Il progetto LIFE Arctos per la salvaguardia dell'Orso Bruno in Italia

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Condividi Enrico Montanari

28/01/2011

Indiscutibilmente le ultime due popolazioni di orso bruno (Ursus arctos) ancora presenti nel nostro paese rappresentano una ricchezza incredibile, un emblema della nostra ricchezza di biodiversità. Si tratta di una specie unica di grandissimo e inestimabile valore che tutto il mondo invidia all’Italia, un volano per le economie montane di quei territori che hanno il loro punto di forza nel turismo naturalistico. L’orso bruno nelle Alpi e l’orso bruno marsicano in Appennino sono un bene irrinunciabile che bisogna preservare con quegli interventi concreti di corretta gestione del territorio e delle sue risorse che tutte le istituzioni sono chiamate a promuovere mantenendo l’impegno assunto con la sottoscrizione del PACOBACE e del PATOM.

Pure se con le debite distinzioni e le differenze che gli stessi territori indubbiamente presentano è possibile comunque indicare come i pericoli per la conservazione di queste popolazioni di orsi risiedano nella eccessiva frammentazione del territorio, nella sua degradazione con l’eccessivo sviluppo di infrastrutture, impianti eolici, impianti sciistici, strade montane, forme di caccia non compatibili, bracconaggio e una zootecnia in trasformazione verso forme di pascolo brado, in particolare modo quello bovino ed equino a livello appenninico, che mal si conciliano con la presenza di specie come l’orso.

Il progetto LIFE Arctos “ Conservazione dell’orso bruno: azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico” vuole facilitare lo sviluppo di azioni che possano concretamente contrastare tali minacce, individuare ed indicare quale sia la strada perché si possa preservare un territorio naturale nel quale vi sia spazio per l’orso come per quelle attività umane integrate in questo, promuovere quel coordinamento tra le istituzioni e la società civile che riesca a facilitare la convivenza con questo plantigrado. L’impegno dichiarato è perché tali popolazioni possano crescere nei prossimi anni e si possa così scongiurare la loro estinzione, arrivando ad ottenere una presenza stabile su quel territorio italiano che ancora oggi offre le idonee condizioni ecologiche.

Il primo punto di forza di questo progetto è senza dubbio la volontà di mettere in connessione coloro che si occupano di conservazione dell’orso sull’Appennino con chi sulle Alpi è coinvolto nella gestione della popolazione di orso creata con il progetto di reintroduzione nel parco dell’Adamello Brenta. Pur essendo realtà diverse è indubbio infatti che le due popolazioni, alpina ed appenninica, abbiano problemi comuni che richiedono soluzioni condivise.

Altro punto di forza del LIFE Arctos è senza dubbio lo sviluppo di quelle azioni di prevenzione utili a disinnescare la conflittualità tra l’orso e le attività agrosilvopastorali, consci che oggi più che mai, per risolvere ed attenuare i possibili conflitti con i grandi mammiferi, ricchezza e vanto delle nostre montagne, tra le azioni serve una vera e lungimirante politica di prevenzione. A tale proposito è però indispensabile che si rivedano in alcuni contesti anche le regole del gioco, affinchè tali attività possano meglio integrarsi con il territorio e la fauna ivi presente, promuovendo sistemi di gestione che possano consentire di disinnescare la minaccia di un conflitto, a volte strumentalmente usato.

Il 2 febbraio a Roma, presso la sede della Regione Abruzzo in via Piave 8, si terrà alle 11,30 una conferenza stampa in cui verrà presentato il progetto che vede coinvolti il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise come coordinatore del progetto, e altre nove amministrazioni come partner:

- la Regione Abruzzo
- la Regione Lazio
- la Regione Lombardia
- la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
- la Provincia autonoma di Trento
- il Corpo Forestale dello Stato
- il Parco Naturale Adamello Brenta
- l’ Università di Roma La Sapienza
- il WWF Italia

Fonte: www.parcoabruzzo.it

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