L’origine di Strasburgo è classica tanto quanto la località in cui sorge, un campo romano situato fra i due bracci dell’Ill, tranquilli specchi d’acqua che a lungo ne hanno delimitato il suo sviluppo. E così l’acqua non poteva che essere uno degli elementi dominanti del paesaggio urbano: l’Ill, che ha dato il suo nome all’Alsazia (Elsass in tedesco, cioè “paese dell’El”), è il fiume in cui si specchiano fra l’altro le torri medievali, le vecchie case a graticcio e il castello di Rohan.
Passeggiando per questa affascinante isola della città francese si ammirano ovunque chiuse, rive ombreggiate d’alberi, belvedere turistici, barche di pescatori, ponti di pietra che scavalcano i bracci del fiume, canali e il bacino del porto fluviale. Immaginando, ad alcuni chilometri di distanza, la presenza sovrana del Reno che non solo riceve le acque dell’Ill ma domina la vita economica di tutta Strasburgo. Nel 1988 con tutta la Grand Ile, anche Petit France è divenuto un patrimonio dell'umanità dell'UNESCO
Dalla chiesa di St. Thomas, maestoso luogo di culto protestante dove la severità dell’esterno si contrappone all’elegante interno a tre navate di uguale altezza come in uso nei paesi tedeschi, si percorre rue de la Monnaie e rue des Dentelles sino ad arrivare in place Benjamin – Zix, all’ingresso della Petite France, vecchio quartiere del centro storico di Strasburgo che ha mantenuto intatto il suo antico fascino. E’ proprio in questo angolo del cuore cittadino si incarna alla perfezione l’età dell’oro dell’architettura popolare di Strasburgo: l’antico quartiere dei pescatori, dei conciatori e dei mugnai, situato a occidente di “Strateburgum”, dovrebbe il suo nome al “mal francese”, quella sifilide diffusa dai soldati del re.
In questo beau quartier della città i pedoni possono contemplare a proprio piacimento le case a graticcio con i timpani, gli spioventi di legno e i tetti su cui si aprono parecchi piani di abbaini. Le tipiche abitazioni “a colombages” per cui tutta l’Alsazia è famosa impreziosiscono anche Strasburgo che deve tutto alla sua posizione di confine tra Francia e mondo germanico: più vicina a Monaco che a Parigi e a Berlino che Bordeaux, la città appartiene per molti aspetti alla Mitteleuropa.
Imperdibile è la Maison des Tanneurs, la casa dei conciatori, situata al 42 di rue Bain-aux-Plantes, monumento storico francese dal 1927: edificata nel 1572, a metà del 1900 è stata trasformata in un bel ristorante poi completamente rinnovato nel 1972 in occasione del suo quattrocentenario di costruzione. Dopo Parigi e Lione, Strasburgo è una delle capitali della ghiottoneria francese: se ne avete il tempo fermatevi alla Maison des Tanneurs per assaporare, circondati dall’atmosfera di un tempo, alcune delle specialità della cucina alsaziana. Fois gras “Belle Strabourgeoise”, rognoni di vitello al vino bianco d’Alsazia e per finire una fetta di torta alla frutta all’alsacienne (ma anche gli altri piatti meritano un assaggio). Il palato vi ringrazierà.
Imboccata rue Bain-aux-Plantes, fiancheggiata da case in legno a sporto con logge e aguzzi frontoni, svoltando sulla sinistra si arriva in quai de la Petite France con i suoi vecchi palazzi che si riflettono nelle acque del canale.
Il quai sbocca sui Ponts Couverts, uno dei punti più pittoreschi di Strasburgo, suggestiva infilata di tre ponti gettati sopra i canali formati dall’Ill le cui acque cingono tutto il nucleo antico della città. Passeggiando in questa zona sembra quasi di essere riportati all’epoca in cui Gutenberg, giunto da Mayence, metteva a punto la sua rivoluzionaria invenzione.
Nonostante abbiano perso l’originaria copertura, i ponts hanno conservato il loro nome. A dominare le passerelle vi sono ancora quattro torri quadrate che risalgono al XII° e XIV° secolo, vestigia degli antichi bastioni della città che vegliavano sull’indipendenza della repubblica salisburghese. Più a nord, sul quai Turkheim si trova la quadrata tour du Bourreau, anch’essa parte delle mura cittadine.
A qualche metro di distanza dai ponti, attorno al 1690 fu costruita, ad opera di Tarde, la diga Vauban nota anche come Grande Ecluse, la “grande chiusa” che in caso di necessità permetteva di inondare tutta la parte sud di Strasburgo.
Proprio in cima al barrage della cinta muraria edificata dall’ingegnere Vauban è stata allestita una bella terrazza da dove si può ammirare un quadro d’insieme dei ponti con le loro torri sullo sfondo della cattedrale di Notre Dame, uno dei più prestigiosi esempi d’architettura gotica ricostruita a partire dal 1176 sulle fondamenta di un precedente edificio romanico distrutto da un incendio.
Cosmopolita e vivace ma allo stesso tempo decisamente romantico (se avete tempo visitatelo anche al tramonto), il quartiere Petite France ospita botteghe artigiane, ristoranti con sale che sembrano gettarsi a picco sui canali, graziosi ponti che si aprono e chiudono al passaggio dei battelli turistici e mille dehors con musica dal vivo.
Perdersi fra le stradine di questo quartiere, con le bianche case a graticcio impreziosite dai balconi fioriti, è quasi d’obbligo per poterne ammirare gli scorci panoramici più autentici. Oltre a queste semplici e antiche costruzioni Petite France ospita anche alcuni edifici dall’architettura ben differente ma altrettanto interessante fra cui il Dipartimento del Basso Reno di cui Strasburgo è capoluogo, edificio in pietra nera, e il Museo di Arte Moderna con la sua facciata in vetro lunga 100 metri.
Essendo un’isola pedonale, Petite France (come la zona attorno alla cattedrale Notre Dame) va girata a piedi. Il sistema di autobus funziona comunque molto bene e quasi tutte le linee convergono in Place Kléber da cui si può facilmente raggiungere questo incantevole quartiere che sorge sull’acqua.