E’ conosciuto come Las Huertas, che in spagnolo significa gli orti, ma per molti è il “Barrio de las Letras”. In questo quartiere della capitale madrilena, a sud di Puerta del Sol, hanno vissuto alcuni dei più grandi letterati spagnoli del cosiddetto “siglo de oro” come Miguel de Cervantes, Lope de Vega, Francisco de Quevedo e Luis de Gongora y Argote solo per citarne alcuni.
Fra le più antiche zone del centro storico, Las Huertas è anche uno dei luoghi turistici più frequentati di Madrid nonché fra i preferiti dai giovani grazie alla presenza dell’Università e ai numerosi locali e pub che ne caratterizzano l’affollata vita notturna.
Proprio in questo quartiere, che si estende fra Plaza Santa Ana, Calle de Huertas e Paseo del Prado in un’ampia area pedonale, si può andare alla scoperta di testimonianze architettoniche del XVI° e XVII° secolo ma anche di Ottocento e Novecento.
Ricca di storia e cultura, Plaza Santa Ana si raggiunge attraversando Calle de Huertas: questa centralissima piazza di Madrid ospita il Teatro Espanol, un bell’edificio del XVII° secolo situato all’incrocio con Calle Principe e conosciuto anche come Corral del Principe.
Costruito dove sino al 1849 sorgeva un “corral”, ossia un teatro pubblico spesso ricavato nel cortile all’interno di un edificio, il Teatro Espanol ha visto andare in scena opere importanti come quelle di Calderon de la Barca e Lope de Vega sino alle sceneggiature di autori più recenti fra cui Garcia Lorca e Jacinto Benavente. L’attuale facciata in stile neoclassico venne aggiunta in un secondo momento a questo palazzo che attorno al 1804 fu ricostruito dall’architetto Juan de Villanueva in seguito a un grave incendio che danneggiò gran parte della struttura. Di grande pregio sono anche i busti di celebri drammaturghi collocati anch’essi in epoca successiva.
In Plaza Santa Ana, che nel corso dei secoli ha modificato notevolmente la propria conformazione, si trovano le statue di Calderon de la Barca e di Garcia Lorca. L’aspetto odierno della piazza risale ai primi del 1800 quando si decise prima la demolizione del vecchio convento delle Carmelitane Scalze e in seguito quella di alcuni altri palazzi che nascondevano alla vista il bel Teatro Espanol.
Sempre qui, al civico numero 15, si trova il suggestivo edificio costruito negli anni ’30 dalla caratteristica facciata dipinta con azalee: Villa Rosa, questo il nome, ospita il più antico “tablao” di Madrid, cioè il palcoscenico per le esibizioni di flamenco (non perdetene almeno una anche se non siete appassionati di questo ballo), aperto nel 1911. Del 1904 è invece la Cerveceria Alemana fondata da un gruppo di uomini d’affari tedeschi: in questo locale al 6 di Plaza Santa Ana (in origine era al 7) si possono gustare panini e antipasti sfiziosi accompagnati da birra di ogni specie. Sempre in questa piazza, di fronte al monumento dedicato a Garcia Lorca, si affaccia anche un albergo di lusso che offre una spettacolare vista sul centro città dalla terrazza panoramica sul tetto.
Proseguendo il tour alla scoperta di questo barrio si visita il Circolo delle Belle Arti situato al 42 di Calle de Alcalà: progettato da Antonio Palacios, questo palazzo è stato costruito nel 1921 e inaugurato 5 anni più tardi. Con i suoi 48 metri di altezza, la pianta rettangolare e la facciata che ricorda una piramide, accoglie all’interno una bella sala per le esposizioni, la biblioteca, un grande salone da ballo e la sala chiamata “delle colonne”. Aperto da martedì a domenica in orario 11/14 e 17/21 e nei giorni festivi dalle 11 alle 14. Chiuso il lunedì. Ingresso: 4€ per la sala esposizioni; 4€ per la terrazza; 5€ biglietto unico. Info sul sito ufficiale
Chiuso al pubblico per lungo tempo (dal 2002 al 2015) a causa di consistenti interventi di ristrutturazione, il Teatro Classico di Madrid è la sede dell’omonima Compagnia Nazionale dal 1986. Palcoscenico per alcune fra le “prime” più prestigiose di grandi autori, questo edificio inaugurato nel 1875 è caratterizzato da una singolare curiosità: al suo interno, impreziosito da sculture e decorazioni e da ben 12 palchi, non si trova traccia dei camerini. Pare infatti che l’architetto a cui all’epoca se ne affidò la progettazione non li avesse previsti in fase di costruzione ritenendo che gli attori arrivassero a teatro già indossando abiti e costumi con cui andare in scena. Il teatro (merita una visita) si trova in Calle del Principe 14.
In Calle Cervantes 11 si può invece ammirare la dimora che dal 1610 sino al 1635 ha ospitato Lope de Vega, scrittore e poeta fra i più celebri del settore teatrale internazionale. Autore di sonetti, poemi, commedie, romanzi e racconti, è stato uno dei grandi geni artistici della Spagna. Nell’edificio del XVI° secolo (conservato come all’epoca grazie a un sapiente restauro) vi sono lo studio con i libri, oggetti appartenuti a de Vega, sale con mobilio originale; si possono inoltre visitare l’orto e l’oratorio. Aperto al pubblico da martedì a domenica dalle 10 alle 18. Chiuso tutti i lunedì; 1° e 6 Gennaio; 1° Maggio; 9 Novembre; 24, 25 e 31 Dicembre. Ingresso gratuito. Le visite guidate (anche in italiano) iniziano ogni mezz’ora e durano all’incirca 35 minuti. Qui il sito di riferimento
Fra le preziose testimonianze architettoniche del “siglo de oro” c’è anche il monastero di San Ildefonso e San Juan de Mata, meglio conosciuto con il precedente nome di convento dei Trinitarias Descalzas di San Ildefonso, un bel complesso religioso in stile barocco che risale al 1609. Celebre per essere il luogo di sepoltura di Miguel de Cervantes, questo edificio di culto cattolico che si trova al civico 18 di Calle Lope de Vega si presenta con una facciata molto sobria caratterizzata da tre archi di ingresso e da due strisce laterali in pietra. All’interno si trova una bella pala d’altare in stile barocco in cui viene ritratta la storia della veste liturgica che la Vergine avrebbe donato a San Ildefonso.
In Calle de Atocha (dove si trova anche una targa realizzata da Juan de la Cuesta che ricorda Cervantes) si innalza la chiesa di San Sebastiano che lega il proprio nome a molti personaggi famosi. Danneggiata durante un raid del 1936 e poi ricostruita fra il 1943 e il 1959, questa iglesia che risale al XVI° secolo ha ospitato i solenni funerali di Cervantes nel 1616, quelli dello scrittore messicano Juan Ruiz de Alarcon nel 1639 e 150 anni dopo quelli di Ramon de la Cruz, commediografo spagnolo. Ma non solo. In questa bella chiesa al 39 di questa via, sono stati celebrati matrimoni (di Gustavo Bécquer e di Mariano de Larra ad esempio) e battesimi (Leandro de Moratin e Jacinto Benavente); al suo interno vi è inoltre una targa commemorativa in onore di de Vega. Si dice anche che vicino a San Sebastiano, dove un tempo sorgeva il cimitero parrocchiale, venne arrestato lo scrittore Caldaiso che era solito recarsi in visita alla tomba della fidanzata e che durante una notte cercò di dissotterrarne il corpo.
Da non perdere durante il tour di La Huertas neppure il Palazzo del Conde de Tepa, sempre in Calle de Atocha, proprio di fronte alla chiesa di San Sebastiano. Progettato dall’architetto Jorge Duran e costruito fra il 1792 e il 1808, questo edificio in stile neoclassico fu dimora di Francisco Leandro de Viana, conte di Tepa. Nel seminterrato del palazzo, nella seconda metà del XVIII° secolo, si svolse la famosa “tertulia de la Fonda de San Sebastian”, una riunione intellettuale sull’Illuminismo considerata fra le più importanti di sempre.
Passeggiando fra le vie di questo barrio si incontrano anche l’Università, l’Accademia Reale di Storia e la Camera di Commercio e curiosando nella pavimentazione di Calle de Huertas ci si imbatte addirittura in celebri frasi tratte dalle opere di grandi autori che hanno vissuto e scritto in questo angolo di Madrid.
E dopo tutto questo girovagare cercate un posto autentico e originale per una sosta gastronomica? La scelta è davvero fra le più ampie. Potete fermarvi a sorseggiare un bicchiere di sherry a La Venencia (il nome deriva da un particolare strumento lungo e stretto utilizzato per assaggiare i vini da una sottile apertura nelle botti di sherry) dove un tempo ci andava anche Hemingway. Si trova al 7 di Calle de Echegaray ed è aperta al pubblico dalle 13 alle 15.30 e dalle 19.30 alle 2 di notte. Se cercate piatti vegetariani (ma non solo) un altro ottimo posto è Azul del Fucar, caffetteria in calle Fucar 1 (orario dalle 10 all’1.30). Qui, a detta di molti, si mangia la torta di carote più buona di tutta la capitale madrilena. O ancora La Piola, in Calle Leon 9, dove preparano un semplice ma altrettanto eccellente pane con pomodoro.
Se poi decidete di andare a fare la spesa al mercato (caratteristico quello di Anton Martin in Calle Santa Isabel 5) non stupitevi affatto se fra una bancarella di frutta e una di formaggi i vostri piedi seguiranno, quasi senza accorgersene, il ritmo serrato dei passi del flamenco. Qui, la danza gitana, è di casa ovunque. Sito ufficiale