Come potrebbe non stupire, anche se l'antico splendore è ormai soltanto una flebile ombra, un palazzo che abbraccia un cortile rettangolare di 135 m per 110 ed ha richiesto ben 25 anni di intenso lavoro per essere costruito? Non a caso, il maestoso complesso che rientra fra le meraviglie di Marrakech si chiama El Badi, che significa "palazzo incomparabile".
Oggi, dei pregiati marmi italiani che ne rivestivano pareti e pavimenti, delle suppellettili d'oro e della maestosità dei suoi arredi è rimasto ben poco. A ricordarne l'imponenza e la grandezza sono le alte mura che ancora proteggono gli aranceti, i giardini ed il cortile, sede della immensa piscina di 90 metri per 20. Spazi enormi, utilizzati dalle cicogne per nidificare durante l'inverno e dalla città per celebrare importanti eventi, come il Festival nazionale del folclore a giugno, e il Festival internazionale del cinema a novembre.
Quando nel 1640 il pittore olandese Adriaen Matham lo visitò, definì il palazzo una autentica "meraviglia del mondo", con "decorazioni di tutti i colori e marmi brillanti come l'argento o completamente neri; i capitelli delle colonne erano coperte di oro fuso e foglie d'oro zecchino. Il pavimento era decorato con bellissime piastrelle di marmo lucido e finemente lavorato; le pareti erano ricoperte di mosaici in piastrelle decorate con intrecci di fiori. Infine" - ebbe a scrivere il pittore - "i soffitti erano incrostati d'oro, e le pareti, decorate dello stesso metallo, erano decorate con splendide sculture e iscrizioni eleganti. In breve, si tratta di una sorta di paradiso terrestre». L'origine di Palazzo El Badi risale al 1578. In quell'anno, il sultano della dinastia Sadiana, Ahmed al Mansour Saadian Dhahbi, chiamato il Magnifico, vinse l'esercito portoghese nella Battaglia dei Tre Re e decise, per rendere indimenticabile quella vittoria, di costruire la nuova residenza.
Per 25 anni, tanti quanti la durata del suo regno, il cantiere lavorò incessantemente in quell'angolo di Casbah, in direzione nord-est, scelto dal sultano per la sua vicinanza agli appartamenti privati. Quando venne completato, nel 1603, la sua funzione fu legata a puri scopi di rappresentanza o celebrativi. La fontana monumentale realizzata al centro del cortile si componeva di due vasche sovrapposte e sormontate da un getto di acqua. Su entrambi i lati si sviluppavano delle aree verdi coperte di alberi e fiori separati da vialetti pavimentati.
Altre vasche di dimensioni inferiori, 30 metri per 10, si trovano agli angoli del palazzo. Attorno alla piscina principale si sviluppano, l'uno di fronte all'altro, il Padiglione di Cristallo ed il Padiglione delle audizioni. Entrambi condividevano la stessa pianta, la copertura a cupola sorretta da dodici colonne ed il pavimento a zellige, mosaico realizzato con tessere di ceramica disposte a formare disegni geometrici, tipico dello stile architettonico marocchino, di cui sono conservate alcune testimonianze. Del loro splendore è rimasto soltanto ciò che la furia distruttiva del sultano Moulay Ismail ed il tempo sono riusciti a preservare.
Al centro dei lati nord e sud si sviluppano altri due padiglioni di dimensioni maggiori, il Padiglione Verde e il Padiglione dedicato al fiore dell'Eliotropio caratterizzati dai rispettivi loggiati sostenuti da colonne di diaspro. L'imponente porta principale in marmo chiamata Bab Al-Rokham, è collocata all'angolo sud-ovest a sud della struttura. Le descrizioni di El-Badi, fiorite nel periodo di massimo splendore del palazzo, riportano l'esistenza di altre entrate sui lati sud, est e ovest. Quando, nel 1672 salì al potere il sultano alawita Moulay Ismail, per Palazzo El Badi iniziò un lento ed inesorabile declino.
Moulay Ismail decise di trasferire la capitale del regno a Meknes dove avviò la costruzione del suo palazzo attingendo ai preziosi materiali di El Badi. Il saccheggio si è protratto per ben 10 anni. Gli scavi archeologici condotti nel 1953 nella reggia di Meknes hanno riportato alla luce le strutture e tanto materiale fra frammenti di marmo bianco e nero, stucchi, capitelli, terracotte, fontane. L'attrazione principale di El-Badi è il pulpito dal quale veniva diffusa la preghiera, il minbar Koutoubia, collocato nel padiglione all'angolo sud-ovest del cortile principale. Il pulpito è stato commissionato nel 1137, anno in cui ne è iniziata la costruzione voluta dal sultano Ali Ben Youssef, ultimo della dinastia degli Almoravidi. Per otto anni, gli artigiani di Cordoba ne hanno cesellato la struttura in legno di cedro realizzando i pregiati intarsi in argento e le decorazioni in legno di sandalo ed ebano, in parte ora cancellati. Nel 1381 era definita come "un'opera di perfezione". Quando gli Almohadi presero il potere, il pulpito è stato trasferito all'interno della Moschea Koutoubia, dove è rimasto fino al restauro del 1962 ed in seguito collocato a Palazzo El-Badi.
Palazzo El-Badi che si trova sulla Ksibat Nhass a Marrakech si può visitare ogni giorno dalle 8,45 alle 12,45 e dalle 14,30 fino ad orario di chiusura. Il biglietto di ingresso è di 20 dirhams che corrisponde a circa 1,80 euro. Al prezzo occorre aggiungere 10 dirhams richiesti come supplemento per poter ammirare il minbar Koutoubia. Info: www.palais-el-badi.com