 1991 il fiume Fitzroy subì una analoga inondazione e subito dopo i coralli e piante marine intorno a Keppel subirono una mortalità di coralli pari al 100 per cento. I pesci più grandi possono fuggire a queste mutate condizioni, ma i coralli e i pesci più piccoli a loro correlati, rischiano una grande moria. A dire il vero però alcune specie ittiche trovano vantaggio dalle mutate condizioni, e quindi la situazione è piuttosto complessa da interpretare.
I climatologi hanno accusato il fenomeno de La Niña di aver innescato l'eccessiva piovosità della regione: la Niña è il contrario de El Niño, e cioè un anomalo raffreddamento del Pacifico centrale e orientale, che innesca condizioni umide sulle coste dell'Australia orientale. In effetti nel 2010 il Queensland ha subito il suo più piovoso dicembre di mai, e le piogge d forti di Gennaio non hanno fatto altro che dare il colpo finale ad un quadro già compromesso, specie nel sud-est dello stato. Un evento simile era accaduto nel 1974, quando a seguito ad un periodo della Niña furono registrate piogge record nella regione di Brisbane con 14 vittime accertate.
Fonte: edition.cnn.com