Il Museo delle Palafitte è un'ottima idea per trascorrere una giornata o un pomeriggio con tutta la famiglia. Un momento ludico, ma anche di apprendimento e di spensieratezza tra le bellezze naturali di una zona del territorio italiano di grande impatto paesaggistico. Il Museo, infatti, si trova a Molina di Ledro, in Trentino, su una sponda dell'omonimo lago. Qui le colline si ammantano di verde e racchiudono, quasi a volerlo proteggere, il blu dello specchio d'acqua.
Il Museo delle Palafitte è una sezione tematica del Museo delle Scienze e offre ai visitatori la possibilità di scoprire uno spaccato della vita quotidiana di un villaggio di palafitte dell'Età del Bronzo. Tutto ha inizio nel 1929 quando il livello delle acque del lago viene abbassato per consentire i lavori della centrale idroelettrica di Riva del Garda. Una volta diminuita la portata del bacino, dalle acque spuntano numerosi pali in legno, una distesa, nelle adiacenze della sponda meridionale. Di primo acchito si pensa ai resti di un'antica diga, ma dopo un'osservazione più attenta ci si rende conto di avere a che fare sì con dei resti, ma non di una diga, bensì di un villaggio di palafitte. Si tratta di una scoperta davvero interessante perché quello che è emerso dalle acque è uno dei più grandi villaggi su palafitte di tutto l'arco alpino italiano, di epoca preistorica e ascrivibile all'Età del Bronzo.
L'edificio del museo viene realizzato negli anni '70 e nasce come luogo d'esposizione dei diversi e numerosi reperti archeologici ritrovati nella vicina area di scavo. Ma non è tutto, perché questi oggetti, di cui gli originali sono custoditi all'interno del museo, sono stati riprodotti e contestualizzati sullo sfondo di un villaggio di palafitte ricostruito ad hoc. E così è possibile osservare questi oggetti di 4 mila anni fa e scoprirne, al contempo, il loro utilizzo.
Cosa si può vedere? Una zona espositiva, con gli oggetti originali rinvenuti nella zona archeologica vicina e interessata da diversi scavi, e una zona che si può definire didattica, il villaggio palafitticolo, ricostruito sui resti dell'antico villaggio del 1800-1300 a.C. circa. Il Museo in principio attrae diversi curiosi, soprattutto fino a quando continuano le campagne di scavo, ma poi, come spesso accade, l'interesse va diminuendo e il Museo sembra languire nella cornice placida del lago. Durante gli anni '90, grazie anche al direttore Michele Lazinger, il Museo vede una nuova fase di splendore in cui vengono implementate le aree didattiche e i laboratori. Dal 2006 alla capanna dello sciamano vengono aggiunte le altre capanne del villaggio che oggi offrono un percorso didattico di grande interesse. Di capanna in capanna si può scoprire come si viveva nella preistoria.
La capanna 1 è quella dell'artigiano del villaggio, qui troviamo diversi strumenti, riproduzione fedele dei reperti ritrovati, con cui si lavorava il bronzo, ma anche altri utensili per la lavorazione del lino e per la produzione di reti da pesca.
La capanna 2 che ha una superficie maggiore rispetto alle altre, serviva anche da abitazione oltre che da luogo d'incontro (immaginiamo una sorta di assemblea) tra gli abitanti del villaggio e il capo villaggio.
La capanna 3 poggia su una struttura chiamata Stelzbau e ha una struttura più leggera rispetto a quella delle altre, oltre a essere aperta. Infatti, questa, fungeva da rimessa degli attrezzi da lavoro o, se necessario, come ricovero per le bestie.
Certo, va detto che non vi sono riscontri oggettivi che inducano a riferire a ciascuna capanna il suo utilizzo in modo univoco, ma si tratta solamente di una ricostruzione a scopo didattico che però è piuttosto plausibile. Gli arredi, per esempio, sono stati ricavati da un attento confronto con stazioni palafitticole coeve in cui le suppellettili erano giunte integre. Dal 2012 il sito è stato proclamato, assieme ad altri 110 siti palafitticoli dell'arco alpino, patrimonio dell'umanità dell'Unesco.
Ma oltre al momento prettamente didattico, per i visitatori è possibile scegliere tra diverse attività ludiche, molto interessanti soprattutto per bambini e ragazzi. Grazie al contributo del Consorzio turistico di Ledro, infatti, l'offerta è varia e ricca. Dal 1996 è possibile partecipare ai diversi laboratori a uso dei frequentatori estivi. Particolarmente interessante è Palafittando, una serie di iniziative e attività che si svolgono durante i due mesi estivi e che possono accontentare le esigenze dei bambini così come quelle degli adolescenti, adulti, famiglie e anziani che possono scegliere tra giochi, spettacoli, rappresentazioni attinenti con l'archeologia e con il sito. Le attività, dal 2006, vengono aperte dalle Palafittiadi, le olimpiadi della storia.
Orari e biglietti
Il museo è aperto secondo il seguente orario:
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Marzo-giugno/ settembre-novembre: dalle 9 alle 17 con chiusura il lunedì - luglio e agosto dalle 10 alle 18, senza chiusura settimanale
- 3,50 per ingresso adulti
- ridotto e gruppi di 15 persone 2,50 euro
- famiglia, 2 genitori e figli, 7 euro; un genitore e figli 3,50 euro
- i bambini fino a 6 anni non pagano
- il costo del laboratorio è di euro 5, la visita guidata di euro 4, gratuita fino a 7 anni
In auto si lascia l'autostrada del Brennero A22 uscendo a Rovereto quindi si segue per Riva del Garda, da qui si prosegue su SS240 e si seguono le indicazioni per Molina di Ledro. Dalla A4 si esce a Brescia est e si prosegue fino a Storo, da qui si segue su SS240 come indicato in precedenza. Provenendo dalla E35, si imbocca poi A22 e si prosegue come indicato. In aereo si atterra a Brescia-Montichiari o Orio al Serio, Milano. In treno la stazione più vicina è quella di Rovereto da cui ci si sposta in pullman o taxi.