L'Italia può essere orgogliosa: dietro al restauro del sito dell'Oasi del Fayyum c'è il sapiente lavoro dell'Università di Pisa, il cui team di archeologici e personale tecnico hanno diretto il ripristono dell'importante sito archeologico. Un lavoro durato vari anni e dal costo che ha raggiunto il valore di 3,5 milioni di euro. Al Fayyum si trova a sud-sud-ovest della capitale Il Cairo, a circa 100 km di distanza. Si tratta dell'oasi più vasta di tutto il deserto occidentale.
Domenica 8 maggio alla presenza della “star” dell'archeologia egiziana, Zahi Hawass, è stato inaugurato il Medinet Madi Vistor Center, la struttura che accoglierà i visitatori del sito archeologico dell'oasi.
Medinet Madi (Madinat Madi) è stata fondata durante il regno di Amenemhat III e Amenemhat IV della 12a, circa 3800 anni fa come un villaggio agricolo chiamato Dja. Durante il periodo tolemaico, è diventato noto come Narmouthis, un nome greco che significa "la città di Renenutet-Hermouthis." Questo nome deriva dal fatto che il suo tempio, l'unico esempio conosciuto al Medio Regno (circa 2030-1802 a.C.), è stata dedicato a la dea dalla testa di cobra, Renenutet, e al il dio dalla testa di coccodrillo, Sobek di Scedet, dio protettore della regione e della sua capitale, Scedet.
Durante i suoi lavori di ricerca, l'Università di Pisa ha anche scoperto dieci chiese copte risalenti ai secoli che vanno dal quinto al settimo dopo Cristo, un tempio tolemaico del 332-30 aC, dedicato a due coccodrilli, che prevedeva una struttura unica con volta a botte utilizzata per l'incubazione di uova di coccodrillo, e un accampamento fortificato di epoca romana risalente al regno di Diocleziano (284-305 d.C).
Come parte del nuovo progetto di collaborazione, è stato creato il primo giardino archeologico dell'Egitto, completamente attrezzato con strutture turistiche, e collegato ai siti di Medinet Madi, el-Rayan e di Wadi El-Hitan. Anche la mappatura topografica del sito e tutti i suoi resti archeologici è stata inoltre avviata. I templi del sito erano in pessimo stato di conservazione, e in un grande sforzo congiunto tra le squadre egiziane e italiane sono state rafforzati e restaurati. La sabbia che si era naturalmente accumulata intorno alle costruzioni nel corso del tempo, è stata rimossa, e gli altri monumenti che sono stati trovati come risultato di questo lavoro di scavo sono stati inoltre restaurati. Una zona cuscinetto è stata creata intorno a Medinet Madi per meglio proteggere in futuro e per limitare il disturbo delle attività agricole adiacenti.
La zona di Wadi el-Hetan è la sola ad essere patrimonio naturale dell'umanità, ma si sta studiando di estendere questa denominazione anche a Medinet Madi, in modo di avere la denominazione modificata in un sito nsia aturale che culturale, come succede ad esempio all'area del Monastero di Santa Caterina al Sinai.