Guardare Firenze dal villino di Lungarno Serristori, dalla casa di Rodolfo Siviero ora museo, è vedere una città da una prospettiva insolita, lontano dai luoghi comuni a cui siamo abituati.
Così come era insolito il padrone di casa: agente segreto per il Servizio Informazioni Militari dell’Esercito italiano dal 1935, dopo l'8 settembre Rodolfo Siviero prosegue la sua attività di agente segreto collaborando con il Comando Militare Alleato.
Nell'ambito della sua attività di informatore Siviero si adopera per prevenire le razzie naziste di opere d'arte e segnala agli alleati i trasferimenti dei capolavori verso la Germania.
Alla fine della guerra, è nominato ministro plenipotenziario per dirigere la missione diplomatica presso il Governo Militare Alleato in Germania dove, nel 1947, ottiene la restituzione delle opere che i nazisti avevano portato via dai musei italiani dopo l’8 settembre, come i capolavori dei musei napoletani trafugati dall’Abbazia di Montecassino.
Nel 1948 ottiene anche la restituzione di quelle opere che i gerarchi nazisti avevano comprato in Italia e che erano state esportate illegalmente con la complicità del governo fascista. I numerosi e straordinari successi fanno nascere la sua fama di grande agente segreto dell’arte.
Nell’appartamento a piano terreno del villino, è stata mantenuta la disposizione dei mobili e degli oggetti così come era stata lasciata da Siviero nel 1983, alla sua morte. Nelle stanze, arredi e opere d’arte, antico e moderno si mischiano con gusto eclettico, in ogni ambiente si trovano cassapanche, credenze, per lo più ispirate alla mobilia fiorentina rinascimentale, sulle quali sono poggiati reperti archeologici etruschi, busti romani, bronzetti, terre cotte, suppellettili liturgiche e domestiche dal Trecento al Settecento.
Al muro, vicino ai dipinti fondo oro, quadri rinascimentali e barocchi, statue lignee trecentesche e quattrocentesche, sono appese opere di de Chirico, disegni di Giacomo Manzù, nature morte e paesaggi di Ardengo Soffici, Pietro Annigoni, tutti artisti ai quali era legato da rapporti di amicizia.
La casa museo rispecchia a pieno la personalità del suo proprietario, che aspirava a passare alla storia non solo come il grande 007 dell'arte, ma anche come un raffinato connoisseur che al pari di Bardini, Horne e Stibbert, “autori” di straordinarie case ora museo, ha contribuito ad arricchire il patrimonio culturale di Firenze.
Proprio a due passi da Casa Siviero si trova il museo Bardini, il capolavoro di Stefano Bardini, il più autorevole antiquario italiano tra Otto e Novecento che dopo anni di intensa attività commerciale, decise di trasformare la propria collezione in museo e di donarla al Comune di Firenze.
Il palazzo, sede del museo, fu acquistato e ristrutturato dallo stesso Bardini nel 1881 come straordinario showroom e laboratorio, da cui le opere d’arte uscivano restaurate e talvolta “reinterpretate”, pronte per essere vendute.
Informazioni utili
Casa Rodolfo Siviero - Lungarno Serristori, 1-3, Firenze
Tel. 055 2345219 - 055 4382652 - E-mail - Sito
Ingresso gratuito - Orari: al Sabato dalle 10 alle 18, domenica e lunedì ore 10-13
Per prenotazioni, clicca qui.
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