A Gorizia mostra internazionale su Carlo Michelstaedter

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Condividi Enrico Montanari

20/01/2011

A cent'anni dalla morte di Carlo Michelstaedter, la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, in collaborazione con la Biblioteca Statale Isontina e il Comune di Gorizia, promuove la Mostra Internazionale “Carlo Michelstaedter. Far di sé stesso fiamma” che espone, in una eccezionale galleria di immagini, opere, bozzetti, documenti e cimeli parzialmente sconosciuti, il cammino filosofico e di vita di questo autore unico nel suo genere. Attraverso le sue opere, l’artista riesce non solo a dare un'idea della sua complessa personalità persino all’occhio sfuggente di un visitatore profano, ma anche di Gorizia stessa, città che ha visto nascere e morire quest’uomo dallo spirito irrequieto e malinconico, ma allo stesso tempo follemente vitale nella sua complessità. Infatti, è proprio a Gorizia che il percorso di Carlo comincia e si conclude, nella “Nizza austriaca”, una città-giardino a misura d'uomo, attorniata da gradevoli alture e sovrastata dal castello, dove aveva sede una piccola ma rigogliosa comunità ebraica.

Quando, il 17 ottobre 1910, Carlo Michelstaedter si toglie la vita con un colpo di pistola, poco prima dell’esposizione della sua tesi di laurea, è soltanto uno studente sconosciuto che a Gorizia, nella periferia dell'Impero austro-ungarico, vive ed esprime un disagio oscuro. Oggi, a distanza di cent’anni da quella tragica azione, viene presentato un percorso dal significato molto differente: quella tesi, non arrivata mai alla discussione, è stimata attualmente come uno dei testi filosofici maggiormente rilevanti del Novecento italiano. La pubblicazione, interamente postuma, delle opere filosofiche, poetiche e pittoriche, ci mette davanti all'emozionante genialità di un talento precocemente maturo; è molto interessante notare, in questo vernissage, come il rapporto tra la produzione e la biografia dell’autore, creino insieme un valore aggiunto di grande fascino.

Carlo Michelstaedter è diventato un'icona inconfondibile, l’emblema di una gioventù idealista e incorruttibile, forse proprio perché lui giovane è sempre rimasto, ma vivendo la sua esistenza profondamente, come si legge anche sulle pareti della galleria: “La vita si misura dall’intensità e non dalla durata”.




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