Dal 2 al 17 luglio prenderà vita a Topolò, piccolo borgo di trenta abitanti sull’estremo confine italo-sloveno nelle Valli del Natisone, la diciottesima edizione della manifestazione Stazione di Topolò/Postaja Topolove che ogni anno trasforma il paese in un crocevia di incontri e scambi culturali degni di una capitale. Registi, musicisti, scrittori, fotografi, performer e uomini di scienza provenienti da tutto il mondo confrontano la loro ricerca con la molteplice realtà del luogo.
Stazione di Topolò, viene definito un "non-festival" per le sue caratteristiche anomale rispetto alle consuete rassegne artistiche. I motivi sono molti, a iniziare dalla situazione logistica; gli artisti, infatti, ospitati nelle case all'interno del paese, vivono una situazione di quotidianità diversa da quella cui sono abituati e che di solito li relega in alberghi dai quali escono solo per le prove e per le esibizioni. A Topolò tutto ciò non accade perché il programma non prevede spettacoli itineranti ma solo progetti creati ad hoc. Quanto si vede e si ascolta nasce da un rapporto con il luogo – si utilizza infatti quanto è in paese, adeguandosi a spazi e situazioni che non vengono modificati – che diventa l'ispiratore principale di tutti gli interventi che in questo modo risultano unici e irripetibili, attraendo sempre più anche chi opera in campi non artistici.
L'abbattimento delle frontiere tra artista affermato e quello che solitamente è il pubblico, è uno dei perni della Stazione e della sua unicità; infatti a Topolò non esistono palchi, camerini o pubblico passivo perché questo è un modo di fare cultura che nasce dall'incontro tra veri e propri professionisti e semplici amatori. Il tutto avviene senza formalismi e sovrastrutture patinate, assenze che permettono la realizzazione di un programma culturale di qualità e sostanza a costi decisamente contenuti. Considerando che le performance vengono create “sul posto” e che gli artisti partecipano gratuitamente, il programma dettagliato non viene mai “rivelato” se non fino all’ultimo momento, lasciando così tutti con il fiato sospeso. A ogni modo, pur essendo le proposte segretissime, saranno comunque moltissimi i "viaggiatori" che giungeranno alla Stazione per realizzare i loro progetti.
Tra le anticipazioni, parteciperanno il grafico e disegnatore Guido Scarabottolo, il performer tedesco Ulay, la coppia di musicisti norvegesi Per Platou e Signe Lidén, il fotografo e musicista inglese Jez riley French, lo scrittore Gian Luca Favetto, il videomaker e musicista electro Massimo Croce, i napoletani della Piccola Officina di Teatro con il loro "teatro per un ascoltatore", la regista slovena Anja Medved con le sue indagini sui segreti del confine, workshop dedicati alle percussioni da strada e alla musica klezmer (di tradizione ebraica), le immancabili presenze della Topolovska Minimalna Orkestra de Les Tambours de Topolò – un ensemble dal numero mutevole costituito sia da professionisti, sia da ragazzi della zona alle prime armi – e del Centro Culturale dell'Università di Klagenfurt. Inoltre, verrà proposta la singolare performance realizzata dall'artista e maratoneta Enrico Viola che percorrerà, di corsa, il tragitto di 140 chilometri che separa Topolò dalla istro-slovena Topolovec. Questi sono solo alcuni dei partecipanti alla diciottesima edizione della Stazione.
Sito: www.stazioneditopolo.it/