Artigianato in Repubblica Ceca: cristalli di Boemia, legno e ceramiche

Mostra tutte le foto » Repubblica Ceca

Condividi Lorenzo Lovato

17/05/2011

Chi non conosce il pregiato cristallo di Boemia? Nella sua fragile trasparenza, soffiato con maestria e con gesti tramandati sempre uguali di secolo in secolo, è da sempre il principale vanto dell’artigianato ceco. Ma attenzione a non restare abbagliati dalla sua lucentezza: dietro a bicchieri, calici, gioielli, coppe e soprammobili in vetro di rara bellezza si nasconde un universo di manufatti che la tradizione ceca e mani abili e pazienti continuano a regalare al mondo, che però poco ancora li conosce. Rimediamo subito qui, con una breve panoramica dell’artigianato tipico che sopravvive in ogni angolo della Repubblica Ceca. Andiamo a rintracciarlo nei villaggi di campagna, nelle botteghe storiche di città, nei piccoli musei…

FRAGILI, PREGIATE TRASPARENZE. IL CRISTALLO DI BOEMIA
Eleganti stoviglie, bottiglie, fermacarte, animaletti, figurine, fiori, coppe, alzate, lampade, lampadari, gioielli, bomboniere, souvenir e persino sfere per chiaroveggenza... Oggi prende queste forme la tradizione vecchia di 7 secoli di soffiare il vetro in Boemia. Tutto cominciò nel 1200, in un monastero nel Nord della regione, quando i monaci cominciarono a soffiare con una canna i primi oggetti di uso quotidiano. Nata quasi per caso, grazie alla ricchezza di potassio e quarzo nel territorio, la produzione di vetro in Boemia divenne ben presto arte e spezzò il monopolio internazionale di Murano. I primi artigiani boemi si dimostrarono talmente talentuosi che già nel 1279 vennero prodotti grandi mosaici murali per la Cattedrale di San Vito con scene del Giudizio Universale, il che aprì la strada a una fervida produzione a tema religioso, su commissione del clero. Dalle chiese alle ville e ai castelli il passo fu breve… Sotto Rodolfo II, poi, il cristallo di Boemia conquista i mercati europei con aristocratiche e richiestissime stoviglie. A cavallo tra ‘800 e ‘900, infine, a plasmare il cristallo di Boemia sono i dettami dell’Art Nouveau e sulle piazze europee approdano non solo pregiati oggetti utili ma anche futili capolavori in vetro, trasparenti, colorati, incisi o dipinti.

C’è addirittura una Via del Vetro che solca la Repubblica Ceca. L’itinerario passa ovviamente da Praga e Karlovy Vary, ma conduce anche all’area ai piedi dei monti Luzicke e Jizerske, nell’estremo Nord del Paese, in particolare quella attorno a Jablonec nad Nisou dove per secoli l’estrazione delle materie prime, la lavorazione quindi la soffiatura, la manipolazione, l’intaglio e la decorazione del vetro furono fonte di sostentamento per le popolazioni locali. E’ qui che nacquero le prime scuole professionali per aspiranti vetrai, cui si deve la perpetuazione di un’arte delicata e antica. Ancora oggi sono concentrati in quest’area numerosi atelier e showroom di artisti e designer del vetro. Poco più sotto, nel Parco Nazionale dei Monti dei Giganti, ecco anche Turnov, dove all’inizio del XVIII secolo fu avviata la produzione di vetri colorati, indispensabile allo sviluppo dell’industria di bigiotteria in vetro a Jablonec.

Per quanto riguarda lo shopping, il vero tempio del cristallo di Boemia è Moser (www.moser-glass.com) a Praga, storica casa pluripremiata e preferita da pontefici, teste coronate, presidenti e vip.

DAL BICCHIERE… AL BOCCALE!
Se l’artigianato del vetro è assai fragile, facile a disintegrarsi e proprio per questo particolarmente prezioso, c’è un’altra forma di artigianato ceco che è persino più “effimera”. Un capolavoro che va “consumato” immediatamente, dando solo il tempo al palato di assaporarne tutta la tradizione, l’arte, la maestria… Stiamo parlando della birra artigianale ceca, famosa in tutto il mondo e musa ispiratrice di molti produttori esteri. Bevanda popolare, ieri in un senso (a dissetarsene era il popolo) oggi in un altro (è la più bevuta) è da sempre sinonimo di Repubblica Ceca. E’ qui, nella città boema di Pilsen, che nasce la bionda più celebre e imitata del pianeta, la Pilsner appunto.

AMBRATA COME LA BIRRA, MA NON E’ LIQUIDA
Insieme a quelle piccole inclusioni –foglie, piccoli insetti ecc. imprigionati nella sua trasparente bellezza e nel tempo- che ne decretano il valore, l’ambra racchiude in sé una storia millenaria. Non una vera e propria pietra, la resina fossile è ricercatissima alla stregua delle gemme più preziose. Nonostante che ne esistano numerose varietà, diverse per caratteristiche fisiche e chimiche nonché per provenienza geologica e distribuzione geografica, da sempre con il termine “ambra” si allude a quella baltica. Richiestissima, viaggiava lungo la Via dell’Ambra che, con infinite deviazioni e derivazioni, partendo da Riga, attraversava i Paesi Baltici e la Russia per scendere verso l’Italia e in particolare Aquileia, dove erano concentrati importanti centri manifatturieri. Superate le coste baltiche, prima di tornare ad affacciarsi sul mare Adriatico, la direttrice principale della Via dell’Ambra correva a lungo nel cuore del centro Europa, attraverso quelle che oggi sono Germania, Repubblica Ceca, Austria, Ungheria e Slovenia. La Via dell’Ambra (www.ambertravel.cz e www.ambertrail.cz) è ancora percorribile ai tempi nostri. Oggi affascinante itinerario turistico che solca l’Europa da Nord a Sud per 418 chilometri, ha il suo cuore più antico e famoso proprio in Repubblica Ceca e in particolare tra le alture e le pianure della Moravia.

IL RUBINO DI BOEMIA, GEMMA “DI FUOCO”
Rosso vivo e splendente. Si presenta così il rubino di Boemia, dono del suolo ceco così chiamato nonostante che chimicamente non si tratti esattamente di rubino. Terminologia a parte, comunque, non sono in discussione né la sua bellezza né il suo pregio. Da sempre la gioielleria ceca ne apprezza la vivida colorazione e la particolare luminosità, esaltata nel caso delle gemme migliori da sapienti sfaccettature.

Tra le curiosità geologiche, ispiratrici di artigianato e oreficeria unici, ci sono anche le rare moldaviti, pietre vetrose appartenenti alla classe dei tectiti. Di un verde intenso e dalle singolari sfaccettature naturali, le moldaviti prendono il nome proprio dal fiume Moldava, lungo le cui sponde -in Boemia meridionale- furono rinvenute per la prima volta. Formatesi 15 milioni di anni fa dalla caduta di un meteorite, le gemme furono poi rinvenute in abbondanza anche in Moldavia. Gli esemplari boemi si presentano di un verde bottiglia trasparente, mentre quelli moldavi sono molto più scuri con sfumature dal verde oliva al marrone e, una volta molate, le pietre preziose vengono utilizzate in creazioni di gioielli.

COSTUMI, ZAMPOGNE, CERAMICHE, PIZZI E VETRI DAL MONDO CHOD
Quella di Chod è una Provincia della Boemia che è una sorta di “isola dei sopravvissuti”. A essere sopravvissuta, intatta e più tenace che mai, è la cultura boema, in ogni suo coloratissimo dettaglio. In questa bolla etnografica a Sud di Pilsen che abbraccia undici paesi tutto è ancora come ieri: i costumi dalle tinte vivaci –gonne ampie, grembiuli colorati, camice dalle maniche a sbuffo, gilet, fazzoletti annodati in testa per le donne; braghe al ginocchio, calzini, giacche e gilet decorati e copricapo minimalisti per gli uomini-, le feste popolari, la cucina semplice ma golosa, i rituali religiosi, la musica di zampogne e violini e le danze tradizionali…

Tra i must del turista a caccia di souvenir davvero unici:
- le ceramiche dei Chod, le cui origini risalgono al 1835. Oggi si può scegliere tra decori diversi, rigorosamente eseguiti a mano, ma il tema tradizionale è quello dei papaveri –spesso accompagnati da margherite e spighe di grano- dipinti su fondo bianco o nero. Tazze, caraffe, cucchiai, vasi, piatti, acquasantiere e infiniti altri oggetti danno forma alla fantasia dei mastri ceramisti. Per gli acquisti: Cooperativa per la produzione artistica Chodovia (www.chodska-keramika.cz) di Klenci pod Cerchovem che ha anche un piccolo museo; Jaroslav Mojzis-Keramika J&B di Zahorany (www.keramikamojzis.cz) e Jana Psutkova sempre a Klenci pod Cerchovem. Splendide anche le ceramiche di Kozlany, dove un tempo convivevano fino a 1200 ceramisti indipendenti. Oggi sopravvivono la Cooperativa Keramo (www.keramo.cz) e il vasaio Hoffman, specializzato in oggetti da giardino.

- i merletti al tombolo, ormai prodotti da poche donne per lo più anziane nelle case di Postrekov e poi venduti nella bottega di ceramiche Chodovia sopra citata. A Strazov, nella Provincia di Klatovy, c’è poi la Scuola di Merletti. Le merlettaie, che cercano di trasmettere quest’arte antica ai bambini delle scuole elementari e a chiunque ne voglia apprendere i segreti, presentano e vendono i loro ricami in occasione della sagra di Strazov, in settembre.

- il bordatino, tessuto di cotone tipico e resistente utilizzato da sempre nelle case e nell’abbigliamento. Per chi volesse acquistare la stoffa a metratura, c’è lo spaccio Kanafas a Mlynec, vicino a Postrekov (www.ceskykanafas.cz).

- i vetri artistici. La vetreria di Annin, famosa già nel Medioevo, è ancora in funzione, anche se solo come officina di molitura, ed è visitabile. Alla lavorazione del vetro di Sumava si dedica invece la Glass Gallery Gabor di Susice, rinomata per i fini decori su cristallo, soprattutto quelli ottenuti con la tecnica della sabbiatura. Possibilità di visita alle officine e di acquisto diretto.

- i giocattoli in legno e i presepi VEDI PRESEPI

- i golosi ciambelloni. Simili a pizze dolci, vengono preparati in ogni famiglia (ma anche in pasticceria) con ripieno di ricotta, papavero o marmellata e cosparsi di mandorle e uvetta.

LA TRADIZIONE APPESA… AL FILO
Tipiche di Praga sono le marionette intagliate a mano nel legno (più raramente realizzate con il gesso) e poi agghindate con abiti in stoffa e pannolenci. Prodotte fin dal XVIII secolo, piccole o grandi sono una diversa dall’altra e “incarnano” personaggi delle fiabe, di fantasia, della satira, delle leggende o della tradizione. Dal Gatto con gli Stivali a Cappuccetto Rosso fino a Kasparek e Hurvinek. Complete di fili e di impugnatura con cui manovrarle, si acquistano nelle botteghe storiche della Città Vecchia a Praga o nei mercatini dell’artigianato. Molto caratteristica e affollatissima di pupazzi appesi ai loro fili la bottega Loutky Puppets, proprio in cima alla salita Nerudova da cui parte la passeggiata che conduce al castello.

A Chrudim, nella regione di Pardubice, c’è persino un Museo dell’Arte della Marionetta (www.puppets.cz), con tanto di shop annesso.

SOUVENIR DI SALUTE
La Repubblica Ceca è celebre anche per le sue terme. A ricordo di una vacanza di benessere non ci si deve accontentare della forma ritrovata, del malessere debellato, della nuova luce sul viso o della pelle levigata e morbida. Le terme più famose del Paese, quelle di Karlovy Vary, hanno pensato a qualcosa di concreto e imperituro: una rosa di pietra. L’acqua della sorgente più calda della città, che sgorga a ben 72°C, è talmente minerale che nel giro di qualche giorno è in grado di calcificare un fiore. Ecco allora che la cosiddetta rosa di Karlovy Vary, così come svariati altri oggetti ricoperti di aragonite, è diventata il souvenir ufficiale della località di cura. Che offre anche la possibilità di un tour sotterraneo, per osservare la sorgente ipogea di acqua caldissima e scoprire il processo di calcificazione e lavorazione dei souvenir.

NINNOLI DI STAGIONE
Da non dimenticare l’artigianato di stagione: uova dipinte a mano con lavoro certosino e le tipiche fruste di salice intrecciato (pomlazka) per Pasqua e palle in vetro soffiato e decorato, addobbi in legno, statuine per il presepe di ogni materiale comprese le foglie di granturco per Natale. Si possono comprare tutto l’anno nelle botteghe di artigianato e souvenir, ma l’occasione migliore per gustarsi l’occhio e trovare oggetti originali sono certamente i tipici mercatini di Pasqua e dell’Avvento che puntualmente colorano vie e piazze di grandi città e piccoli borghi in primavera e in inverno.

ARTIGIANATO DA MUSEO
A Letohrad, in Boemia orientale, c’è il più grande museo dell’artigianato tradizionale e dei mestieri antichi dell’intera Repubblica Ceca (www.muzeumremesel.cz). Ospitate in un antico granaio del ‘700, le esposizioni fotografano il periodo che va dal 1840 al 1930 e numerosi mestieri di ieri, da quelli piuttosto comuni come il falegname, il fabbro, il sarto, il mugnaio, il panettiere o l’intagliatore, ma anche più specialistici o insoliti come quello del bottaio, del fumista, del mattonaio, del funaio, dell’armaiolo o dello scandolaio. Tra le ricostruzioni, tutte fedelissime, una segheria, un’officina meccanica, una stamperia, un mulino, un’aula scolastica ecc. Da vedere anche una ricca collezione di carrozze.

CAPOLAVORI DELL’UMANITA’
Come altrove, anche in Repubblica Ceca l’artigianato è diventato un bene raro, soppiantato se non addirittura condannato dalla rivoluzione industriale, dalle tecnologie moderne, dalle nuove richieste del mercato e dalla globalizzazione. Con l’intento di salvare ciò che è sopravvissuto e di incentivare l’opera degli ultimi artigiani e tramandare i segreti di antichi mestieri, il Ministero della Cultura della Repubblica Ceca, a partire dal 2001, ha aderito al programma UNESCO Living Human Treasures creando il suo programma nazionale “Bearers of Folk Craft Tradition”, letteralmente traducibile con “detentori dell’artigianato popolare”. In pratica, si sostengono coloro che posseggono oggi il know-how delle migliori tecniche artigianali e artistiche della tradizione ceca, gli unici in grado di preservarla, diffonderla e tramandarla alle future generazioni. Il programma prevede l’assegnazione del riconoscimento di “Bearers of Folk Craft Tradition” agli artigiani più meritevoli, la cui opera viene studiata e filmata per la trasmissione ai posteri. Come immaginare altrimenti i gesti sapienti, delicati, precisi e pazienti nascosti dietro a un quadretto su stoffa i cui disegni sembrano di madreperla e invece sono realizzati con squame di pesce lavate, stirate, ritagliate e cucite? Come capire se non attraverso le immagini come sia possibile lavorare a maglia senza i ferri da calza, “semplicemente” facendo danzare i polpastrelli tra i fili tesi su un rudimentale telaio verticale fino a ottenere una trama irripetibile? Come scoprire come nasce un cappello di paglia o una borsa in corda di foglie di mais? Come restare a bocca aperta davanti ai passaggi meticolosi di vasca in vasca che portano a metri infiniti di stoffa stampata con timbri incisi a mano e tinta ancora artigianalmente? Come risalire, da un pezzo di pietra cote usata per affilare la falce, ai gesti precisi che l’hanno scolpita? Dall’istituzione del marchio, nel 2001 appunto, oggi possono fregiarsi dell’ambito riconoscimento già un centinaio di artigiani cechi –intagliatori, impagliatori, tessitori, ceramisti, ricamatrici, incisori, tornitori, fabbri, merlettaie, creatori di bambole e marionette, scultori, mastri calzolai, decoratori ecc.- e la loro maestria è non solo salva, ma riconosciuta come patrimonio dell’umanità.

Seguici anche su
Leggi anche ...