La chiesa di Sant'Eustachio (Saint'Eustache) fu edificata dal 1532 al 1640. La sua costruzione richiese, quindi, più di un secolo. La mancanza di risorse e le guerre di religione ne ritardarono il completamento. Malgrado ciò l'edificio è di una notevole unità anche se non si conosce il geniale architetto che si occupò. La chiesa fu consacrata il 26 aprile 1637 da Jean François de Gondi, Arcivescovo di Parigi. Nel 1665, Colbert, primo fabbricatore e benefattore della chiesa, fece sistemare sotto la facciata due cappelle decorate da Mignard e da Lafosse. A seguito di questi lavori, si verificarono dei cedimenti e la facciata del XVII secolo dovette essere abbattuta. Jean Hardouin Mansart di Jouy fece il progetto della nuova costruzione, la cui prima pietra venne posta il 22 maggio 1754 dal Duca di Chartres, futuro Philippe Egalité. I lavori, continuati da Pierre-Louis Moreau Desproux, che aggiunse un pesante frontone, sono rimasti incompiuti. Pertanto in epoche differenti, architetti molto noti come Du Cerceau, Levau ed anche Baltard fecero progetti di facciata per Sant'Eustachio.
La Rivoluzione chiuse la chiesa al culto cattolico per farne il tempio dell'Agricoltura. Riaperta nel 1795, fu concessa ai Teofilantropi e uscì devasta dalla tormenta della Rivoluzione. Venne restaurata la Cappella della Vergine che fu inaugurata da Papa Pio VII il 28 dicembre 1804 in occasione della venuta a Parigi di Napoleone I per l'incoronazione. Nel 1844 l'incendio dell'organo proveniente da Saint-Germain-des-Prés distrusse il pulpito e danneggiò le tre prime campate della navata. Victor Baltard diresse il restauro e nel 1849 si scoprirono sotto l'intonaco sette cappelle degli affreschi murali del XVII secolo, che servirono da modello alla decorazione del resto della chiesa.
Nel periodo della “Commune”, nel 1871, numerosi proiettili di armi da fuoco colpirono l'edificio ed il campanile della Cappella della Vergine cadde. Vennero quindi riparati tetti e contrafforti, ed il campanile fu ricostruito sul modello dell'antico. Numerosi restauri hanno avuto luogo fino ai nostri giorni: nel 1968 si è proceduto al raschiamento della chiesa e nel 1971 sono stati intrapresi i lavori per consolidare la base della torre sud-ovest. Il trasferimento del mercato delle “Halles” verso Rungis il 28 febbraio 1969 ha profondamente modificato la vita del quartiere. Il progetto di realizzare un luogo di raccolta, di incontro e di cultura, dà alla chiesa Sant'Eustachio un'importanza particolare come testimonianza della continuità della fede e dei valori spirituali.
Un colpo d'occhio sulla pianta della vecchia Parigi mostra che Sant'Eustachio è stato costruito presso la cinta di Filippo Augusto, lungo il sentiero pre-cristiano che collegava Lutetia e la collina di Montmartre. L'ubicazione stessa di Sant'Eustachio ne ha da sempre fatto il luogo di incontro di nobili, borghesi, mercanti e artigiani, e del “popolino” di Parigi. Il Louvre e il Palazzo Reale sono vicini. Dal XVII secolo alla Rivoluzione, Sant'Eustachio avrà il titolo di “Chiesa Parrocchiale e Reale”. Avvenimenti importanti tramandano ai posteri la sua storia: vi è stato battezzato Richelieu, come pure Jeanne-Antoinette Poisson, futura marchesa di Pompadour; Luigi XIV vi ha fatto la sua prima comunione; vi sono stati sepolti il Duca de la Feuillade e l'Ammiraglio de Tourville. Molière vi è stato battezzato, ma non si è potuto inumarlo. I funerali di La Fontaine sono stati celebrati a Sant'Eustachio e qui riposano anche: Marie Jars de Gournay, “figlia adottiva” di Montaigne; lo scrittore Voiture, il grammatico Vaugelas; Furetière, celebre per le sue noie con l'Accademia; I'Arlequin Dominique, Benserade, Scaramouche e Marivaux.
Oratori celebri fecero sentire le loro voci sotto le volte ormai storiche di Sant'Eustachio. Il Padre Sénault tenne l'orazione funebre di Anna d'Austria e Fléchier quella di Turenne. Massillon tenne il suo famoso sermone su “il piccolo numero degli eletti”; si racconta che l'uditorio, terrorizzato, si alzò d'incanto come se fosse una sola persona, quando il predicatore fece riecheggiare l'appello del Sovrano Giudice. Al momento dei funerali di Mirabeau, Cerutti e Talleyrand fecero l'elogio del defunto. Numerose Corporazioni avevano la loro sede spirituale a Sant'Eustachio, tutti i mestieri delle Halles erano rappresentati: mercanti e relevatori ittici, aranciai e pollivendoli, venditori di grano, rigattieri (d'abiti), ecc. Nella Cappella della Vergine si riunì la confraternita Notre-Dame-de-Bon-Secours, fondata nel 1929 (per l'assistenza ai poveri ed ai malati della parrocchia). Dal 1922, la parrocchia è affidata ad una comunità di preti dell'oratorio che in questo modo ritrovano il quartiere dove la Congregazione ebbe la sua casa madre. Dal 1972 il busto del Cardinale di Berulle, fondatore della Congregazione, è a Sant'Eustachio.
La navata - Poniamoci sotto il grande organo e lasciamoci attirare dal prodigioso slancio della navata. Le linee verticali convergono verso le volta, ad ogiva, traverse e costoloni. Al di sopra delle grandi arcate a catenelle (curva descritta da un filo pesante fissato alle due estremità), una piccola galleria, il triforio si sviluppa lungo il perimetro dell'edificio. Al di sopra, le alte finestre, le cui vetrate sono ornate di delicate bordure di fiori e di frutti (1637), formano con i loro montanti dei cuori alla base di gigli. Questa navata, il pulpito, designato da Baltard . Di fronte il banco dei fabbricieri, di Cartaud, rappresenta il Trionfo di Santa Agnese scolpita da Lepautre.
Il coro - Giriamoci verso il coro ed ammiriamo la sua magnifica elevazione. L'altare Maggiore di Baltard, che rimpiazza quello distrutto sotto la Rivoluzione, e la chiave di volta, incredibilmente ardita, contribuiscono a questa impressione e sono i soli archi rotti dell'edificio. Nelle alte finestre si staccano imponenti figure su uno sfondo d'architettura: sono gli Apostoli ed i Dottori della Chiesa, ed al centro Sant'Eustachio con (sopra di lui) Santa Agnese e il Cristo Risorto. Queste splendide vetrate, d'una rara nobiltà, sono firmate “A. Soulignac F. 1631”. Alcuni autori ci dicono che i cartoni sono di Philippe de Champaigne.
Il grande organo - Fu costruito da Ducroquet nel 1854 su progetto di Baltard. Le dimensioni della cassa dell'organo raggiungono 18 metri di altezza e 10 metri di larghezza. Inaugurato nel 1854 con il concorso di César Franck, fu modificato ed ingrandito nel 1879 e fu in seguito restaurato numerose volte (Merklin nel 1932, Georges Dannion-Gonzalès 1967). Rimasto silenzioso per 10 anni, è stato integralmente ricostruir nel 1981 da Jean Dunand, tenendo presente l'originale estetica romanica e le esigenze dell'estetica e della tecnologia contemporanea. Comporta 5 tastiere manuali, una pedaliera e 107 registri. Presenta la ricchezza d'una doppia trasmissione e di due mensole: trasmissione meccanica per le mensola di tribuna, elettrica per la mensola mobile della navata.
Le cappelle - Cappella di Santa Genoveffa. Sopra l'altare, un magnifico quadro di Santi di Tito (Firenze 1536-1603): Tobia e l'Angelo, affresco su legno i cui colori hanno conservato una straordinaria freschezza. Cappella di San Vincenzo di Paola, così chiamata poiché il santo vi risiedette una decina d'anni come precettore dei bambini della famiglia Gondi (1613-1623).
Affreschi murali del XVII secolo sono attribuiti a Simon Vouet e alla sua scuola: sono tra i più interessanti della chiesa. Cappella di Santa Maddalena. Comprende affreschi murali del XVII secolo e il bel confessionale d'epoca Luigi XV. Si nota nettamente l'influenza del Caravaggio nel quadro: “L'Estasi della Maddalena” di Rutilio Manetti (Siena 1571-1636). Cappella di San Pietro l'esorcista. È decorata da un quadro della scuola francese del XVII secolo: “Il seppellimento di un Martire”. Sopra l'altare, la tela più preziosa di tutta la chiesa: un affresco di Rubens del 1611 circa, “i Pellegrini di Emmaus”. Cappella di San Luigi di Gonzaga. Qui si trova la tomba di Colbert (+1683) eseguita sui disegni di Lebrun. Coysevox scolpì sia Colbert che la statua della fedeltà a sinistra; mentre a destra si trova la statua della Fede scolpita da Tuby. Bisogna ammirare la finezza di alcuni dettagli (le mani di Colbert): la virtuosità delle pieghe e la bellezza delle espressioni; il fervore di Colbert, la tristezza della fedeltà, la rassegnazione della Fede (chiamata anche Abbondanza). Nella penombra del mattino o della sera, propizia alla preghiera, sorge all'altezza del deambulatorio la Cappella della Vergine. Gli affreschi sono di Thomas Couture(1856), maestro di Edouard Manet. Questi affreschi rappresentano la potenza d'intercessione della Vergine. Sull'altare, estremamente graziosa, la Vergine di Pigalle (1748) scolpita in un primo momento per la “Cappella degli invalidi”. Cappella dí Sant'Andrea. È qui che l'Accademia Reale di Pittura e Scultura teneva le sue riunioni all'inizio del XVII secolo. Spiccano bei tavolati ed un magnifico confessionale di Luigi XV. La vetrata del 1944, è stata offerta dal “Souvenir de la Charcuterie Française” (dal Ricordo della Salumeria Francese). Cappella di Sant'Agnese. Si ammira sopra l'altare una bellissima “Inumazione” attribuita a Luca Giordano (1632-1705).
Tradizione musicale - Se la chiesa di Sant'Eustachio gode d'una reputazione universale, ciò è dovuto sia allo splendore della sua architettura che alla sua tradizione musicale, grazie a diversi eventi storici:
- Lulli si sposò nel 1662.
- Rameau diede il suo addio all'organo sullo strumento della chiesa, “E giammai, no diremo, egli non era così bene ispirato”. Vi fu inumato nel 1764.
- Wolfgang Amadeus Mozart pianse alle esequie di sua madre nel 1778.
- Nel 1855 Berlioz diresse la prima esecuzione del suo Te Deum con 950 esecutori!
- Nel 1866 e nel 1886 Liszt diresse le prove e assistette all'audizione della sua Messa Gran.
La Chiesa ebbe per maestri di cappella musicisti di talento: dal 1945, il R.P. Martin, a capo dei Cantori di Sant'Eustachio, contribuisce alla reputazione musicale di Sant'Eustachio con un repertorio che si estende dal Rinascimento polifonico all'epoca contemporanea, repertorio che si sposa così bene con il decoro di Sant'Eustachio. Dopo Mathieu Delacroix, primo organista di Sant'Eustachio verso il 1560, numerosi maestri illustri si sono succeduti alla tribuna ormai celebre di questo Sacro Tempio. Oggi Jean Guillou, virtuosista consumato, improvvisatore di grande talento e rappresentante della musica d'organo moderna e dal 1971 André Fleury Contitolare con Jean Guillou, tutti e due degni discepoli del loro maestro Marcel Dupré. In un quartiere in continua evoluzione, la chiesa di Sant'Eustachio continua ad assumere la sua missione. In altri tempi era chiamato il “ventre di Parigi”. Oggi, le Halles hanno fame, una fame spirituale che la chiesa del Cristo cerca di placare con le sue diverse animazioni religiose e culturali.
Davanti alla chiesta, una fila di turisti si contenderà il proprio turno per una foto ricordo nel palmo di Ecoute: la famosa opera del 1986 dell’artista francese Henri Miller, simbolo di Place René-Cassin (Les Halles). La scultura di tre metri di diametro, rappresenta una testa di persona e una grande mano nell'atto di ascoltare.
Informazioni utili
Orari: 9.30-19 durante la settimana, 9-19 il week-end
Indirizzo: 2 impasse Saint-Eustache
Metro: Les Halles, direzione Rue Rambuteau
Sito ufficiale: www.saint-eustache.org
Fonte: Monum